Dagli sci club FVG la richiesta alla Regione di aprire le piste
I 38 sci club del Friuli Venezia Giulia del settore sci alpino hanno inviato una lettera al governatore Fedriga, all’assessore regionale Bini e al direttore di Promoturismo Fvg Gomiero, oltre che al presidente regionale Fisi Dunnhofer, ai consiglieri federali Sima e Paruzzi e ai sindaci di otto località montane friulane, per chiedere che le piste di sci alpino del Friuli Venezia Giulia e i relativi impianti di risalita vengano aperti per consentire agli atleti di allenarsi senza essere obbligati a migrare in Veneto e Alto Adige.
La lettera, come evidenzia Anna Sandroni, presidente dello Sci Club Sappada (promotore dell’iniziativa assieme allo Sci Club Monte Canin di Udine e alko Sci Cai XXX Ottobre di Trieste), “è un invito a individuare insieme le soluzioni ad una situazione di grande difficoltà per tutto il settore agonistico del mondo dello sci regionale, nel massimo rispetto di quanto la Regione sta già facendo a tutela del Friuli Venezia Giulia. Vogliamo evidenziare che tutti gli sci club regionali sono a disposizione per collaborare nella stesura e gestione del protocollo operativo che ci consenta di infondere un segnale positivo a tutti gli atleti, alle loro famiglie e agli allenatori che si impegnano quotidianamente in questa disciplina e che contano su questi mesi di allenamento per il loro futuro agonistico”.
L’iniziativa degli sci club trae spunto dalla delibera della Fisi, stando alla quale a partire dal 30 novembre è stato possibile far ripartire gli allenamenti sull’intero territorio nazionale per tutti gli “atleti di interesse nazionale” delle categorie giovanili. Il presidente della Fisi Roda ha esteso questa qualifica anche alle categorie Pulcini e Children.
“I nostri Sci club – si legge nella lettera – si impegnano nella promozione di attività agonistica giovanile di sci alpino e i mesi autunnali sono fondamentali per la preparazione. Dopo settimane di fermo ed una preparazione ancora da completare, l’arrivo dei primi freddi dovrebbe permettere di svolgere, seppur in ritardo rispetto agli anni precedenti, l’ultima fase degli allenamenti, che auspicabilmente li porterà alle competizioni regionali valide come qualificazioni per le finali nazionali. Considerando che la prima finale nazionale è calendarizzato per fine gennaio, con qualificazioni regionali da svolgersi entro metà dello stesso mese, è evidente che un blocco fino a gennaio rischierebbe di compromettere la stagione, sia dal punto di vista agonistico, sia per i rischi sull’integrità degli atleti, che si troverebbero a competere su piste molto impegnative senza avere la preparazione tecnica adeguata. Le conseguenze sarebbero irrimediabili anche per i sodalizi e per tutto il movimento regionale, con la perdita di tesserati che difficilmente potranno essere recuperati”.
Intanto da questa settimana alcune piste di allenamento sono state aperte in Alto Adige e in Veneto. Le regole che stanno applicando prevedono limiti di accesso nei tracciati e suddivisione degli allenamenti in fasce orarie. Viene messa a disposizione una lista di strutture ricettive appositamente adattate alle esigenze degli sci club prevedendo dei protocolli molto simili a quelli adottati dalle squadre nazionali.
Gli sci club regionali nella missiva evidenziano la necessità che anche il Friuli Venezia Giulia adotti soluzioni simili se non identiche a quelle del Veneto e dell’Alto Adige. “Perseguire tale strategia- concludono la lettera i tre sci club – avrebbe molteplici benefici. In primo luogo andremmo a salvaguardare la salute di atleti e allenatori evitando lunghe trasferte e spostamenti in altre regioni, comunque permessi, ma che in questo momento vengono sconsigliati e limitati il più possibile. Da non sottovalutare gli effetti economici a beneficio delle località montane e da ultimo, ma non per importanza, la salvaguardia di un movimento che senza un intervento di questo genere rischia di subire dei danni irreversibili”.
(nella foto giovani esponenti dello Sci Club Sappada)