Da 30 anni la Protezione Civile di Buja esempio di grande volontariato
“Dedicare il proprio tempo, e farlo gratuitamente, sacrificando gli spazi privati e quelli della famiglia, per aiutare chi ha bisogno ed è nella difficoltà. Questo fanno i volontari della Protezione civile, una realtà nata e sviluppatasi in Friuli, per prima in Italia, proprio qui, nei paesi del ‘cratere’ del terremoto del 1976”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli che questa mattina, portando il saluto del governatore Massimiliano Fedriga, ha preso parte alla cerimonia che, a Buja, ha ricordato la fondazione, trent’anni fa, del Gruppo comunale di protezione civile, insieme al sindaco Stefano Bergagna e il vicesindaco con delega alla Protezione civile, Giovanni Calligaro.
Come ha proseguito Zilli, “dai giorni del sisma a oggi ci portiamo dentro la sofferenza dei lutti di quella tragedia, della distruzione delle scosse, ma ci portiamo dentro, forti, anche i valori legati al sacrificio e alla fatica, alla responsabilità. Dell’aiuto dell’altro, della comunità in sofferenza: e questo vale ancora di più nel particolare momento storico che stiamo vivendo, con la guerra ai confini dell’Europa e i nostri volontari di valore che hanno raggiunto la Slovacchia per allestire un campo per i profughi ucraini in fuga. Grazie a tutte queste persone, uomini e donne che, col cuore grande, dedicano il loro tempo agli altri, coinvolgendo le nuove generazioni, supportando le amministrazioni municipali nella protezione dei propri territori. Al Gruppo di Buja che taglia oggi l’importante traguardo dei 30 anni, auguro di crescere ancora”.
“La pandemia ci ha chiesto grande sforzo di comunità e spirito di unione, e il momento particolare che stiamo vivendo, fatto di incertezza, di crisi economica, ce ne richiederà ancora – ha detto Zilli -. Ecco che allora dobbiamo prendere ad esempio dai volontari di protezione civile, che incarnano queste caratteristiche nella loro attività quotidiana a favore del bene comune: in questa giornata di festa, che doverosamente ricorda l’impegno trentennale che il Gruppo di Buja ha profuso per la nostra comunità, la Regione tiene a rinnovare gratitudine e sostegno”.
“La Protezione civile è figlia della tragedia del sisma; incarna la lungimiranza del commissario Zamberletti e quella dei sindaci di allora, assieme alle caratteristiche uniche della gente friulana, capace di fare cose meravigliose – ha aggiunto Zilli -. Non a caso il ‘modello Friuli’ resta un esempio di come le cose si possano fare, e bene, anche quando sembra che sia impossibile. Ricordiamo sempre questa nostra storia e continuiamo insieme a portarne avanti i valori”.
“L’amministrazione regionale non mancherà di sostenere le necessità della Protezione civile, anche e soprattutto in questo momento, che la vede in prima linea per l’accoglienza dei profughi ucraini e per l’aiuto all’estero di queste popolazioni colpite dalla guerra. Quando accade qualcosa in Italia o nel mondo, in mezzo a mille difficoltà e incertezze, possiamo sempre contare su una certezza: la presenza della Protezione civile”, ha concluso Zilli.
Il Gruppo comunale di protezione civile di Buja nasce nel 1992; e da allora a oggi molte cose sono cambiate: nel 1994 è stata riconvertita una parte del capannone installato nel post terremoto nella zona artigianale di Buja di via Casele dall’allora Esa (Ente sviluppo artigianato) a seguito del piano del commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, porzione di stabile che poi è diventata la sede del Gruppo, oggi coordinato da Claudio Rugo, con 26 volontari iscritti.
In forza anche un Gruppo antincendio boschivo (Aib) con 6 volontari attivi e 10 in tutto che sono stati formatati, subito disponibili. Durante la cerimonia, tenutasi nella struttura comunale di Monte di Buja, alla presenza di numerosi sindaci dei comuni contermini, il sindaco Bergagna ha premiato alcuni volontari che hanno prestato la loro opera nel corso degli ultimi trent’anni.