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“Foglie di vite” è la nuova opera di arredo urbano a Tolmezzo

Promuovere l’attività didattica laboratoriale della lavorazione della ceramica con l’obiettivo di abbellire gli angoli urbani più grigi e spogli dei paesi della Carnia: è questo il fil rouge percorso dai docenti degli Istituti comprensivi della Carnia che hanno seguito, negli ultimi anni, gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado nell’esperienza di avvicinamento alla manipolazione dell’argilla e alla decorazione dei manufatti realizzati.

L’ultima opera, intitolata “Foglie di vite”, di recente installazione a Tolmezzo, verrà scoperta nella cerimonia di inaugurazione che si terrà sabato 28 settembre alle 18 in piazza Domenico da Tolmezzo. La composizione, raffigurante un tralcio di vite della dimensione di 3 metri di larghezza per 2.5 metri di altezza, è stata collocata in posizione strategica sulla parete esterna di una dimora privata, grazie alla concessione del proprietario, e accoglie il visitatore di ingresso al centro della cittadina carnica. L’opera è formata da circa 200 singoli pezzi che, appositamente ordinati compongono il tronco della vite, con foglie e grappoli d’uva. 

Tutte le sezioni sono state realizzate, a partire dalla lavorazione dell’argilla grezza sino a giungere alla cottura e alla decorazione delle varie parti, dagli studenti delle scuole elementari e medie della Carnia all’interno dei laboratori di ceramica coordinati dal professore Dino Zanier.

Grazie alla particolare tecnica utilizzata per la realizzazione e decorazione delle foglie è stato possibile rendere ogni componente dell’installazione altamente realistico. Per la composizione delle fronde, per esempio, si è proceduto a imprimere delle vere foglie di vite su una sfoglia di argilla dello spessore di 3/4 millimetri.

«Nell’inaugurare quest’ultimo lavoro – ricorda il professore Zanier – è opportuno rammentare che, per duecento anni, generazioni di fornaciai della Carnia, tra cui i Felice e i Rotter di Cella di Ovaro e i Morassi di Cercivento, hanno stampato tegole piane regalandoci quel patrimonio ambientale unico nel suo genere in Italia che è la copertura dell’Alta Carnia che l’architetto Ennio Puntin ha definito piumati per le sfumature calde di color ocra».

In occasione della cerimonia inaugurale si terrà una dimostrazione della particolare tecnica di cottura raku dell’argilla così da riaccendere, metaforicamente, il fuoco e dare nuova vita alla ceramica del territorio dopo la chiusura, a Cella di Ovaro, dell’ultima fornace della Carnia datata 1953.