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Decreto Sostegni, il plauso di Confcommercio e Confartigianato Fvg

Agli italiani piegati dal Covid arrivano circa 32 miliardi di euro, un terzo alle imprese, oltre un decimo agli enti locali.

Ecco il decreto Sostegni, la nuova iniezione di risorse per imprenditori, lavoratori e amministratori alle prese con una crisi sanitaria e finanziaria destinata a risolversi solo con la campagna vaccinale, alla quale sono stati stanziati quasi 3 miliardi.

STRALCIO – Sono cancellate le vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro. Rate e nuove cartelle esattoriali sospese fino al 30 aprile e una sanatoria ad hoc per le partite Iva in difficoltà.

PARTITE IVA E IMPRESE – Possono accedere a contributi a fondo perduto, se hanno un fatturato fino a 10 milioni e nel 2020 perdite medie mensili del 30% rispetto al 2019: gli aiuti vanno da 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le giuridiche) a 150mila euro. Per le imprese ci sono 5 fasce di ricavi con percentuali differenziate dei sostegni, dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi.

GRANDI AZIENDE – Se in crisi ma con prospettive di ripresa possono attingere a finanziamenti agevolati da restituire in 5 anni: c’è un fondo di 200 milioni presso il Mise. Il Fondo sociale per l’occupazione e la formazione del Ministero del lavoro, è rifinanziato con 400 milioni ed è prorogata per tutto il 2021 l’integrazione salariale della cigs per i lavoratori ex Ilva, destinando 19 milioni.

LAVORO – Blocco dei licenziamenti prorogato a giugno, e fino a ottobre per le aziende che usano la cassa integrazione Covid, valida fino al 31 dicembre (massimo 28 settimane), per 3,3 miliardi. Quelle con cassa integrazione ordinaria possono chiedere 13 settimane tra aprile e giugno per Covid, senza contributo addizionale. Ci sono 1,5 miliardi per l’esonero dei contributi previdenziali dovuti da autonomi e professionisti. I contratti a tempo determinato possono essere rinnovati o prorogati senza causale fino al 31 dicembre.

REDDITO DI CITTADINANZA – È rifinanziato per 1 miliardo. Tre nuove mensilità del reddito di emergenza alle famiglie (1,52 miliardi). Fino al 31 dicembre non serve aver lavorato 30 giorni nell’ultimo anno per ottenere la Naspi. Una tantum da 2.400 euro per lavoratori stagionali, del turismo, termali e dello spettacolo che hanno perso il posto, e per quelli dello sport varia da 1.200 a 3.600 euro.

LOTTA AL COVID – Stanziati oltre 4,5 miliardi: 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini, 700 milioni per i farmaci, 1,4 miliardi per le attività del Commissario, 345 milioni per il coinvolgere più medici possibile, 50 milioni come remunerazione aggiuntiva delle farmacie, dove si potrà somministrare il siero.
Per i Covid Hospital sono previsti 51,6 milioni. Cade il vincolo del rapporto esclusivo per gli infermieri pubblici vaccinatori.

ENTI LOCALI – Sono stanziati oltre 3 miliardi: metà nel fondo per gli enti locali, 260 milioni in quello per Regioni e Province autonome, 800 milioni per il Tpl, 250 milioni come ristoro per il mancato incasso della tassa di soggiorno, e un altro miliardo per rimborsare alle Regioni le spese sanitarie del 2020 per il Covid.

TURISMO – Sostegni per 1,7 miliardi, fra cui 700 milioni per le zone danneggiate dalla chiusura degli impianti di sci e 900 milioni per gli stagionali.

CULTURA – In arrivo 400 milioni di euro in più: 200 milioni per spettacolo, cinema e audiovisivo, 120 milioni per spettacoli e mostre e 80 per il settore del libro e la filiera dell’editoria.

SCUOLA – Ci sono 150 milioni per il recupero delle competenze e della socialità durante l’estate, e altri 150 milioni per aspetti più sanitari. Il personale scolastico e amministrativo assente per vaccino è “giustificato”.

MATRIMONI E EVENTI – Per le filiere più colpite dalla crisi (anche commercianti e ristoratori dei centri storici) c’è un fondo da 200 milioni. Ci sono 200 milioni in più per imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, 100 milioni per la cancellazione di fiere e congressi e 150 per le fiere internazionali.

LE REAZIONI 

Da Pozzo sul decreto Sostegni: «Bene il superamento dei codici Ateco, ma risorse ancora insufficienti»

«Si tratta di misure di ristoro ancora insufficienti, con parametri troppo selettivi, ma che danno almeno una risposta più equilibrata, rispetto a quanto fatto in passato, alle esigenze dei diversi comparti del terziario penalizzati dalla drammatica congiuntura che affossa l’economia da ormai più di un anno». Lo afferma il vicepresidente nazionale e presidente regionale di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo sul decreto Sostegni varato dal Consiglio dei ministri e presentato dal premier Mario Draghi. «Fondamentale, oltre alla proroga della cassa Covid, aver finalmente superato il sistema dei codici Ateco che aveva sin qui penalizzato ed escluso numerose imprese, di fatto tagliate fuori da qualsiasi misura di supporto – prosegue Da Pozzo –. Preoccupa invece, in una fase in cui l’Italia è ancora sottoposta a forti misure restrittive, con una campagna vaccinale non decollata come avremmo sperato, un intervento da 11 miliardi a favore di circa tre milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, a fronte di una spesa per consumi calata nel 2020 di quasi 130 miliardi. Servono da un lato ulteriori risorse, dall’altro interventi strutturali che guardino al dopo pandemia».

Il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, evidenzia l’eliminazione dei codici Ateco, come richiesto, gli impegni per la montagna e anche per la filiera del wedding. «Ora restiamo in attesa degli interventi strutturali».

«È indubbiamente un passo avanti nella direzione giusta: non ci sono più i codici Ateco come avevamo chiesto; sono previsti fondi specifici per la montagna, che caratterizza per oltre il cinquanta per cento il territorio regionale; è ricompresa in modo esplicito, tra le altre, la filiera del wedding, dove c’è una presenza artigianale significativa. Non ci si può fermare qui, però. Il Governo deve ora pensare agli interventi per il lungo periodo».

Il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, commenta così il decreto Sostegni appena varato dal Consiglio dei ministri, il primo dell’era Mario Draghi in tema di ristori per l’economia colpita dalle conseguenze del virus Covid-19. Un intervento da 32 miliardi, con cifre minime da mille e duemila euro, a seconda che si sia ditta individuale o impresa.

«Dopo le risorse a fondo perduto che la Regione ha immesso nel sistema, quello dello Stato era un intervento atteso», prosegue il presidente Tilatti, ma osserva anche che la misura, per quanto importante, resta ancora nel perimetro emergenziale. «È tempo di progettare modalità di accompagnamento fuori e oltre la crisi con una prospettiva decennale», aggiunge. E precisa: «Le imprese necessitano di prestiti a 20-30 anni e con tassi adeguati a una ripartenza. Ci deve essere una copertura del 100% della perdita del fatturato 2020 in rapporto a quello del 2019 – elenca -. Quanto alla partita fiscale, gli imprenditori non chiedono regali, ma è indispensabile una ri-calendarizzazione delle scadenze che l’anno scorso sono state sospese o dilazionate nel tempo, in modo da garantire una gradualità per affrontare gli oneri». Si tratta «di interventi essenziali perché virtuosi», sottolinea Tilatti. «Essi, infatti, consentirebbero di pagare i lavoratori, i fornitori e il fisco, mantenendo quindi attivi gli ingranaggi dell’economia».