CulturaGemonese

Gemona celebra la carriera del grande fotografo Elio Ciol

Il Comune di Gemona del Friuli, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, presenta la mostra fotografica “Elio Ciol. Sguardi nel tempo”, un evento che celebra la straordinaria carriera di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana. La mostra, ospitata nelle suggestive ex darceri del Castello di Gemona del Friuli, sarà visitabile da venerdì 20 dicembre fino al 15 giugno 2025.  

Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Gemona, questa mostra rappresenta un omaggio all’opera di Elio Ciol, il cui lavoro incarna l’anima profonda del Friuli attraverso la luce, i paesaggi e i volti che popolano la sua terra e il suo immaginario. L’evento si avvale della collaborazione con la Cineteca del Friuli e del contributo di numerosi partner culturali che condividono l’impegno di preservare e valorizzare la memoria e l’identità della nostra Regione.  

L’esposizione propone un percorso tematico che attraversa oltre sei decenni di produzione artistica: dai celebri ritratti di Pier Paolo Pasolini e David Maria Turoldo, agli intensi fotogrammi del film “Gli Ultimi” di Vito Pandolfi, fino alle fotografie paesaggistiche che immortalano le pianure friulane, il Tagliamento e le atmosfere uniche del territorio.  

Uno spazio speciale è dedicato alla documentazione degli affreschi del pittore gemonese Giacomo Brollo (1834-1918), realizzata da Elio Ciol in collaborazione con il figlio Stefano nella chiesa di Nova Cerkev in Slovenia. L’attenzione al dettaglio e la profondità dello sguardo dimostrano come l’arte di Ciol sia capace di trasformare ogni incontro in un’esperienza universale.  

Di assoluto rilievo nel panorama culturale regionale anche i nomi che hanno collaborato alla stesura dei testi per la mostra e per il catalogo a essa collegato: Fulvio Dell’AgneseMarco Attilio SalvadoriGiuseppe Marini e Piero Colussi.

Un altro elemento distintivo di questa mostra è il progetto di illuminazione esterna curato da Dante Spinotti, celebre direttore della fotografia di Hollywood e presidente onorario della Cineteca del Friuli. Spinotti, noto per il suo lavoro nel cinema accanto a registi di fama mondiale, porta la sua sensibilità artistica al servizio di un’installazione luminosa che trasformerà l’esterno delle ex Carceri del Castello in un’esperienza visiva unica.  

In mostra saranno proiettati contenuti multimediali esclusivi, come la storica intervista Rai a Ciol a cura di Fulvio Toffoli e la versione restaurata del film “Gli Ultimi”, grazie al contributo della Cineteca del Friuli, partner fondamentale dell’iniziativa.  

Una speciale campana sonora permetterà poi di ascoltare la “Lettera alla madre di Pier Paolo Pasolini” recitata da padre David Maria Turoldo in occasione dei funerali del poeta a Casarsa, attraverso due voci d’eccellenza, quelle di Giuseppe e Miriam Bevilacqua.

“Questa mostra rappresenta un ponte tra generazioni, un’occasione per riscoprire la nostra storia e il valore del tempo – dice il sindaco Roberto Revelant –. L’opera di Elio Ciol va oltre la documentazione: è un viaggio emotivo e culturale che ci restituisce un Friuli autentico e universale, ricordandoci chi siamo e da dove veniamo”.  

La vicesindaco e assessore alla Cultura, Flavia Virilli, che ha curato il progetto nel suo insieme, ha aggiunto: “Quando osserviamo le fotografie di Elio Ciol, non stiamo solo guardando immagini. Stiamo attraversando un ponte che collega passato e presente, memoria e futuro. Ogni scatto è una finestra spalancata sulla nostra storia collettiva, ma anche una riflessione intima su chi siamo e dove stiamo andando. La sensibilità di Ciol ci conduce in un viaggio unico: dai paesaggi solcati dal Tagliamento, maestosi e silenziosi, ai ritratti di grandi personalità come Pasolini e Turoldo, che portano con sé l’eco della loro grandezza. E non possiamo dimenticare il lavoro svolto con il figlio Stefano, che dimostra come il dialogo tra generazioni sia capace di arricchire il nostro sguardo e di proiettarlo verso orizzonti inesplorati. Questa mostra è molto più di un’esposizione: è un atto di speranza, una celebrazione del nostro patrimonio culturale e un invito a mantenere vivo il legame con le nostre radici, senza temere il cambiamento. Ringrazio di cuore Elio e Stefano Ciol, così come tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto, per averci regalato l’opportunità di sognare attraverso le immagini”, conclude Virilli.