Consegnato a Gemona il premio “Gamajun” del Lab a Medici senza Frontiere
“Non siate leoni da tastiera, ma persone che decidono di andare sempre a fondo nelle cose, che prendono parte a ciò che accade e si sporcano le mani. Ecco cari giovani ciò che vi auguro”.
Così il presidente di Medici senza frontiere Italia, Loris De Filippi, oggi a Gemona ricevendo il Premio Gamajun International Award-Premio Bruno De Marchi dal Laboratorio internazionale della comunicazione nel municipio della città, davanti ai 75 giovani studiosi del Lab provenienti da 30 Paesi e al folto pubblico intervenuto.
Un riconoscimento giunto alla sua 26esima edizione e che quest’anno è consegnato a Medici senza frontiere, come ha sottolineato la direttrice del Lab Emanuela De Marchi, perché realtà che vive in modo paradigmatico lo (S)Confinare, il titolo posto a tema dei 23 giorni di studio di quest’anno, ed è “l’Ong che meglio rappresenta la capacità di assumersi la responsabilità, la promozione e la tutela dell’uomo”. Medici senza frontiere, recita la motivazione, “pensa all’uomo ovunque abbia bisogno di cure, senza se. Salva vite, mantiene le proprie mani in altre mani, mantiene le promesse”.
De Filippi, friulano di origine e di formazione, ha ricordato di “aver lavorato per 10 anni a Gemona e qui forse ha origine la mia scelta di vita, per aver visto, quando ero ragazzo all’epoca del terremoto, giungere tanti giovani competenti ad aiutarci. Ho pensato che, arrivato il momento, avrei fatto anch’io così”. Il presidente di Msf Italia ha ricordato il suo recente “sconfinamento”, a Mosul in Iraq, “quando in una città, ancora in parte occupata dal califfatto, abbiamo creato le condizioni per i primi soccorsi e stabilizzare le persone da trasportare altrove”. Ogni sconfinamento, ha aggiunto rivolgendosi ai giovani studiosi che ha definito “confortanti” per il loro modo di essere, “è un viaggio, un’odissea per capire il mondo e cercare di renderlo sempre un po’ migliore”. Un viaggio che si è materializzato nei due giovani che gli hanno consegnato il Premio: Hawa Cisse arrivata a Gemona dal Senegal e Khalco Nakuvi, profugo siriano richiedente asilo arrivato in Italia nel 2016.
Alla premiazione sono intervenuti l’eurodeputato Isabella De Monte, che ha sottolineato la necessità di proseguire nell’integrazione europea per dare all’Unione più potere per affrontare in modo strutturale un fenomeno, quello dell’emigrazione, non più relegabile nell’emergenza; l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, che ha evidenziato la valenza particolare del premio a Msf in “un momento in cui stanno saltando principi fondamentali riconosciuti nel ‘900, come la terzietà di chi porta soccorso in area di conflitto”; l’assessore provinciale Beppino Govetto e il sindaco di Gemona Paolo Urbani, che ha rimarcato il cuore solidale di Gemona. Un grazie speciale “al Lab e alla gente di Gemona perché con questa iniziativa porta il mondo in Friuli, realizzando lo sconfinamento più grande”, lo ha detto la vice presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Maria Pia De Luca.
Medici senza frontiere si è costituita nel 1971 per volontà di alcuni medici e giornalisti e nel 1993 è stata creata la sezione italiana di Msf. Dal 2015, tra l’altro, è impegnata nel Mediterraneo centrale per raccogliere i migranti. Nel 2017 Msf ha già soccorso oltre 7mila persone in mare.