Fedriga: «Bisogna passare dalla stagione dei divieti a quella delle regole»
“Sono convinto che si debba passare dalla stagione dei divieti a quella delle regole. L’obiettivo ora deve guardare a coniugare la sicurezza sanitaria e la ripresa delle attività economiche e lavorative”.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha aperto la seduta odierna del Consiglio regionale a Udine comunicando all’Aula le linee che l’Amministrazione regionale intende perseguire per affrontare la “fase due” dell’emergenza epidemiologica. Tra queste, in primo luogo, la richiesta avanzata al Governo di sospendere il versamento del contributo straordinario al saldo di finanza pubblica per il biennio 2020/2021.
“Proprio oggi – ha annunciato il governatore – ho firmato una lettera nella quale le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome chiedono, con grande responsabilità ma altrettanta forza e chiarezza, che il contributo straordinario per gli anni 2020 e 2021 sia annullato. Sarebbe palesemente anticostituzionale – ha evidenziato – rischiare di non poter garantire servizi essenziali previsti ai cittadini dalla Costituzione a causa del crollo delle entrate”. “Dal 2011 partecipiamo al contributo straordinario del saldo di finanza pubblica, ma proprio in quanto straordinario non è pensabile continuare a sostenerlo nel momento eccezionale che stiamo vivendo, poiché l’attività ordinaria della Regione rischia di non trovare finanziamento”.
“Il Governo – ha comunicato Fedriga – ha proposto un fondo unico per Regioni ordinarie e speciali di 1,5 miliardi a ristoro delle minori entrate causate dalla crisi, la gran parte del quale sarà a favore delle Regioni speciali e delle Province autonome, ma si tratta di cifre insufficienti rispetto a quanto le stesse versano al saldo di finanza pubblica”.
Quanto alla fase della riapertura, Fedriga si è detto “d’accordo per trovare intese e protocolli con le categorie a livello nazionale; dopodiché, chi è in grado di rispettare queste regole deve poter riaprire e riprendere una vita quanto più normale. Riconosco – ha detto ancora il governatore – che il ministro Boccia si è confrontato con disponibilità con le Regioni, ma adesso ci servono regole certe che passano anche attraverso una stagione di normalizzazione nei rapporti tra istituzioni”. “Il Governo deve pertanto fornire un quadro generale entro cui muoversi – ha ribadito Fedriga – mentre gli Enti locali devono assumersi responsabilità proprie, che misurino le azioni sulla base delle specifiche esigenze dei singoli territori”. Il governatore ha quindi ribadito la massima disponibilità della Giunta a valutare assieme ai gruppi consiliari le soluzioni per la ripresa.
Rispetto al quadro sanitario, Fedriga ha ricordato i dati – resi pubblici da uno studio della Fondazione Gimbe – che pongono il Friuli Venezia Giulia tra le regioni del Nord con il minor numero di contagi e a livelli di sicurezza assimilabili a quelli delle regioni del Sud, dove l’epidemia è stata meno diffusa. “Siamo ad un numero totale di 3076 contagi in regione, con un decremento non solo sulle singole giornate ma sul lungo periodo, ed abbiamo un numero di contagi sul lavoro dell’1,8 per cento, come certificato dall’Inail, più basso rispetto a Veneto, Bolzano, Piemonte, Lombardia, Lazio, Marche”. “Una situazione determinata anche grazie al lockdown avviato prima di altre Regioni e che oggi ci consente di fare alcune considerazioni in merito alla ripresa”, ha detto Fedriga.
Fedriga ha anche assicurato che la Regione “sta continuando a potenziare il sistema per individuare focolai il prima possibile, tracciando la catena e mettendo in isolamento eventuali casi per riuscire ad arginare la diffusione del virus. Ciò anche grazie al rafforzamento della capacità di effettuare tamponi, classificata ai livelli più alti in Italia. Da questa settimana siamo inoltre inseriti nel test nazionale per gli esami sierologici, ferma restando la consapevolezza di dover usare tutti questi strumenti con massima cautela e rigore scientifico”.
A tal proposito, Fedriga ha sottolineato che “tutte le scelte fatte in ambito sanitario sono frutto di un confronto con il comparto e i professionisti della salute. Né io né il vicegovernatore ci siamo mai permessi di entrare nel merito delle scelte di carattere sanitario, ma abbiamo piuttosto cercato di agevolare il loro lavoro senza ingerenze”.
Successivamente si è svolta la riunione straordinaria di Giunta regionale. Accelerare l’attuazione della cosiddetta “fase due” in Friuli Venezia Giulia, coniugando la tutela della salute di lavoratori e cittadini con la tempestiva ripresa delle attività produttive ed economiche.
E’ questo l’obiettivo delle “linee guida per la ripresa delle attività lavorative in sicurezza sul territorio regionale a seguito emergenza epidemiologica Covid-19”, deliberate su proposta di Fedriga.
La stesura del documento, che andrà a integrare i protocolli sottoscritti a livello nazionale, ha coinvolto il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, e gli assessori alle Attività produttive e Turismo (Sergio Emidio Bini), al Lavoro (Alessia Rosolen) e alle Infrastrutture e Territorio (Graziano Pizzimenti).
Nel dettaglio, le linee guida contengono le misure da adottare nei luoghi di lavoro, gli interventi a supporto della ripresa lavorativa e il sistema della mobilità. Su quest’ultimo punto in particolare, il documento comprende una serie di azioni sperimentali che interessano i servizi di trasporto pubblico locale utilizzati dai lavoratori nei percorsi casa-lavoro: fra queste, l’introduzione del principio di flessibilità sulle tratte del Tpl automobilistico, con la possibilità di prenotare le corse, entro tracciati predefiniti, attraverso call-center o app.
“E’ infatti essenziale – secondo il governatore – evitare che gli spostamenti determinati da esigenze di lavoro producano assembramenti: ecco perché, oltre al rispetto delle misure ordinarie previste per il contenimento del virus, appare di estrema utilità attivare soluzioni alternative che consentano alle persone di muoversi in piena sicurezza”. Nelle linee guida sono inoltre previsti interventi a sostegno della ripresa lavorativa, con la costituzione di organismi paritetici territoriali operanti presso le sedi delle associazioni datoriali e/o dei consorzi industriali della Regione.
Altro elemento di novità è il progetto di screening pilota che, in virtù della collaborazione con Sistema scientifico regionale (e in particolare con l’Università degli Studi di Trieste, la Sissa e Swg, permetterà di monitorare un campione di lavoratori rappresentativo a livello regionale e di verificare, attraverso indagini cliniche e demoscopiche, le varie tipologie di possibile esposizione al virus con l’obiettivo di stimare e testare, con modelli matematici predittivi, le misure di prevenzione necessarie per arginare nuovi eventuali focolai. Un progetto al quale, va sottolineato, l’adesione avverrà esclusivamente su base volontaria.
Il documento individua inoltre nel ricorso al lavoro agile, nel distanziamento delle postazioni di lavoro, nella riduzione della mobilità interna in ambito aziendale, nel contingentamento degli accessi alle aree comuni (ad esempio spogliatoi e mense), nell’adozione di piani di turnazione del personale e di misure volte a impedire assembramenti, nell’individuazione di procedure di accesso e contatto con i fornitori esterni che prevedano modalità, percorsi e tempistiche predefinite ed infine nella gestione di riunioni ed incontri (prediligendo modalità di collegamento a distanza) gli strumenti funzionali a contrastare l’emergere di nuovi focolai.
Sul versante delle misure di prevenzione igienico-sanitarie da adottare, le linee guida prevedono l’utilizzo di soluzioni igienizzanti e di mascherine, la presenza di cartellonistica informativa sulle opportune misure comportamentali ed igieniche, la sanificazione periodica e l’igienizzazione giornaliera degli ambienti e degli strumenti di lavoro. Quanto alla gestione degli accessi ai luoghi di lavoro, il documento istituisce il presidio costante degli ingressi, con l’identificazione dei lavoratori e dei fornitori, anche mediante la somministrazione di questionari, oltre alla rilevazione della temperatura corporea e/o l’acquisizione di dichiarazione sostitutiva del lavoratore di assenza di sintomatologia riferibile a Covid-19.
Importante anche il passaggio che riconosce il valore delle attività di formazione a distanza e alla conciliazione delle esigenze casa-lavoro, favorendo l’applicazione di modalità operative flessibili.
Viene prevista inoltre la prosecuzione dell’utilizzo, nella fase di progressiva riattivazione delle attività, degli ammortizzatori sociali per i lavoratori le cui prestazioni non siano pienamente esigibili, consentendo, su base volontaria, la fruizione di ferie e permessi maturati.
Sulla gestione delle emergenze e tutela dei lavoratori viene assicurata, infine, l’adozione di procedure per la gestione di casi sintomatici e potenzialmente positivi.