Coronavirus: tamponi al 4% della popolazione Fvg, la media nazionale è del 2,4%
“La Regione ha inviato a tutti gli enti del Servizio sanitario regionale il protocollo per l’effettuazione dei test microbiologici per l’individuazione del Covid-19, nel quale sono contenute le modalità di effettuazione dei tamponi e quali categorie di pazienti e di operatori sanitari devono essere monitorate. In base alle linee guida adottate in Friuli Venezia Giulia sono stati ad oggi effettuati, analizzati e refertati 76.060 tamponi che coprono una media del 4 per cento della popolazione, ben sopra la media nazionale del 2,4 per cento, prossima a quella del Veneto (4,4 per cento)”.
Lo ha detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, relazionando durante la seduta del Consiglio regionale sull’esecuzione dei test diagnostici per l’individuazione del Covid-19.
“Analizzando il dato dei tamponi – così Riccardi -, in continuo aggiornamento, su base territoriale da febbraio ad aprile: 35.688 sono stati eseguiti a Udine (103 a febbraio, 8.771 a marzo e 26.814 ad aprile), 17.754 a Trieste (41 a febbraio, 4.085 a marzo e 13.628 ad aprile), 10.563 a Pordenone (17 a febbraio, 3.415 a marzo e 7.131 ad aprile) e 7.385 a Gorizia (16 a febbraio, 1.566 a marzo e 5.818 ad aprile) e quasi 5mila tamponi a persone residenti al di fuori del Friuli Venezia Giulia. Attualmente – ha aggiunto il vicegovernatore – i laboratori riescono ad elaborare 3.200 tamponi al giorno, ma riusciremmo ad arrivare fino a 4.600 avendo totale disponibilità dei reagenti”.
“Secondo quanto previsto dalla Regione i test vengono effettuati a pazienti sintomatici o con storia clinica o esami radiologici compatibili con il Covid-19 e sono stati inoltre individuati i reparti ospedalieri a rischio e le tempistiche con cui effettuare i tamponi per la sorveglianza degli operatori sanitari, tra cui quelli delle strutture residenziali per anziani – ha precisato Riccardi -. Inoltre, il protocollo individua i pazienti fragili, ad esempio quelli in trattamento chemioterapico o cardiochirurgico, ai quali effettuare il tampone periodicamente nel percorso di cura o assistenziale e la frequenza dei controlli”.
LE REAZIONI
«Pur avendo eseguito più tamponi pro capite rispetto ad altre regioni, il Fvg sta affrontando l’emergenza coronavirus al di sotto delle sue potenzialità e con evidenti disparità territoriali. Per affrontare al meglio la fase 2 bisogna aumentare ulteriormente la capacità di risposta e renderla più adeguata alle necessità di tutte le realtà provinciali».
A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni a margine della risposta di Riccardi all’interrogazione con la quale l’esponente dem chiedeva alla Giunta regionale “quanti tamponi e a chi prioritariamente sono stati fatti nei diversi territori della regione”.
«Nel mese di aprile sono stati effettuati 53mila tamponi, in media 1.768 ogni giorno, ben al di sotto dei 3mila che l’assessore Riccardi, il 9 aprile in terza commissione, ha dichiarato che il nostro sistema è in grado di processare quotidianamente. Al 30 aprile, erano stati eseguiti complessivamente 71.405 test, di cui 35.688 (50%) in provincia di Udine, 17.754 (24.9%) a Trieste, 7.400 (10,4%) a Gorizia e soli 10.563 (14,8%) a Pordenone, ove risiede il 25,7% della popolazione». Secondo Conficoni «oltre ad aumentare e rendere più omogeneo il numero dei tamponi, è importante agire in modo coordinato, evitando di proporre informazioni incoerenti che alimentano confusione: mentre l’Asfo comunicava che non servono due test per l’accesso a reparti covid free perché il loro esito è valido al 99 per cento, il presidente Fedriga sosteneva in diretta televisiva l’opportunità di ripetere i tamponi la cui affidabilità è del 70 per cento. Queste discrepanze – conclude – vanno evitate perché alimentano i dubbi tra i cittadini che non sanno a chi credere».
(nella foto Riccardi durante la seduta odierna del consiglio regionale)