Friuli, da Moggio la strada: “Equilibrio tra Autonomismo ed Identità Europea”
Si è tenuto domenica a Moggio Udinese il 94esimo Congresso della Società filologica friulana, apice di una serie di manifestazioni culturali avviate lo scorso 16 settembre e che animeranno fino al 22 ottobre il comune del Canal del Ferro all’insegna della cultura identitaria friulana.
Un programma e un’attività intense, quelle proposte dalla Filologica friulana, che si caratterizza per la “qualità altissima che distingue il prezioso lavoro della Società”, come ha voluto evidenziare il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, intervenuto in rappresentanza dell’Amministrazione regionale.
“Leggere le proprie radici attraverso la ricerca culturale significa gettare le basi per fondare politiche di comunità” ha rimarcato Bolzonello, esortando il sodalizio a proseguire con intensità il proprio lavoro poiché “la cultura è il cuore dell’identità plurale e collettiva”.
Nel suo lungo intervento, il presidente della Società Filologica Friulana, Federico Vicario, ha toccato molti temi legati al ruolo dell’identità e della cultura friulana nella visione strategica per giungere ad un equilibrio tra autonomismo regionale ed identità europeista aperta, in un’Europa che “non vuole più saperne di divisioni e conflitti”. Con questa visione la Filologica ha ampliato il raggio delle collaborazioni, anche a fuori regione, ottenendo ad esempio il riconoscimento europeo per il progetto “Eduka” di educazione alla pluralità linguistica, condotto da diversi anni con l’Istituto sloveno di ricerche (Slori) di Trieste.
Da qui l’auspicio di Vicario di giungere a creare una rete di collaborazione stretta tra soggetti impegnati nella valorizzazione, studio e difesa della storia e della cultura friulana.
Un tema, quello delle reti culturali e delle buone pratiche, ripreso, a margine del convegno, anche dall’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, che ha ricordato come “la Regione in questi anni ha riformato il sistema dei contributi alla cultura, cercando di individuare criteri che valorizzano il lavoro di chi sa esprimere maggiormente capacità di collaborare, fare rete e di produrre contenuti di qualità”.
Torrenti ha ricordato, in questo ambito, la risposta immediata data dalla Regione con il sostegno, attraverso un piano triennale di finanziamenti, al progetto “Identità culturale del Friuli”, promosso da una rete di cultura friulana composta dall’aggregazione tra Società Filologica friulana, Fondazione Friuli, Deputazione di storia patria, Accademia di Udine, Accademia San Marco di Pordenone, Università popolare di Udine e l’Istituto Pio Paschini.
Anche il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, ha elogiato la Filologica per la “capacità di fare della cultura friulana, una cultura aperta che vive nel tempo”. Il congresso ha avuto due momenti di approfondimento, in apertura, con l’analisi del professore Giovanni Frau, dedicata alla varietà della lingua friulana e alle origini etimologiche di Mueç (nome friulano di Moggio) ed in chiusura, con la presentazione del numero unico intitolato Mueç e dedicato alla storia del paese, a cura di Giuliana Pugnetti e Bruno Lucci. In chiusura sono stati assegnati i riconoscimenti della diciottesima edizione del premio “Andreina e Luigi Ciceri”, andati ad Annalisa Baldassi, Claudio Cotrufo, Giorgio Cantoni e Dorino Minigutti.
Al congresso hanno preso parte, tra gli altri, anche il sindaco del Comune di Moggio Udinese, Giorgio Filaferro, il presidente dell’Unione delle pro loco regionale, Walter Pezzarini, il presidente dell’Ente Friuli nel mondo, Adriano Luci, il presidente dell’assemblea della Comunità linguistica friulana, Diego Navarria, il presidente dell’Agenzia regionale per la lingua friulana, Lorenzo Fabbro.
L’appuntamento con il 95esimo Congresso della Società Filologica Friulana è stato rinnovato al 2018 a Colloredo di Monte Albano.