Crescono truffe online e frodi informatiche in Friuli. I Carabinieri mettono in guardia
Aumenta l’impegno dei Carabinieri sul territorio provinciale, dove nel corso del 2016 sono state impiegate oltre 30 mila pattuglie. E cala la criminalità con meno 8 per cento di reati in genere , compresi quelli predatori, furti e rapine (scesi di circa il 7% in un anno), e con i furti diminuiti da 7.700 di due anni fa a 5.800 degli ultimi 12 mesi. È quanto emerge, in sintesi, dal bilancio di un anno di attività svolta dai Carabinieri del Comando provinciale di Udine con le 53 stazioni sul territorio di competenza.
L’occasione per tirare le fila dell’attività è stata una conferenza stampa indetta per il tradizionale scambio di auguri di fine anno dal comandante provinciale, colonnello Marco Zearo, che ha ribadito l’impegno di prossimità dell’Arma. “Credo molto nel rapporto con la popolazione – ha spiegato – Facciamo prossimità da 200 anni, da quando è stata fondata l’Arma. I cittadini sono le prime sentinelle sul territorio”. Nel corso dell’anno sono state oltre 5000 le chiamate pervenute al 112, perlopiù (60%) per richieste di informazioni.
Nonostante i numeri incoraggino, in particolare nell’ultimo periodo si è notata una recrudescenza di furti e rapine: “Per questo – ha sottolineato – non dobbiamo distogliere l’attenzione dalla prossimità alla popolazione, che possiamo garantire grazie ai 53 comandi dislocati su tutto il territorio. Per allertare i cittadini abbiamo organizzato anche oltre 100 incontri con le comunità, a cui hanno partecipato 4000 persone. È stata fertile anche l’attività nelle scuole, con 75 appuntamenti dedicati alla cultura della legalità. Per quello che riguarda i servizi di pattuglia ne abbiamo fatti 30mila, l’impegno non è di certo mancato e continuiamo ad invitare i cittadini a non esitare a chiamarci non appena notino qualcosa di strano».
L’unico dato in contro tendenza è quello delle frodi informatiche, cresciute del 6-7%. Zearo ha invitato ad alzare il livello di attenzione: “Ci si fida di prezzi allettanti sul web, ma non si dovrebbe. Faccio un esempio eclatante: è capitato in provincia – a inizio anno – che una persona avesse visto in vendita su internet una Bmw serie 3 da 5mila euro. Un prezzo poco credibile per una vettura del genere. Il malcapitato ha dato 2mila euro di acconto e poi non ha più visto l’auto e nemmeno i soldi anticipati”.