Dalla Carnia all’India con una borsa di studio: il racconto di Dalila Gianesini
Dalila Gianesini, studentessa della 5a liceo classico dell’ISIS Paschini Linussio di Tolmezzo, ha trascorso lo scorso anno scolastico in India, grazie a una borsa di studio e al programma di mobilità studentesca internazionale di “Intercultura”, associazione che aderisce alla rete internazionale AFS Intercultural Programs ed EFIL (European Federation for Intercultural learning).
Come spiega Dalila nel suo resoconto di viaggio, per vivere un’esperienza così forte ci vogliono «cuore e consapevolezza». Rientrata in Friuli in anticipo a seguito della pandemia che ha colpito anche il continente asiatico, la studentessa frequenta ora il quinto anno, con lo stesso “cuore” e la stessa “consapevolezza” che l’hanno portata un anno lontano.
Riportiamo di seguito il suo resoconto di viaggio pubblicato sul sito dell’istituto tolmezzino. La foto di copertina è stata scattata da lei.
Un ricordo indelebile
Grazie ad una borsa di studio finanziata da Intercultura, ho avuto la fortuna di partecipare ad un programma di studi all’estero, in una meta molto particolare ed inusuale: l’India. Perché proprio l’India, vi starete chiedendo, tra tutte le destinazioni del mondo tra cui scegliere per passare un anno all’estero? Volevo un paese completamente diverso, accattivante e che mi mettesse alla prova. È stato infatti così all’inizio, ci sono state alcune difficoltà, poiché avevo riscontrato un forte attrito tra la cultura indiana e la mia, ma questo non ha fatto altro che portarmi a rivalutare gli schemi, a non paragonare il mio vecchio stile di vita a quello nuovo, a cancellare ogni tipo di aspettativa.
Alla fine ho realizzato una cosa sorprendente: gli Indiani non sono altro che “gli Italiani dell’Asia” e questo mi ha fatto sentire a casa come non mai. Osservando a fondo la quotidianità che mi circondava, ho notato come, anche in India, le persone cantano a squarciagola quando sono felici; il cibo è preso molto sul serio; ogni nonna ha la sua ricetta segreta per preparare il chai (tè con il latte) e si preoccupa se non finisci tutto ciò che ti viene messo sul piatto; ed infine, un match di cricket è quasi considerata una questione di stato, proprio come una partita di calcio in Italia.
Ho avuto il grande privilegio di immergermi in questo nuovo mondo grazie all’ospitalità di una famiglia locale, loro mi hanno insegnato tanto riguardo alla loro cultura ed mi hanno reso partecipe di molteplici celebrazioni tipiche della religione induista. La mia famiglia mi ha appoggiato e sostenuto anche nei momenti più difficili; non dimenticherò mai quando mia madre ospitante un giorno mi disse che era destino che ci fossimo incontrate in questa vita, e che molto probabilmente, in una vita precedente la mia strada si era unita alla loro lasciando un ricordo indelebile, capace di guidarmi inconsciamente nelle decisioni future, che mi hanno appunto portato lì, con loro. Saranno sempre una seconda casa per me e per questo gli sarò sempre riconoscente.
Durante la mia esperienza ho frequentato un College dove ho appreso un nuovo modus operandi, completamente diverso dal sistema scolastico italiano con materie di indirizzo a noi non comuni (ad esempio economia e management o scienze domestiche). A scuola sono di fondamentale importanza anche i club e le attività di volontariato, che portano gli studenti a sviluppare le loro doti di leadership e a prendere consapevolezza delle molteplici realtà che li circondano, a volte totalmente differenti da quelle in cui vivono. In classe ho stretto amicizie che coltivo ancora oggi e ho condiviso momenti profondi, che non avrei potuto provare, stando in Italia.
Grazie a questa esperienza ho capito che sono veramente tanti i falsi preconcetti che abbiamo verso ciò che ci appare così lontano e differente; mi ha aperto un mondo nuovo, più ampie sono ora le possibilità e gli orizzonti futuri. A livello personale, questo genere di maturità e consapevolezza di sé e del mondo circostante, è impagabile; tuttavia, riconosco che non sia adatta a tutti, ci vuole coraggio per partire senza conoscere la destinazione e ci vuole un grande cuore, grande abbastanza da contenere ciò che ci si lascia (temporaneamente) alle spalle e che abbia spazio a sufficienza per le cose nuove che si troveranno una volta giunti a destinazione. Nonostante all’inizio posso fare paura ed incuriosire allo stesso tempo, ciò che si ricava da un’avventura di questo tipo, non importa quanto tortuosa e piena di ostacoli possa essere la via da percorrere, ne sarà sempre valsa la pena.
DALILA GIANESINI