Dogna: fu accusato di peculato, Gianpaolo Peruzzi assolto dopo 9 anni
Si è concluso, avanti al Giudice monocratico del Tribunale di Udine dott. Emanuele Lazzaro, il procedimento penale a carico di Gianpaolo Peruzzi, 67 anni di Tavagnacco domiciliato a Moggio Udinese, già dipendente del Comune di Dogna sino al 2014.
Peruzzi era imputato del reato di peculato per una serie di ammanchi perpetrati a danni del Comune in cui ricopriva il ruolo di responsabile dei servizi finanziari. Il Giudice, accogliendo, sia la richiesta della difesa sia della pubblica accusa rappresentata dal P.M. dott. Luca Olivotto, ha assolto Peruzzi con la più ampia formula da ogni e qualsiasi imputazione in quanto il fatto non sussiste. La sentenza adottata segue quella della terza sezione d’appello della Corte dei Conti, che aveva già assolto sia Peruzzi che l’ex segretario comunale di Dogna Graziano Brocca per non aver commesso il fatto.
La vicenda giudiziaria trova inizio nel 2013, quando l’allora Giunta Comunale, formata dal sindaco Gianfranco Sonego, dal vicesindaco Eleonora Cecon e dall’assessore Simone Peruzzi (attuale sindaco), segnalarono un disavanzo d’amministrazione. Vasta fu l’eco giornalistica data a tale notizia, sia per l’entità del disavanzo che la Giunta indicò per una somma superiore ai 400 mila euro e che la procura della Corte dei Conti però, ancor prima del dibattimento del giudizio di primo grado, ridusse a poco più di 30 mila euro, sia per l’elevato importo che la Giunta denunciò quale ammanco nelle casse comunali perpetrato dal responsabile finanziario, Gianpaolo Peruzzi appunto, e da cui partì la denuncia per peculato. La vicenda ebbe anche una grande valenza politica data alla situazione finanziaria dell’ente da parte degli amministratori, i quali accusarono la Giunta regionale, a guida Serracchiani, di scarso o nullo interesse ed impegno verso la comunità, organizzando con gli amministratori di centrodestra della vallata e del Gemonese manifestazioni di protesta, oltre a minacciare dimissioni.
”Sono felice, non solo per l’esito processuale – dice Gianpaolo Peruzzi -, ma anche perché si è giunti all’emissione di una sentenza ed era quello che desideravo, in quanto si correva il fondato rischio di veder archiviato il tutto per prescrizione. Era ed è una questione personale, ci tenevo a sentir pronunciare la frase: assolto perché non hai fatto nulla! Tanti sono stati sempre convinti della mia innocenza, mentre per gli altri non sarà certo una sentenza a distoglierli dalla loro convinzione. Sono altrettanto certo che, purtroppo, nessuna sentenza mi restituirà quanto, con tanta violenza e cattiveria, i componenti dell’allora Giunta comunale mi hanno strappato, provocandomi grossi problemi fisici e psichici che sto faticosamente curando. Per quanto attiene poi ad eventuali ulteriori appendici giudiziarie alla sentenza, come ho sempre fatto mi affiderò alla giustizia, quella vera, che si svolge all’interno delle aule dei tribunali, negli uffici giudiziari e non certo quella delle piazze, delle fermate dei bus, dell’ombra degli ippocastani o, quel che è peggio, dei social. Un immenso grazie va all’avvocato Daniele Liani del foro di Udine – conclude Gianpaolo Peruzzi –, un grande e serio professionista capace di ascoltare e aiutare chi, come me, si ritrova a dover lottare contro accuse grandissime e denigranti”.