Donne, crescono le imprese artigiane in FVG, ancora disparità sugli stipendi
Non fanno solo mestieri tipicamente femminili. Le pari opportunità investono con forza anche il mondo delle partite iva e così, in regione, nell’esercito delle 33 mila “donne indipendenti” – leggi: titolari d’impresa e libere professioniste – s’incontrano anche tanti profili che un tempo erano esclusivo appannaggio dell’universo maschile. Donne a capo d’imprese votate alla carpenteria metallica, alla meccanica di precisione, all’edilizia. Il 2016 è stato per loro un anno da ricordare. Il Friuli Venezia Giulia si è infatti distinto a livello nazionale per essere la regione con la maggior crescita percentuale (+2,3%) di titolari artigiane, che balza addirittura a doppia cifra (+13%) se si allarga la panoramica all’ultimo decennio.
“I numeri – afferma la neopresidente del movimento Donne Impresa di Confartigianato Udine, Filomena Avolio – testimoniano l’intraprendenza delle donne del territorio che hanno deciso di svolgere un mestiere artigiano”. Avolio invita a “rottamare” la categoria del genere nell’analisi dei fenomeni legati all’imprenditoria. “L’impresa è impresa a prescindere dal fatto che a guidarla sia un uomo o una donna. Detto questo è inutile nascondere che per il gentil sesso guidare un’azienda può essere più difficile. Sia per le sacche di pregiudizio, che vanno superate – afferma ancora Avolio -, sia perché sulla donna ricadono una serie di problemi, legati alla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, ma anche alla salute, alla pensione, alla retribuzione, all’accesso al credito, che vanno superati per non creare disparità. Dalla loro, le donne hanno però una marcia in più nell’approccio sia alla gestione che all’organizzazione d’ impresa”.
Sulle 33 mila “indipendenti”, l’incidenza sul totale delle donne occupate in regione (dipendenti e indipendenti/autonome) è del 15,1%, più bassa della media nazionale, che si attesta al 18,3%. Oltre 8 mila sono quelle con cariche imprenditoriali artigiane, di cui 4.200 titolari. In relazione all’artigianato, l’imprenditoria femminile del Fvg si colloca come detto ai primi posti nella classifica delle regioni italiane per numerosi indicatori: se a livello generale il 25% delle titolari d’impresa – una su quattro – è artigiana (4° posto in Italia), la percentuale balza al 67% nel settore dei servizi, guadagnando al Fvg un altro primato a livello nazionale.
LA DENUNCIA DEI SINDACATI
Meno pagate, meno occupate, più discriminate. La crisi non ha certo contribuito a migliorare la condizione delle donne sul mercato del lavoro, fermando quel lento processo di crescita dell’occupazione femminile che aveva caratterizzato l’Italia e la nostra regione fino al 2008. «E la ripresa occupazionale registrata tra le donne nel 2016 in Fvg, pur essendo un segnale positivo, non basta certo a recuperare il terreno perduto a causa della crisi né tantomeno a compensare gli squilibri di genere che continuano a caratterizzare il mercato del lavoro», commenta Orietta Olivo, responsabile lavoro e welfare della segreteria regionale Cgil, alla vigilia dell’8 marzo.
Oltre a scontare il peso di un gap salariale che mediamente sfiora il 25% rispetto ai colleghi maschi e le penalizza anche nelle prospettive pensionistiche, le donne continuano ad evidenziare – anche in Fvg – un basso livello di partecipazione al mercato del lavoro. Nonostante il recupero di 4.000 posti attestato dall’Istat nei primi 9 mesi dello scorso anno, il numero dioccupate, 217mila in tutto, continua ad essere sensibilmente più basso rispetto a quello degli occupati maschi (281mila), così come quello delle attive, dato dalla somma tra occupate e persone in cerca di lavoro (240mila tra le donne, 299mila tra i maschi). Il primato femminile è solo quello della disoccupazione, con un totale di 22mila donne senza lavoro a settembre 2016, contro 18mila maschi, per un tasso di disoccupazione femminile che, pur in lieve discesa rispetto al 2015, supera ampiamente quello maschile (9,4% contro 6%).
Altro motivo centrale della Giornata della donna quello del lavoro povero: «Che riguarda uomini e donne, è vero, ma pesa maggiormente sulla componente femminile, molto forte in settori e realtà più esposte alla precarietà come gli appalti di servizi, il terziario, i call-center», ricorda Olivo. Non a caso la questione salariale è il tema centrale scelto dalla Cgil Fvg per la principale iniziativa organizzata in occasione dell’8 marzo: l’appuntamento è al Kinemax di Monfalcone, dove verràproiettato Sette minuti, il recente film di Michele Placido dedicato alla storia vera della battaglia di un gruppo di operaie contro la nuova proprietà della loro fabbrica, che intende ridurre i tempi della pausa pranzo.
Ma l’8 marzo sarà anche l’occasione per riflettere nuovamente sulle piaghe della violenza contro le donne e il femminicidio, uno dei grandi remi che hanno portato l’associazione Non una di meno a promuovere lo “Sciopero delle Donne”, cui aderisce tra gli altri anche la Flc, il sindacato Cgil di scuola, università e ricerca. «Un’iniziativa – conclude Olivo – nei confronti della quale esprimiamo tutta la nostra vicinanza, perché solleva temi e questioni da sempre al centro dell’impegno della nostra confederazione».