Crisi Vidoni Spa, lavoratori in attesa dello sblocco della cassa integrazione
Da un lato un percorso di ristrutturazione del debito attraverso un concordato preventivo, dall’altro la cessione in affitto di un ramo d’azienda (quello relativo alle strade) per poter permettere di riprendere almeno in parte le commesse ancora presenti nel portafoglio ordini. Nel mezzo, tra l’incudine e il martello, i lavoratori, circa 250 complessivamente in tutta Italia, di cui 130 in Friuli (e moltissimi di loro carnici), che aspettano l’autorizzazione della cassa integrazione straordinaria, richiesto per un anno a partire dal 1.febbraio scorso.
Questa la fotografia scattata ieri dai sindacati rispetto alla crisi della impresa di costruzioni Vidoni Spa di Tavagnacco, finita lo ricordiamo al centro di una inchiesta giudiziaria dopo lo scandalo scoppiato a livello nazionale per le tangenti Anas. “Ci preoccupa molto questa situazione di incertezze – ha spiegato Gianni Barchetta della Filca Cisl – anche se il problema più grosso è l’esistenza dell’impresa stessa; abbiamo fatto un incontro con la proprietà, ci hanno spiegato che presenteranno a giorni un piano ristrutturazione del debito e la proposta dell’affitto di ramo d’azienda che potrebbe interessare una trentina di dipendenti”. Nel frattempo ce ne sono circa una ventina che non stanno ricevendo nemmeno la cassa integrazione ordinaria dall’agosto scorso.
Altro tasto dolente il fattore del mono-committente Anas, alla luce della revoca alla Vidoni dell’appalto da 143 milioni della Salerno – Reggio Calabria: “le ripercussioni che l’azienda potrebbe avere sono allarmanti – ha segnalato Francesco Gerin della Fillea Cgil – la speranza è che almeno con un affitto di ramo d’azienda si possa sbloccare qualcosa, non sappiamo però ancora tempistiche, modalità e quali siano i possibili acquirenti visto che sul portafoglio ordini rimangono gli appalti già aggiudicati in Sardegna (sempre con l’Anas) e a Pordenone (Autovie)”.
La crisi della Vidoni non fa che aggravare la già complicata situazione del comparto edile in regione, ha segnalato Massimo Minen della Feneal Uil: “lo stiamo perdendo piano piano, questa è una delle imprese più grosse e strutturate; continua la carenza di appalti, solo tra dicembre e gennaio abbiamo perso in Provincia 300 muratori, una crisi che non da segni di svolta, per questo ci appelliamo alla Regione affinchè smuova le acque”.