Cooperative Fvg, in cassa integrazione il 40 per cento degli addetti
Seimila addetti in cassa integrazione, il 40 per cento del totale. Una vera paralisi dai drammatici risvolti economici e umani. Una situazione che denuncia Confcooperative Fvg, principale organizzazione cooperativistica con 600 cooperative associate in Friuli VG e 15 mila addetti (18.500 le cooperative in tutta Italia).
Secondo le stime di Confcooperative, da una ricognizione tra le imprese maggiormente interessate, il numero di addetti coinvolti è di circa 6.000 su 15.000, il 40 per cento del totale, con punte che superano il 50 per cento nella cooperazione sociale e in alcuni comparti totalmente bloccati, come turismo, cultura, ristorazione e trasporto persone. Una conferma più precisa si avrà nelle prossime settimane con la presentazione delle ultime domande di accesso agli ammortizzatori sociali (Cassa ordinaria o in deroga o analoghi strumenti previsti per il terziario, come il Fondo di Integrazione salariale) per quelle imprese che hanno sospeso l’attività dopo di altre.
«In ogni caso, mai si erano visti numeri di queste proporzioni: si registrano cali del fatturato che oscillano tra il 20 per cento e il 100 per cento (nei casi più drammatici di blocco totale delle attività), basti pensare alle cooperative che agiscono nel settore turistico, culturale, della ristorazione, alberghiero e del traporto», sottolinea Giuseppe Graffi Brunoro, presidente dell’associazione cooperativistica.
«A fine aprile diverse cooperative avranno già esaurito le 9 settimane di cassa integrazione previste. Serve un intervento urgente. C’è fortissima preoccupazione per i tempi e le modalità di ripartenza: in alcuni settori si rischia di perdere, di fatto, l’intera stagione 2020. È già accaduto per il settore del turismo scolastico, ora rischia di risentirne tutto il resto del turismo e della filiera educativa – evidenzia il segretario generale di Confcooperative, Nicola Galluà -. Risulta evidentemente fondamentale pensare a un sostegno economico una-tantum per il 2020 per il mantenimento dei livelli occupazionali aziendali rispetto all’anno precedente e a un potenziamento dei bonus per le stabilizzazioni dei lavoratori».