Coronavirus, per l’assessore Fvg Bini è vitale far ripartire l’export prima del 4 maggio
“Alcune filiere del Friuli Venezia Giulia sono pronte a ripartire prima del 4 maggio e ciò risulta tanto più vitale quanto più queste filiere operano con il mercato estero”.
È questo l’appello rivolto al Governo dall’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, attraverso la Commissione nazionale Attività produttive che stamattina ha riunito in videoconferenza tutti i competenti assessori regionali per la presentazione di un documento unitario che sarà portato domani al vaglio della Conferenza delle Regioni.
Il documento è un grido di allarme delle Regioni su alcuni temi cruciali per l’avvio della Fase 2 dell’emergenza, che ha visto convergere gli esecutivi regionali sulla necessità di dare ossigeno alle imprese, in particolare nei segmenti che lavorano con l’estero.
“In Friuli Venezia Giulia – ha ribadito Bini – la filiera del mobile, l’automotive e le costruzioni devono riaprire prima del 4 maggio; si tratta di settori, soprattutto automotive e cluster arredo, che operano su mercati internazionali e che competono con Paesi esteri che non sono in lockdown. Ciò significa che una prolungata assenza dal mercato sta rischiando di estrometterli dalla platea dei fornitori; significa miliardi di export mandati in fumo e migliaia di posti di lavoro a rischio”.
L’esportazione si è confermata negli ultimi anni elemento trainante dell’economia del Friuli Venezia Giulia. Il valore delle merci esportate nel 2018, pari a 15.610 milioni di euro, è aumentato del 5,9% rispetto al 2017 e il saldo commerciale con l’estero è positivo per 6.915 milioni di euro. Gli aumenti maggiori in termini di saldo commerciale si sono registrati nei confronti della Germania (+233 milioni) e degli Stati Uniti (+224 milioni), secondo i dati elaborati dalla Regione (Fonte: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione generale – Servizio programmazione, pianificazione strategica, controllo di gestione, statistica e sicurezza sul lavoro).
Bini ha inoltre chiesto che “le Regioni manifestino con forza al Governo la necessità di sollevare le aziende da ulteriori indebitamenti dando loro la possibilità di accedere anche a contributi a fondo perduto”.
Come ha evidenziato l’assessore, “in materia creditizia, tutte le Regioni, in testa Veneto, Lombardia, Marche ed Emilia Romagna, hanno condiviso la percezione di un crescente malcontento fra gli imprenditori rispetto al rapporto con le banche, incrinato a causa della disomogeneità di approccio da parte degli istituti di credito ai Dpcm del Governo. In questo – ha aggiunto Bini – devo rilevare che gli istituti di credito locali stanno mostrando maggiore flessibilità e velocità nell’erogazione di liquidità”.
Bini ha infine sollecitato le Regioni a fare pressione sul Governo per procedere con celerità ad eseguire le cosiddette “notifiche ombrello” alla Commissione europea, necessarie per avere il via libera della stessa ad attivare a livello regionale le misure contenute nel “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19”, che permette la concessione degli aiuti in esso previsti fino al 31 dicembre 2020. “Il ritardo del Governo, confermato peraltro dalla stessa presidente della Commissione, l’assessore della Regione Marche Manuela Bora, ci costringerà – ha preannunciato Bini – a procedere autonomamente alle notifiche per evitare che misure importanti per il rilancio economico subiscano rallentamenti inaccettabili”.