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Contaminazioni Digitali fa tappa a Venzone con “Piante Pioniere”

È ricominciato, lo scorso 30 giugno ad Aquileia, il viaggio alla scoperta degli spazi urbani dei piccoli centri, grazie alla nuova edizione, la quinta, di Contaminazioni Digitali, il festival multidisciplinare, itinerante e diffuso, che pone al centro dell’attenzione il dialogo tra le arti performative, i linguaggi digitali e gli spazi urbani, promosso dal Comune di Turriaco e organizzato dell’associazione Quarantasettezeroquattro. Dopo l’apertura sulle note della Dante Symphonie, Contaminazioni Digitali, domenica 4 luglio alle 11, alle 17 e alle 19 la carovana del Festival farà tappa in Friuli con “Piante pioniere: Venzone” (partenza dalla loggia del Municipio per gruppi di massimo 20 persone), una narrazione a cielo aperto con cuffie wireless, che si propone a piantare il seme della riflessione grazie a un parallelo fra le macerie causate dal terremoto e quelle generate dalla pandemia, oggi. Un progetto del Collettivo Wundertruppe (accompagnato, fra le altre, dalla voce di Natalie Norma Fella, che ne è anche autrice), promosso all’interno della rassegna “Tracce. I linguaggi del contemporaneo raccontano il passato”, in cui il pubblico sarà accompagnato in luoghi simbolo della cittadina.

«Visiteremo Venzone – ha spiegato Natalie Norma Fella -, in particolare il centro storico, e andremo alla scoperta di tre diversi luoghi simbolo del post terremoto, tra cui: il Duomo, ricostruito com’era, dov’era; la scuola, riedificata da zero; la Chiesa di San Giovanni, con le sue rovine a cielo aperto, ancora immobili”, dopo il 6 maggio 1976». Un luogo, quest’ultimo, che è diventato casa di quelle Piante pioniere” che danno il nome al progetto: «Loro nascono fra i sassi e ricreano un habitat nuovamente vivibile anche ad altre piante. Qui sono cresciute fra le ferite di una catastrofe e sono state capaci di nascere e colonizzare uno spazio, all’apparenza inospitale, in cui anche altre piante potranno ora crescere e vivere. Partendo da questa metafora, rifletteremo insieme al pubblico su quale sarà il futuro per la generazione post Covid: Dovremo ricostruire tutto daccapo? Partire da dove eravamo rimasti? Ricominciare in maniera diversa? Quella a cui stiamo assistendo è un’altra ricostruzione, impalpabile, ma necessaria, dopo una catastrofe altrettanto dolorosa e che ci ha posto davanti a fragilità che non credevamo di avere».