Autostrade, Aeroporti, gestioni commissariali. Ecco chi è finito nel mirino della GDF
Sono 400 i finanzieri del Comando Fvg impegnati nel triveneto e in tutta Italia in acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri disposti dalla Procura di Gorizia in enti pubblici e società per indagini su appalti di opere pubbliche per un valore di oltre un miliardo di euro. L’inchiesta ipotizza turbative d’asta tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive, ma anche frodi nella realizzazione di ponti, viadotti, cavalcavia, sottopassi, gallerie, piste aeroportuali costruite utilizzando materiali difformi da quelli dichiarati.
Secondo i finanzieri, che hanno chiamato l’operazione “Grande Tagliamento”, le opere venivano realizzate utilizzando talvolta materiali non certificati o comunque difformi da quelli dichiarati e in quantità inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati, riscontrando anche un comportamento a volte omissivo di chi avrebbe dovuto controllare. Tra i reati, si ipotizzano associazione a delinquere, turbativa d’asta, inadempimenti e frodi nelle pubbliche forniture,subappalti in violazione di legge e concussione.
Le fiamme gialle hanno perquisito le sedi di: Autostrade per l’Italia, Anas, Veneto strade, Autovie Venete, Commissario per l’emergenza della mobilità in A4, Fvg Strade, Concessioni autostradali venete, Commissario per l’emergenza traffico a Treviso e Vicenza. E poi le società che gestiscono gli aeroporti del Fvg, Treviso (Aer tre spa), Venezia (Save), Verona (Aeroporto Catullo), la Regione Fvg e le società competenti per i Porti e di Monfalcone (Consorzio per lo sviluppo economico del Monfalconese).
Le indagini, condotte dai finanzieri Fvg con i colleghi di altre regioni mirano ad acquisire prove su accordi tra imprese finalizzati alla spartizione delle opere. Ciò che ipotizza l’accusa è la condivisione delle intenzioni di partecipare o no a una gara o solo ad un lotto di essa, con informazioni sui contenuti delle offerte, alterando la libera concorrenza. Ma per la GdF le indagini hanno evidenziato anche la costituzione di associazioni e raggruppamenti temporanei meramente cartolari, l’utilizzo di contratti di subappalto per quote superiori al limite normativo del 30%, in cambio del riconoscimento di percentuali di guadagno e falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e strumentali.