Continuano a diminuire le imprese artigiane in Friuli
Non si ferma l’emorragia tra le file delle imprese artigiane del Friuli. La contrazione è proseguita durante il 2016, non tanto da far scendere lo stock delle imprese attive sotto la soglia psicologica delle 14.000 unità, ma abbastanza per farlo tornare ai livelli del pre-terremoto. Come 40 anni fa.
Stando ai dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato-Imprese Udine, a fine anno le aziende attive in provincia erano 14.016, 157 in meno rispetto a un anno prima (vedasi grafico sotto), quasi 1.500 in meno rispetto all’ultimo massimo toccato nel 2005, prima cioè che iniziasse la parabola negativa della crisi, inaugurata dall’edilizia a livello locale e poi proseguita sulle ali della recessione economica globale. Va detto che la contrazione dell’artigianato non è un problema soltanto friulano, interessa infatti l’intera regione e più in generale il Paese. Magra consolazione di fronte alle statistiche che fotografano l’ennesimo segno meno a fine anno, l’undicesimo consecutivo.
“Siamo tornati – spiega il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti – a una dimensione del tessuto produttivo simile a quella degli anni precedenti il 1976, l’annus horribilis del terremoto e al contempo l’anno che innescò, con la ricostruzione, una straordinaria vitalità nel mondo artigiano, capace di far crescere il numero delle imprese fino alla vertiginosa quota di 17.000 all’inizio degli anni ’80.”
I dati elaborati dall’Ufficio Studi confermano che prima del sisma, l’85% delle imprese artigiane erano ditte individuali e solo il 15% società. Oggi queste ultime sono salite al 25% (una su quattro) e se da un lato si assiste a un calo delle società di persone (snc e sas) dall’altro invece va registrata la crescita delle società di capitale artigiane (srl). Segnale che, pur nella contrazione del settore, l’artigianato tenta di strutturarsi maggiormente per affrontare le nuove sfide. A livello di comparto, prosegue il calo degli artigiani nelle costruzioni, nelle manifatture e nei trasporti, parzialmente compensato da una crescita nei settori del terziario e dei servizi.