Covid, 109 i focolai nelle scuole FVG
“Per trovare le migliori soluzioni nella lotta al Covid-19 per le scuole del Friuli Venezia Giulia siamo disponibili a stringere ancora il rapporto ristretto e diretto fra le singole Aziende sanitarie, i Dipartimenti di prevenzione e le articolazioni territoriali dell’Ufficio scolastico regionale. In questo modo potremo affrontare in modo maggiormente preciso le problematiche che si manifestano nelle diverse aree del nostro territorio che si presentano con caratteristiche peculiari. Le misure individuate andranno comunque adottate con gli strumenti a nostra a disposizione e nel rispetto delle indicazioni del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità”.
Lo ha proposto il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, che ha partecipato al tavolo interistituzionale sulla sicurezza e sulla prevenzione al Covid-19 insieme all’assessore alle Infrastrutture e al Territorio, Graziano Pizzimenti, e all’assessore all’Istruzione, Alessia Rosolen.
“Da parte dell’Assessorato all’Istruzione c’è la massima apertura per essere il terminale di un sistema di comunicazione in grado di coinvolgere tutti gli attori in campo – ha aggiunto Rosolen -. Vanno poi individuate le modalità di relazione diretta con i Dipartimenti di Prevenzione e le Aziende sanitarie. Certamente le richieste e le segnalazioni puntuali avanzate dagli istituti presenti sul territorio dovranno essere filtrate al fine di dare in modo rapido le risposte più adeguate”.
Durante la riunione, che si è tenuta in videoconferenza, il vicegovernatore Riccardi ha fatto il punto in modo dettagliato sulla diffusione del Coronavirus in Friuli Venezia Giulia.
“Rispetto l’andamento del contagio, le scuole vanno messe sullo stesso piano di altri contesti; il problema riguarda semmai la popolazione scolastica – ha affermato Riccardi -. Da settimane registriamo dati significativi e progressivamente in aumento in ogni categoria. Nella settimana che va dal 29 novembre al 5 dicembre siamo arrivati complessivamente a 721 focolai e a 4368 nuovi casi. Secondo le nostre previsioni, stiamo affrontando il periodo più difficile”.
“Se prendiamo in considerazione le origini dei focolai e il loro numero sulla base del setting e dello sviluppo settimanale, si vede che dagli inizi di ottobre e fino ai primi di dicembre il soggetto scuola raggiunge quota 109, quando gli amici sono 85, il lavoro 62, le strutture ospedaliere 12 e le case di risposo 28. Di questi 109 focolai – ha precisato l’esponente della Giunta – 74 riguardano l’area giuliano-isontina, 28 quella del Friuli centrale e 17 quella del Friuli occidentale”.
“Andando ad analizzare i singoli casi all’interno degli istituti scolastici, nella settimana che va dal 29 novembre al 5 dicembre Trieste presenta 517 casi, Gorizia 160, Udine 138 e Pordenone 71”.
“L’elemento di maggiore rilevanza – ha rimarcato Riccardi – è l’incidenza settimanale per fascia d’età ogni 100mila abitanti. Le curve dimostrano come la popolazione scolastica – e non gli istituti scolastici – presenta i numeri più elevati per quanto concerne l’evoluzione della pandemia. Era molto bassa a settembre, abbastanza stabile ad ottobre e in forte crescita nelle ultime settimana con la categoria 6-10 anni, che risulta la più elevata, seguita dalle fasce 11-13 e 14-18”.
“Il fenomeno che stiamo affrontando – ha sottolineato il vicegovernatore – è molto complesso e il tracciamento non può funzionare quando ogni settimana siamo di fronte a migliaia di contagi. Purtroppo, a causa della fatica per questi quasi due anni di pandemia e delle regole di prevenzione sempre più puntuali, adesso assistiamo a comportamenti maggiormente omertosi nei confronti di chi è chiamato a ricostruire la rete di contatti”.
“Comportamenti che portano a una maggiore circolazione del virus e a una forte difficoltà da parte dei Dipartimenti di prevenzione a individuare le persone contagiate – ha ricordato Riccardi -. Non possiamo sottovalutare il fatto che, dopo le manifestazioni no-vax e no-green pass, abbiamo avuto più di mille soggetti non riconducibili ad alcuna catena di contagio a Trieste e nel Goriziano. Ai primi di ottobre i casi fuori dai focolai erano circa il 30 per centro, mentre adesso sono attorno al 70 per cento”.
“Senza il vaccino la situazione oggi sarebbe stata ingovernabile, anche perché da due anni il nostro sistema sanitario è sotto pressione a causa del Covid-19 e abbiamo un migliaio di professionisti in meno. Persone che – ha concluso il vicegovernatore – o si sono ammalate o che purtroppo non vogliono vaccinarsi”.