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Crisi aziendali in provincia di Udine: meno lavoro e più ferie sotto l’albero

Oggi a Udine si è svolto l‘attivo dei delegati e delle delegate della UILM-UIL della provincia. È stata l’occasione per la Segreteria UILM per fare il punto sulle situazioni di crisi e sulle difficoltà  che nel corso del 2023 hanno interessato le aziende metalmeccaniche del territorio.
Questo il dettaglio. 

DYNAMIC TECHNOLOGIES Stabilimento di Attimis, produzione di tubi per impianti di  raffreddamento settore automotive con 140 dipendenti. Contratto di solidarietà al secondo anno (termina a gennaio 2024). Riduzione di personale che ad oggi ha coinvolto 40 lavoratori usciti dall’azienda nell’ultimo  trimestre ed ancora possibili uscite volontarie incentivate entro fine anno. 

RADIATORS Stabilimento di Moimacco, azienda acquisita nel 2022 dal gruppo inglese  Stelrad, produzione di radiatori tubolari, termoarredo e piastre, che a settembre ha dichiarato  un esubero di 49 unità e la non conferma di 29 lavoratori somministrati; ad oggi si sta gestendo  il calo di lavoro con un contratto di solidarietà siglato lo scorso novembre per 12 mesi e si sta  cercando la soluzione condivisa nel piano industriale per la riduzione e gestione degli esuberi. 

FREUD (gruppo Bosch) stabilimenti di Martignacco, Colloredo di Montealbano, Fagagna e  Pavia di Udine 600 dipendenti. Produzione di lame per hobbistica mercato americano. Contratto di solidarietà su stabilimento di Colloredo di Montealbano a scadenza fine anno,  mentre per lo stabilimento di Martignacco sottoscritta la proroga fino a giugno 2024. Stabilimenti di Fagagna e Pavia di Udine Utilizzo di cassa integrazione ordinaria fino a fine  anno. 

FERRIERE NORD (gruppo Pittini) Osoppo. Contratto di solidarietà gestito nel corso dell’anno sulla divisione “metallurgica” produzione  di reti elettrosaldate per l’edilizia, mentre su SIAT, sul laminatoio e acciaieria calo di lavoro  e procedura di cassa integrazione fino a fine anno. 

MARELLI AUTOMOTIVE LIGHTING (Tolmezzo) 850 dipendenti. Gestione ad intermittenza della cassa integrazione ordinaria fino allo scorso giugno, con procedura a livello nazionale di incentivazione all’esodo per i lavoratori indiretti. Situazione critica a livello nazionale con ridimensionamenti e chiusura stabilimenti.

ACCIAIERIE VENETE (Buia) 65 dipendenti. Utilizzo di cassa integrazione ordinaria per carichi di lavoro esigui per nove mesi nel corso  dell’anno e richiesta cassa integrazione anche per il primo trimestre 2024. 

“Il segnale che continuiamo a perdere pezzi di industria è chiaro – dice il Segretario Generale della UILM di Udine Giorgio Spelat -. Le riduzioni di personale e lo spostamento di linee di produzione in siti fuori dal territorio italiano stanno erodendo il tessuto industriale con ricadute non solo occupazionali ma anche sociali, in quanto dietro ad ogni lavoratrice e lavoratore ci sono famiglie, ci sono mariti o mogli, ci sono figli. Ricordo che l‘industria metalmeccanica della provincia di Udine conta 24 mila addetti ed oltre  alle grandi aziende del territorio, l’indotto risulta in sofferenza con scarsa visibilità sul mercato ed il  conseguente utilizzo di ammortizzatori sociali. I dati dell’inflazione seppur in calo rimangono su percentuali importanti e preoccupa la politica di  rialzo dei tassi della BCE con conseguente aumento del costo del credito e riduzione dei prestiti e mutui”. 

Spelat ha anche sottolineato il calo di lavoro e la riduzione di ordini, che stanno portando diverse aziende del territorio a periodi di fermata con utilizzo di ammortizzatori sociali e/o ferie per il periodo natalizio anche dal 18 dicembre all’8 gennaio, come Marelli a Tolmezzo, ma anche Freud, in primis con lo Stabilimento di Martignacco. 

Si è parlato anche di sicurezza sul lavoro: nei primi otto mesi dell’anno la provincia di Udine ha registrato 4.606 denunce di infortunio formalizzate, in aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2022. “La formazione continua, l’informazione e le nuove tecnologie devono essere al centro dei percorsi lavorativi, dai lavoratori più giovani ai meno giovani – afferma Spelat -. Nel 2024 costruiremo la piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, che dovrà essere di svolta ed innovativo, nel metodo e nel merito. Sarà realizzato un questionario che metterà al centro gli iscritti al sindacato rispetto alle tematiche  che comporranno la piattaforma che presenteremo per il rinnovo. Ci attendono sfide epocali, dalla transizione ecologica all’intelligenza artificiale, che stanno già  rivoluzionando il nostro settore – conclude il sindacalista – e per questo avremo bisogno dell’opinione di ogni iscritto per avere un quadro chiaro delle necessità dei lavoratori”.