FVG zona arancione, è emergenza nei piccoli Comuni con pochi servizi
L’inasprimento delle misure di contenimento dei contagi, con il passaggio del Friuli Venezia Giulia in “zona arancione”, ha messo in difficoltà soprattutto chi vive nei piccoli Comuni. E’ questo il risultato di uno studio condotto dalla Fondazione Think Tank Nord Est, che ha misurato la dotazione dei servizi essenziali nei Comuni del Friuli Venezia Giulia.
L’analisi ha definito sei categorie di servizi di prima necessità: negozi alimentari; tabaccherie, edicole e cartolerie; farmacie e parafarmacie; sportelli bancari; uffici postali; scuole. Più scarsa è la presenza di queste attività e più basso è il valore dell’indicatore complessivo. I risultati evidenziano come siano soprattutto i piccoli Comuni montani quelli con le maggiori carenze in termini di dotazione di servizi essenziali.
Tra i 14 Comuni con una dotazione di servizi “critica” troviamo 6 località della provincia di Udine (Dogna, Drenchia, Grimacco, Preone, Raveo, Stregna), 4 Municipi del Pordenonese (Andreis, Castelnovo del Friuli, Erto e Casso, Tramonti di Sopra), 3 della provincia di Gorizia (Dolegna del Collio, Moraro, San Floriano del Collio) e uno del triestino (Monrupino). A questi Comuni si aggiungono poi 36 località con una dotazione di servizi considerata “molto bassa” e 39 con una dotazione di servizi “bassa”.
Nel complesso, in Friuli Venezia Giulia, ci sono ben 53 Comuni senza uno sportello bancario; 52 privi di edicole e tabaccherie; 22 senza scuole; 14 sprovvisti di negozi di alimentari; 9 senza una farmacia; 2 senza uffici postali. Si tratta di piccolissime località, spesso con meno di 1.000 abitanti: il divieto agli spostamenti tra Comuni rappresenta un vero disagio per queste comunità.
“I piccoli Comuni del Friuli Venezia Giulia soffrono più degli altri l’isolamento a cui siamo costretti per limitare i contagi da coronavirus – spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – soprattutto perché in queste località ormai scarseggiano anche i servizi essenziali: dai supermercati alle farmacie, dalle banche alle edicole, dalle poste alle scuole. Ovviamente agli abitanti di questi territori va garantita la possibilità di uscire dal proprio Comune di residenza per accedere a questi servizi. Dobbiamo però renderci conto che il modello del piccolo Comune non è più sostenibile, proprio perché non riesce a garantire i servizi minimi alla popolazione. Chiediamo alla Regione Friuli Venezia Giulia di sostenere con convinzione e con importanti premialità la fusione dei Comuni: è questa la strada per aiutare i territori periferici”.
(nella foto di copertina una panoramica di Preone)