Coopca e Albergo Diffuso, la Serracchiani richiama alle responsabilità
“L’Amministrazione regionale sta lavorando molto sul tema della cooperazione e della collaborazione tra istituzioni e territori e fra istituzioni ed enti, dalla portualità regionale al sistema delle infrastrutture fino alle relazioni internazionali che stiamo portando avanti e che ci servono sia nella programmazione europea sia in quella territoriale. È un tema estremamente attuale che va declinato pensando a quali sono gli obiettivi strategici. Nel nostro caso non si tratta solo di risparmiare risorse ma di utilizzarle al meglio”.
Lo ha sottolineato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenendo sabato al convegno “Vantaggi e limiti della cooperazione tra imprese in Friuli Venzia Giulia”, organizzato nella sede della Cciaa dall’Istituto Alina e da Brain Bank in collaborazione con Confartigianato Fvg.
Secondo la presidente “se c’è un aspetto positivo della crisi di questi anni è che si è costretti a pensare e fare cose che diversamente non avremmo fatto, compreso il ricorrere alle sinergie”.
Partendo dalla constatazione che in Friuli Venezia Giulia c’è un ottimo capitale sociale (affermazione avvallata anche dalle analisi che sono state illustrate dai due esperti coinvolti nei lavori del convegno, Roberto Grandinetti, ordinario di Economia e gestione delle imprese dell’Università di Padova e Paolo Molinari, sociologo e ricercatore dell’Ires), secondo Serracchiani occorre ammettere anche “che, diversamente da altri territori che hanno saputo cooperare, non siamo sempre stati capaci di utilizzare al meglio questo capitale: spesso non abbiamo capito che l’unione fa la forza e abbiamo costruito nel tempo una difficoltà culturale a metterci insieme per il bene comune”.
Le crisi della Coopca di Amaro e delle Cooperative operaie di Trieste, le problematiche dell’albergo diffuso sono stati gli altri temi sollecitati dalle domande del moderatore Paolo Mosanghini.
“Gli strumenti sono perfetti, è l’uso che se ne fa che è distorto”, ha risposto Serracchiani, ricordando come solo grazie allo strumento dell’albergo diffuso sono stati recuperati borghi montani. “Cosa diversa è, francamente, usare quello strumento per tutelare e promuovere i casoni della laguna di Grado, occorreva farlo in altro modo”, ha fatto notare Serracchiani.
Sui casi delle crisi delle cooperative regionali, la presidente ha ricordato che le responsabilità saranno approfondite dalle autorità competenti, sottolineando come la Regione abbia esercitato la vigilanza nei limiti e con le limitate potestà previste dalla normativa attuale.
Sollecitata a rispondere in merito alla riforma delle Uti, le Unioni territoriali intercomunali, ed alla riforma sanitaria, Serracchiani ha ribadito che entrambe porteranno a “utilizzare al meglio le risorse, facendo leva proprio sul concetto della cooperazione”.
Un concetto riassunto da Grandinetti, che ha ricordato il minimo comune denominatore che deve stare alla base della creazione delle cooperative: un mix in parti uguali di fiducia reciproca, impegno, ovvero disponibilità all’impiego di risorse e promessa reciproca di continuità del rapporto, trasparenza informativa, ovvero scambio di informazioni e conoscenze e, infine, adattamento reciproco, perché “la modalità della cooperazione prevede che si apprenda uno dall’altro”.
Introdotto dai saluti del sindaco di Udine, Furio Honsell, da Sabrina Puleo dell’Istituto Alina e da Roberta Gasparini per Brain Bank, il convegno ha visto anche i contributi di Massimiliano Fanni Canelles, docente UniBO e presidente dell’associazione no profit Auxilia.