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Epifania del Tallero con il sit-in dei Comitati gemonesi a difesa del San Michele

Puntuali all’appuntamento come ormai da anni, i Comitati gemonesi a difesa dell’Ospedale San Michele, manifesteranno il 6 Gennaio alle ore 10 in via Bini, per chiedere la riapertura del Pronto Soccorso, chiuso dal 27 Ottobre 2020 e l’applicazione a Gemona del Decreto Balduzzi, che prevede un Pronto Soccorso, un piccolo reparto di Medicina, un Day Surgery chirurgico, una Radiologia, gli ambulatori e quanto serve al funzionamento della struttura sanitaria.

“Sono 2 anni che sentiamo e leggiamo tante promesse, sia a livello regionale che locale, ma finora, con l’alibi del Covid, abbiamo subito solo tagli, tant’è che oggi a Gemona in reparto, come hanno denunciato i sindacati di settore, ci sono solo 2 medici, 6 infermieri e altrettanti OSS – scrivono in una nota gli aderenti al Comitato -. Una situazione assurda per un nosocomio di 200 posti/letto, antisismico, nella zona più sismica della regione e dove vive la popolazione più anziana della stessa, con il tasso di mortalità più elevato a livello regionale. Una situazione insostenibile per il Gemonese, che conta circa 25000 abitanti, privo ormai molto spesso anche della Guardia medica, con il conseguente intasamento del Pronto Soccorso di Tolmezzo e San Daniele. Abbiamo più volte chiesto, finora invano ma continueremo a chiederlo, un Consiglio comunale aperto, dove qualcuno ci dovrebbe dire quale sarà la sorte del nostro Ospedale, di quali funzioni e servizi sarà dotato, del suo cronoprogramma di attuazione e con quale organico dovrà funzionare. Ben venga a Gemona un reparto del Gervasutta, ma è chiaro a tutti che le necessità sanitarie della nostra gente sono di tutt’altra natura. Per questo chiediamo con forza ai politici dell’Alto Friuli, ai suoi sindaci, amministratori comunali e alle forze politiche e sociali, di prendere posizione sull’argomento, come hanno fatto nella Collinare a difesa dell’Ospedale di San Daniele o come stanno facendo i sindaci del Cividalese per quanto riguarda la riapertura dell’Ospedale di Cividale. Noi paghiamo le stesse tasse del resto della regione, ma sotto il profilo sanitario siamo trattati molto male e chiaramente contestiamo questo iniquo comportamento che il governo regionale ci impone. Ma evidentemente hanno la memoria corta, visto che ciò che chiediamo noi oggi lo chiesero loro a suo tempo, compreso l’assessore alla salute Riccardi, quando fu votata la riforma sanitaria targata Serracchiani, che oltre a declassare Cividale, Gemona, Maniago e Sacile, tagliò oltre 550 posti/letto. Noi desideriamo semplicemente che la Regione ascolti il grido di dolore che sale dalle zone periferiche montane e pedemontane, pesantemente trascurate sotto il profilo sanitario. Infine, chiediamo che la riforma del 2019 del CentroDestra venga rivista nell’interesse generale, con il contributo dei sindacati degli operatori della sanità e dei portatori di interessi dei territori interessati. Finora questo non è avvenuto, anzi si è fatto tutto il contrario e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”, conclude Claudio Polano, a nome del  Comitati a difesa dell’Ospedale San Michele.