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Coronavirus, Confindustria Udine raccoglie 220.000 euro per l’Asu Friuli Centrale

Ammonta a 220mila euro la somma raccolta da Confindustria Udine a sostegno del Dipartimento di anestesia e rianimazione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale

La presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, una settimana fa aveva aperto la raccolta fondi, appellandosi alla sensibilità degli imprenditori friulani con una comunicazione inviata a tutte le imprese associate. E la risposta è stata immediata.

“Ringrazio tutti quelli che hanno risposto all’appello – commenta la presidente degli Industriali della provincia di Udine – a testimonianza, ancora una volta, della capacità dei friulani, dei nostri imprenditori, delle istituzioni e dei privati cittadini di reagire in modo solidale alle difficoltà. In particolare, mi ha fatto piacere sapere che alcune persone, che nulla hanno a che fare con il mondo dell’impresa, hanno scelto noi e la nostra sottoscrizione, tra le tante, perché hanno fiducia in Confindustria”.

“Il nostro ruolo di imprenditori – continua la presidente – è quello di essere guida, garanzia e tutela per i nostri collaboratori, per le loro famiglie e per la società civile. Essere grati a chi è in prima linea, sul fronte sanitario, per contrastare questa emergenza è un dovere morale. Essere solidali anche in modo concreto è un dovere civico”.

“In questa fase di emergenza – afferma Anna Mareschi Danieli – ci rendiamo conto di quanto la nostra tanto bistrattata sanità pubblica sia in realtà una garanzia per la salute di tutti noi. Non è mai troppo tardi e ben venga un’accresciuta consapevolezza sulla necessità di sostenerla. Alla nostra sanità servono, oltre ai presidi necessari per fronteggiare l’emergenza, anche strumenti diagnostici e di ricerca. In questo modo sarà possibile definire più rapidamente un profilo di rischio della popolazione che permetta di sviluppare approcci preventivi sia rispetto all’attuale epidemia, sia nei confronti di altri virus, oltre a sviluppare terapie efficaci nel medio-lungo termine”.

“Per questa ragione – conclude la presidente – ci auguriamo che le risorse pubbliche e le donazioni private che stanno arrivando a sostegno del sistema sanitario, siano utilizzate anche per l’acquisto di macchinari e dispositivi per aumentare la loro capacità di screening e di diagnosi e per consentire, in conformità alle linee-guida sanitarie, una estensione delle campagne di monitoraggio, a partire dagli operatori sanitari, dalle residenze sanitarie, dai lavoratori oggi impegnati nei servizi pubblici e privati indispensabili per poi coprire, quanto più possibile, il resto dei lavoratori e della popolazione”.