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Cosa succederà ai comuni? Se ne parla a Majano

Mentre in tutta la regione prosegue il dibattito e lo scontro sulla riforma degli enti locali, mentre i consigli comunali sono alle prese con le votazioni sugli Statuti delle Uti (almeno quelle in cui non si sono resi necessari i Commissari, ndr), l’associazione «Majano c’è 1.5.9» invita tutti martedì 29 settembre alle ore 20.30 nell’Auditorium comunale di Majano per dialogare proprio sulla riforma, con particolare attenzione alla nuova realtà delle UTI.

“Su sollecitazione di moltissimi cittadini – spiegano i promotori – abbiamo deciso di mettere a confronto la voce di chi vede con favore il nuovo assetto amministrativo e quella di chi, invece, è fortemente critico verso la riforma, questo per offrire uno spazio di informazione più ampio possibile”. Interverranno quindi i consiglieri regionali Enio Agnola (Partito Democratico) e Riccardo Riccardi (Forza Italia). A moderare l’incontro sarà il caporedattore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini.

 

L’INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SERRACCHIANI

“Se vogliamo portare il Friuli Venezia Giulia a competere in Europa con altre regioni avanzate dobbiamo iniziare a fare davvero squadra, esercitando bene la nostra specialità. Uno spirito che deve valere anche nella costruzione delle Uti, da parte di tutti i rappresentanti istituzionali”. Lo afferma la presidente della Regione Debora Serracchiani, intervenendo in merito all’iter di applicazione della legge regionale istitutiva delle Unioni territoriali intercomunali, rispondendo quindi indirettamente al richiamo giunto dall’Anci FVG.

Già ai nostri microfoni la Governatrice aveva chiarito la sua posizione nei giorni scorsi.

serracchiani sola 3“Abbiamo scelto di rendere più forti i Comuni, associandoli. Una riforma di tale portata ha il valore aggiunto di trovare applicazione in maniera uniforme su tutto il territorio regionale. Molti amministratori, a prescindere dall’appartenenza, hanno colto l’importanza storica di questa opportunità e hanno scelto di essere protagonisti, guidando in prima persona il cambiamento. Altri amministratori, invece, hanno scelto il boicottaggio sistematico e di bandiera, nell’intento di bloccare tutto“. “Questo ostruzionismo è continuato anche nella fase di scrittura e approvazione degli statuti delle Unioni, in cui gli amministratori locali potevano scegliere le regole di governo del territorio. Così non è avvenuto in sei Unioni, che hanno avuto bisogno del supporto di un commissario per mediare, trovare una sintesi e approvare un testo condiviso”.

“I sei commissari dovevano convocare tutti i sindaci dell’Unione, verificare con loro i punti di accordo, mediare tra le posizioni e, nel caso di mancato accordo, procedere all’approvazione di un testo che rappresentasse ‘la volontà della maggioranza dei sindaci presenti alla riunione‘. L’intento infatti è quello di valorizzare il prezioso lavoro e la competenza dei sindaci”, sottolinea Serracchiani. “Tutti dunque sono stati invitati a confrontarsi, ma se un sindaco sceglie consapevolmente di disertare l’incontro decisivo per l’approvazione dello statuto, è assolutamente normale che chi ha preso parte alla riunione possa decidere, come avviene in qualunque consesso democratico”.