Coopca, scocca l’ora dell’omologa
E’ in programma quest’oggi alle ore 11 in Tribunale a Udine l’udienza di omologa per il concordato preventivo richiesto da Coopca. Sarà il giudice delegato Massarelli a decretare, o meno, il via libera definitivo al piano, con conseguente nomina del liquidatore giudiziale al quale spetterà poi espletare le procedure competitive per ottenere i massimi realizzi dalle cessioni degli asset della società. Molto probabilmente anticipano da Coopca ci potrebbe essere un rinvio dell’udienza per alcune questioni procedurali e quindi il tutto slitterebbe di alcuni giorni.
Nel frattempo i liquidatori che hanno preso in mano la società dopo la messa in liquidazione di luglio (Roberto Pittoni, Paolo Rizza e Giovanni Sgura) proseguono la loro attività per cercare di salvaguardare il più possibile lavoratori e soci prestatori. “Sono giornate frenetiche per diverse trattative – fa sapere Sgura – nuove offerte stanno per concretizzarsi a breve, andando ad aggiungersi a quelle già inserite nel piano”. Nomi non se ne fanno, “c’è il rischio che si pregiudichi l’esito delle stesse”, si sa però che riguardano punti vendita dislocati in Friuli, pare quattro o cinque, diversi da quei quindici ad oggi “garantiti” dal piano. Il che potrebbe permettere di ridurre il numero degli esuberi, attualmente a quota 400 sugli oltre 630 dipendenti di Coopca.
Poi spetterà al liquidatore giudiziale, in base al valore delle offerte, decidere se assegnarli subito (nel caso in cui l’offerta sia superiore alle perizie) oppure indire le aste competitive. Aste che comunque verranno fatte (si ipotizza tra fine ottobre e i primi di novembre) anche per quegli asset sino ad oggi non “invitanti”. Notizie confortanti arriverebbero pure dal fronte dell’autoimprenditorialità, così come aveva sottolineato il vice-presidente Bolzonello nell’incontro di lunedì con i sindacati: “oltre ai dipendenti di Tarvisio, Pontebba e Gemona abbiamo avuto interessamenti anche da altri nuclei di lavoratori” conferma Sgura.
Nel frattempo c’è da fare i conti pure con il continuo calo delle vendite – si sta parlando di un “settembre nero” – che potrebbe accelerare già con la fine di ottobre il percorso di chiusura dei supermarket messi peggio. “E’ una questione molto delicata, alcune decisioni in tal senso sono attese per giovedì prossimo”, spiega Sgura.
I SOCI PRESTATORI
Sul fronte dei soci prestatori e del rimborso da loro atteso, si attendono gli esiti dell’assemblea generale unificata di Coop Nordest, Coop Adriatica e Coop Estense che tra venerdì 2 e sabato 3 ottobre daranno vita a “Coop Alleanza 3.0”, nuovo colosso della distribuzione. “Verbalmente ci hanno confermato che le delibere per l’atto di liberalità promesso a copertura di metà del prestito sociale “congelato” (lo ricordiamo complessivamente di 26,5 milioni di euro) sono pronte – fa sapere Sgura – immagino attendano comunque anche loro l’esito dell’udienza di omologa. So per certo che l’impegno finanziario lo hanno già previsto nel bilancio 2015 e probabilmente le prime tranche di rimborso potrebbero arrivare a gennaio 2016”.
Da parte loro gli aderenti al Comitato Soci prestatori mantengono il silenzio: “abbiamo deciso di non commentare le varie notizie e di non rilasciare dichiarazioni al fine, di non creare falsi allarmismi e confusione lasciando lavorare la Magistratura – ha scritto in questi giorni in un post su Facebook il portavoce Tommaso Angelillo – In Essa riponiamo tutta la nostra fiducia auspicando, che la priorità sia quella e unica di tutelare coloro i quali hanno creduto alla cooperazione e sono stati ingannati. In silenzio stiamo seguendo l’evolversi della vicenda”.
Nell’ombra continua il grandissimo lavoro dell’avvocato Giamberto Zilli che sabato era a Tolmezzo ad acquisire nuove testimonianze da parte dei soci truffati. Oltre 600 i mandati ricevuti sino ad oggi in vista dell’azione risarcitoria nei confronti della società ed un centinaio le dichiarazioni messe nero su bianco per la Procura che sta portando avanti l’indagine penale. Situazioni economiche drammatiche che si aggiungono a quelle già denunciate in tutti questi mesi ed ora, come testimonia lo stesso Zilli, iniziano a farsi avanti anche i giovani con storie amarissime di chi ha dovuto rinunciare a sposarsi, chi a costruirsi casa e chi ha rimesso nel cassetto i progetti di un master universitario.
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