Emozione a Gemona per la consegna del “Gamajun” alla gente friulana
Maria Brollo e Annamaria Contessi, le maestre che insieme ad altri colleghi ad Ospedaletto di Gemona nel 1976 aprirono un campo scuola con 5 bambini divenuti 100 nell’arco di brevissimo; Susanna Venturini, figlia di Luigi, il “dottor h24” come fu soprannominato in quei giorni e mesi perché per i terremotati era sempre in servizio; Enzo Pischiutti un perno per l’ufficio tecnico comunale sempre in contatto con il commissario straordinario. E poi Mauro Vale, che ha salvato i lacunari di Pomponio Amalteo e i coniugi Maria Vittoria Candusso e Aldo Andenna che il centro storico di Gemona, dove la loro casa era crollata parzialmente, lo abbandonarono per pochissimo. E ancora, Grazia Levi, già direttrice della sede Rai Fvg, che da gemonese, su indicazione dell’allora sindaco Ivano Benvenuti, rispose a tutte le migliaia di lettere con donazioni che arrivano al Comune.
A loro, come simbolo di tutta la gente friulana che 40 anni fa reagì all’immane tragedia del terremoto, ieri nella sala consiliare del Comune di Gemona il Laboratorio internazionale della Comunicazione, ha voluto consegnare il Gamajun International Award-Premio Bruno Demarchi 2016, giunto alla sua 25ª edizione. Un premio condiviso anche con i rappresentanti delle istituzioni civili ed ecclesiali di allora e per loro ritirato dal sindaco Paolo Urbani.
“È grazie alla gente friulana e a un patto molto reale con l’amministrazione e la politica locale e regionale che il Friuli è riuscito a risorgere, nel senso di resurî – ha sottolineato la direttrice del Lab, Manuela DeMarchi -, ovvero rinascere, risorgere, ricordare e richiamare alla memoria”. La Comunità friulana, così, in questo 2016 si aggiunge all’elenco lungo e prestigioso dei premiati Gamajun – tra gli altri Romano Prodi, Renzo Arbore, Mario Luzi, Fabrizio De André, Tahar Ben Jelloun, Mario Monicelli, Derrick De Kerckhove, Antonino Caponnetto, Noa, Sergio Zavoli, Carlo Rubbia la Comunità di Sant’Egidio, Ottavio Missoni, Carlo Petrini la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition -, cui si riconosce “il valore unico ed eccezionale per capacità di innovazione e di porre le proprie competenze a servizio delle comunità”.
A consegnare il premio, dopo la motivazione letta da DeMarchi, due fra i 70 giovani studiosi di italianistica provenienti da 33 Paesi – di cui 7 discendenti di emigranti friulani – che sono giunti a Gemona per questa 54ª edizione del Lab a studiare fino al 12 agosto. Sono state Lika Cisse, senegalese e figlia di una studentessa del Lab che a Gemona venne 20 anni fa, e la coreana Kwon Kimin. “Sentitevi a casa vostra – ha detto il sindaco Urbani rivolgendosi a loro e a tutti i corsisti -, perché la bella Gemona che voi oggi vedete è stata possibile anche grazie ai tanti aiuti internazionali che 40 anni fa ci giunsero”. E a quella dimensione internazionale della solidarietà di cui fece esperienza il Friuli ha fatto riferimento anche il consigliere regionale Ennio Agnola, intervenuto in rappresentanza della presidente Debora Serracchiani impedita per impegni presi in precedenza ma presente con uno scritto. “La nostra vocazione al dialogo e all’apertura, che si conferma con la presenza qui di questi 70 giovani – ha detto – crediamo sia la migliore risposta a chi oggi per affrontare un momento difficile e complesso vuole chiudere porte e frontiere”.
L’ex senatore Diego Carpenedo ha considerato che la grande eco avuta dal 40° “rivela il desiderio profondo di recuperare lo spirito di allora per far fronte al terremoto economico che stiamo vivendo oggi”. Sono intervenuti anche l’assessore provinciale alla Cultura Francesca Musto, la vice presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Maria Pia De Luca e il professor Nicola Strizzolo ha rappresentato il rettore dell’Università degli studi di Udine, nata, è stato ricordato, dalle 125mila firme raccolte tra le tende nell’estate del 1976.
Dando esempio del valore e della qualità degli studi che si compiono al Lab durante tre settimane, la premiazione è stata arricchita da una preziosa e articolata ricostruzione filmata dei giorni del terremoto e degli elementi costitutivi del “Modello Friuli” e l’intervento della direttrice DeMarchi è stato costruito attorno ad alcune “parole chiave” che hanno sostanziato questi 40 anni di “ricostruzione e sviluppo”.
“La politica è fatta per le persone, per la gente. Con le persone, in una visione di reciprocità”, ha sottolineato, e “resurî è opera di persone”, ha concluso, citando anche le voci profetiche di allora – quelle dell’arcivescovo Alfredo Battisti e di padre David Maria Turoldo – e quelle poetiche e indagatrici di oggi di Pierluigi Cappello.
IL LAB PROSEGUE
OGGI, 23 luglio, ore 18.30 alla Casa dello Studente di Gemona, incontro con il grande alpinista friulano Simone Moro.
DOMANI, 24 luglio al via la Summer School “L’insegnamento del friuli. Convivere con il rischio”, in collaborazione con l’Università di Udine, promossa dai professori Mauro Pascolini e Nicola Strizzolo, fortemente voluta dal rettore Alberto Felice De Toni in collaborazione con il Comune di Gemona. Sono state 30 le richieste di partecipazione anche dal resto d’Italia, rispetto ai 20 posti a disposizione
Lunedì 25 luglio, ore 9.30, Sala Consigliare Comune di Gemona. “La memoria per il futuro”. Come si superano e come si elaborano – cioè come si rimettono a patrimonio – i grandi shock di un territorio? Cosa si è perso e cosa è rimasto? Cosa vorremo indietro e come si fa? Chi eravamo e chi siamo diventati? Ne discuteranno Enos Costantini, Giorgio Dri, Bepi Tonon, Alessia Brera e Giosuè Chiaradia. Presiede Cinzia Scaffidi, giornalista che collabora con il Lab dal 2013.