Fedriga: «Con la fase 2 si deve ripartire dai bisogni e dalle aspettative della comunità»
“Un’indagine innovativa, unica a livello nazionale, che avviata parallelamente allo studio di natura epidemiologica sulla sieroprevalenza, consentirà di capire come e in corrispondenza di quali condizioni il Covid-19 si sia sviluppato in Friuli Venezia Giulia, ma soprattutto di comprendere bisogni e aspettative della comunità regionale in questa fase di ripartenza, presupposto indispensabile per valutare le politiche sin qui adottate e orientare quelle future”.
Così il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha sintetizzato gli obiettivi di Safety circle, ricerca avviata dall’Amministrazione in collaborazione con il sistema scientifico regionale e presentata oggi nel corso di un incontro alla presenza anche del vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi, l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen, il direttore della Sissa Stefano Ruffo, il rettore dell’Università di Trieste Roberto Di Lenarda e del presidente Swg Adrio Maria de Carolis.
“Vogliamo compiere questa valutazione rispetto alle aspettative dei cittadini – ha aggiunto il governatore Fedriga -, perché consci che in un momento di emergenza e di difficoltà come quello attuale, una comunità si debba muovere insieme e restare coesa per superare la crisi e ottenere i migliori risultati. Esemplare in tal senso è stata la gestione della fase uno, che ha funzionato in Friuli Venezia Giulia e si è distinta dal resto del Paese, per il comportamento rigoroso tenuto dai cittadini verso il rispetto delle ordinanze emanate senza il quale non avremmo ottenuto gli stessi risultati”.
La ricerca avrà come riferimento il medesimo campione di ottomila cittadini estratto da Istat per l’indagine nazionale. Dati e informazioni saranno raccolti in forma anonima attraverso tre questionari rivolti rispettivamente ad adulti, minori di 16 anni, che lo compileranno alla presenza di un adulto, e persone con fragilità.
“L’indagine realizzata grazie all’alleanza dei nostri istituti scientifici – ha spiegato il vicegovernatore Riccardi – ci consentirà di raccogliere informazioni e dati utili in questa fase successiva all’emergenza estremamente delicata, nella quale convivono due esigenze: quella della protezione e della sicurezza sanitaria e insieme il bisogno e la necessità di un ritorno alla normalità della vita quotidiana e delle attività”.
“Capire orientamenti e aspettative dei cittadini – ha aggiunto – ci consentirà di affinare strumenti e azioni sulle quali stiamo lavorando con puntualità, impegno e con il massimo sforzo e di intercettare i bisogni e le necessità dei cittadini”.
L’assessore Alessia Rosolen ha ricordato, come la ricerca, “per la prima volta dalla diffusione del contagio, dedichi particolare attenzione ai giovani e agli studenti e non per ragioni meramente didattiche, ma approfondendo gli aspetti psicologici e le loro necessità, in un contesto allarmante e trascurato a livello nazionale nel quale emerge una condizione di estrema povertà educativa, con l’abbandono di qualsiasi percorso di formazione da quello scolastico all’universitario”.
Sono sei le sezioni di cui si compone il modello, che dopo una profilazione anagrafica e socio-valoriale del campione indagato, è costruito per fornire un quadro generale dei problemi, le preoccupazioni e le paure percepite prima, durante e dopo l’impatto del Covid-19.
Si passa poi a esaminare, nella sezione denominata contact network, l’inclinazione alla convivenza sociale e la tipologia dei luoghi frequentati prima, durante e dopo il lockdown, mentre gli ultimi tre gruppi di domande sono focalizzati specificatamente su tre ambiti: salute e politiche sociali, lavoro e formazione, mobilità.
Le domande sono formulate per comprendere come i cittadini valutino i servizi e le politiche avviate, includendo anche, quale proiezione futura, le preferenze legate alle prospettive di riforma nei singoli settori.