Futuro del Lago di Cavazzo, si attendono risposte dal ministro dell’Ambiente
Il lago di Cavazzo è in pericolo e nell’arco di un secolo rischia di trasformarsi in una palude. Da anni c’è un comitato, guidato dal battagliero Franceschino Barazzutti, che sta cercando di far conoscere i rischi corsi dal lago dei ‘Tre Comuni’.
Ora anche il Parlamento e il Governo sono chiamati ad occuparsene, grazie a un’iniziativa promossa da Renzo Tondo, deputato del Gruppo Misto e presidente di Autonomia Responsabile. E’ sua la proposta di un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, sottoscritta anche dai colleghi Aurelia Bubisutti (Lega), Roberto Novelli (Fi), Giuliani Pettarin (Fi), Silvia Benedetti (Gruppo Misto).
«E’ giusto che le problematiche del lago di Cavazzo non siano solo a carico di Comuni e Regione, ma assumano una valenza nazionale, in quanto questo specchio d’acqua rappresenta un biglietto da visita per chi arriva dall’Est Europa e non solo – chiarisce Tondo – . Con questa azione, che non vuole essere polemica, c’è l’intenzione di dar vita a un tavolo di discussione tra tutti i portatori di interesse (pubblici e privati) in modo da affrontare la questione ambientale ed estetica del lago, che ultimamente è sempre più precaria». Un tema di cui si era occupata, nella recente campagna elettorale per le Europee, anche la coordinatrice di Ar Giulia Manzan. Proiprio da un incontro avuta a Cavazzo insieme a Barazzutti e a Tondo è nata l’idea dell’iniziativa parlamentare.
Come ha spiegato Barazzutti a mettere a rischio l’ecosistema del lago c’è l’immissione delle acque gelide provenienti dai torrenti della Carnia (sottoposti a captazione più a monte) a cui vanno a sommarsi il limo e il materiale fangoso trasportati dai corsi d’acqua, che depositandosi sul fondo del lago lo intorbidiscono, alzandone il livello. «Serve un bypass per evitare che lo scarico della centrale di Somplago vada a finire nel lago», aggiunge Barazzutti. Qualcosa si sta muovendo negli ultimi mesi, con la Regione Fvg che ha dato vita a un laboratorio con l’obiettivo di studiare interventi di rinaturalizzazione dello specchio d’acqua e di una sua fruibilità in termini turistici. «Il lago è malato – chiarisce Bubisutti – e quindi necessità di interventi urgenti per la sua salvaguardia. Ecco perché abbiano ritenuto importante portare la questione fino in Parlamento. Questo specchio d’acqua può avere un ruolo importante a livello turistico: basta prendere spunto da quanto fatto nella vicina Austria o nel Bellunese».
Un tema che si innesta anche con la scadenza della concessione della centrale di Somplago, che nel 2029 passerà in mano pubblica, diventando proprietà della Regione