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Craighero: «Passo Monte Croce Carnico, la Regione dimostri di avere a cuore il futuro della Carnia»

In merito alla frana sul Passo Monte Croce Carnico, proponiamo le considerazioni dell’ex assessore comunale di Tolmezzo Marco Craighero, attuale componente della Segreteria regionale del PD con delega alla montagna.

Il disastro della strada 52bis verso il Passo di Monte Croce Carnico non va ridotto solamente ad un evento eccezionale. Si inserisce in un quadro di fragilità del territorio, dove troppe sono le già evidenti conseguenze dovute alla mancanza di cura del territorio montano e agli effetti del cambiamento climatico, ancora preso poco seriamente.

In questo contesto si aggiunge questo ulteriore sfregio per la Carnia, isolata dal suo principale collegamento transfrontaliero e internazionale, polmone economico, sociale, lavorativo, turistico cruciale. 

Di fronte a quanto avvenuto, devastante anche ad un occhio distratto, ciò che lascia basiti non è tanto che qualche lontano funzionario abbia potuto affermare che lunedì scorso si sarebbe riaperta già la strada, di fronte a 50mila metri cubi di materiale caduto, ma il fatto che l’Assessore regionale abbia riportato, dandovi credito, questa assurdità, sapendo con ogni evidenza che ciò non sarebbe stato neanche lontanamente possibile. Spariamo fosse la confusione del momento o semplicemente l’auspicio non di una riapertura ma di un inizio tempestivo delle operazioni necessarie.

Ad ogni modo in questa situazione tragica si mettano da parte le divisioni, si evitino fughe in avanti e personalismi e si lavori per l’obiettivo che tutta la Carnia e tutti i suoi abitanti hanno a cuore: ridare a questa terra la sua arteria fondamentale.

Si studino le soluzioni più efficaci ed efficienti, a partire dalla variante degli ultimi km di percorso, lo si faccia con tutte le professionalità spendibili, senza contrapposizioni politiche e logiche di piccolo interesse.

Anche la Regione dimostri di avere a cuore il futuro della Carnia, troppo spesso marginalizzata. A partire dalla prossima Finanziaria, dove le risorse economiche sono molte e i margini per dei ragionamenti sull’urgenza di un intervento come questo ci sono, così come su un più ampio sviluppo delle aree montane, della cura e prevenzione del dissesto idrogeologico, di una strategia seria di investimento infrastrutturale e ambientale.

Serve inoltre una forte considerazione mediatica sul tema, la vicenda rappresenta un dramma per un intero territorio con effetti diffusi, anche regionali. Non può essere derubricata a questione di secondario piano, relegata negli spazi di una cronaca locale di passaggio. È necessario tenere l’attenzione alta e creare consapevolezza e sensibilizzazione verso tutti i soggetti utili e da coinvolgere per l’elaborazione di una seria strategia futura. 

MARCO CRAIGHERO