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Dall’Alleanza friulana domini collettivi 7 proposte per la montagna

Riceviamo da Delio Strazzaboschi dell’Alleanza friulana domini collettivi e pubblichiamo.


Tre assi di intervento (digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale), sei missioni che raggruppano 16 componenti, che a loro volta si articolano in 48 linee di azione; previsione complessiva di spesa 224 miliardi di euro. Per ogni missione sono indicate le riforme necessarie alla loro realizzazione, nonché i profili più rilevanti ai fini del perseguimento delle tre priorità trasversali: “Parità di genere”, “Giovani” e “Sud e riequilibrio territoriale”.
Il prossimo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta probabilmente l’ultima occasione per evitare che il Paese si dissolva, poiché l’enormità delle disuguaglianze in Italia impone che la loro eliminazione diventi il primo compito, l’unica vera politica quale che sia il governo. Su tali ipotesi programmatiche, l’Alleanza Friulana Domini Collettivi avanza le sue prime sette proposte a favore della montagna friulana, confermando la necessità di concentrare gli interventi esclusivamente nelle aree più marginali (Comuni con svantaggio elevato, ex fascia regionale C) e ricordando peraltro come l’ingiusta condizione montana sia anch’essa l’amaro frutto politico delle grandi disuguaglianze, in questo caso territoriali.

1) Realizzazione del polo tecnologico territoriale delle amministrazioni pubbliche (PTA), per decongestionare i centri urbani, l’innovazione tecnico-organizzativa comune in amministrazioni diverse, per la formazione e l’erogazione di servizi pubblici.

2) Telelavoro in montagna di dipendenti pubblici extra-area, predisponendo le condizioni materiali per una diversa scelta di vita (nuovi domiciliati e residenti).

3) Analogo smart-working di dipendenti e autonomi extra-area del settore privato, nuovi abitanti in montagna (nell’ultimo anno il telelavoro è decuplicato nelle grandi imprese e la fibra ottica ha raggiunto, con venti anni di ritardo e ancora senza servizio, tutti i paesi, disabitati).

4) Conseguente recupero e gestione collettiva dell’enorme e degradato patrimonio edilizio dei paesi, oggi tutti in vendita, a fini residenziali (telelavoratori in affitto o in acquisto) e turistici (albergo diffuso), mediante l’intervento diretto delle Comunità attraverso propri strumenti (comune, dominio collettivo o cooperativa di comunità che sia).

5) Coerente sostegno all’imprenditoria locale, specie giovanile e associata, nei settori agro-alimentare, artigianato tipico, commercio di prossimità e turistico.

6) Valorizzazione del formidabile patrimonio boschivo mediante il recupero a fini energetici delle biomasse legnose (punte, rami, stanghe) e le utilizzazioni forestali per la vendita di legname assortimentato a piazzale; ma soprattutto ricerca, progettazione e produzione di pellet da biomassa forestale anziché dai residui delle segherie, praticamente scomparse.

7) Rigenerazione dei prati e dei pascoli di valle e di monte per l’allevamento estensivo di animali da carne (bovini e ovini di razze semibrade) per un consumo responsabile e nazionale, sottraendo la zootecnia montana alle economie di scala e alla concorrenza esasperata della produzione di latte, ma curando l’ambiente, migliorando il paesaggio e anche la salute e il benessere animale.

Accanto alla transizione verde e digitale, crescita inclusiva e coesione sociale e territoriale costituiscono i due pilastri fondamentali della programmazione e del contenuto dei PNRR di tutta Europa. Grazie anche al rafforzamento finanziario della precedente, ma molto discutibile, Strategia nazionale per le aree interne e ai complementari fondi Fvg per lo sviluppo regionale e rurale, l’Alleanza Friulana Domini Collettivi confida che non si voglia fallire anche questa, ultima, occasione per la Montagna.

DELIO STRAZZABOSCHI
Alleanza friulana domini collettivi

(foto di Luca Tomat)