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Cresce il biologico in agricoltura: in Fvg +156% in dieci anni

Anche il Friuli Venezia Giulia partecipa al primato nazionale sul bio. Secondo un’analisi della Coldiretti su dati Sinab diffusa in occasione della Giornata europea del biologico, nel settore in Italia sono attive 94mila aziende agricole, più di tutti a livello comunitario, oltre due volte la Germania e un terzo più della Francia. Il totale Fvg è di 1.131 operatori biologici (+0,5% rispetto ai 1.125 dell’anno precedente, addirittura +156% sui 441 del 2014), divisi tra produttori (730), preparatori (197), produttori/preparatori (194) e importatori (10). Concretamente, si tratta per il 64,5% di produttori esclusivi, per il 17,2% di produttori/preparatori, per il 17,4% di preparatori esclusivi e per lo 0,9% di importatori.
La ripartizione del bio regionale per coltura vede in testa il pascolo magro (29%), seguito da prati e altri pascoli (19,2%), colture foraggere (16,4%), vite (11,4%), altre colture (9,1%), colture industriali (7,5%), cereali (6,1%). La maggiora incidenza riguarda la frutta (12,5%) in un contesto in cui le aziende biologiche rappresentano il 5,7% del totale.
«Numeri importanti – commenta il presidente regionale della Coldiretti Martin Figelj – che ci spingono una volta di più a sostenere la necessità di affermare in Europa al più presto il principio di reciprocità rispetto alle importazioni, ovvero stesse regole per il bio comunitario e quello dei Paesi terzi, poiché non è possibile accettare che in Italia cibi coltivati secondo regole non consentite nella Ue.  Fermare la concorrenza sleale delle importazioni a basso costo e valorizzare i nostri prodotti sono le condizioni fondamentali per costruire filiere biologiche dal campo alla tavola».
Non a caso, a Ortigia, dove Coldiretti sta raccontando l’agroalimentare italiano con un focus anche sull’agricoltura bio che è arrivata a coprire 2,5 milioni di ettari (+4,5% nel 2023 rispetto all’anno precedente), rappresentando un ettaro su cinque di superficie agricola nazionale, Coldiretti Bio ha elaborato un decalogo con i consigli per scegliere la qualità e difendersi dal rischio frodi. La prima regola è verificare sempre la presenza del logo europeo del biologico (la foglia bianca in campo verde) nell’etichetta del prodotto bio, verificando anche le indicazioni obbligatorie per il prodotto venduto sfuso e la certificazione del venditore. Importante anche controllare l’origine Italia che nella confezione deve essere sempre presente sotto il logo. Per assicurarsi prodotto bio 100% Made in Italy meglio acquistare direttamente dalle aziende agricole biologiche nei punti vendita o nei mercati contadini come quelli di Campagna Amica.
Allo stesso modo è buona pratica preferire prodotti biologici locali, coltivati vicini al luogo di consumo, magari freschi di stagione. Un contributo alla biodiversità viene anche dallo scegliere specialità bio che recuperano varietà tradizionali e razze di animali autoctone e, soprattutto, che hanno subito trasformazioni minime evitando il bio ultraprocessato. Guardando alla confezione, vanno preferiti packaging essenziali ed ecosostenibili. Ma anche a tavola è importante adottare una dieta differenziata a base di tutti i prodotti biologici della dieta mediterranea.