Gemona, da Laura Canali una geopoesia per il progetto culturale su Kennedy
Muri e divisioni, dialogo est-ovest, contaminazioni, cultura condivisa: queste sono le premesse dalle quali si è inteso partire per tratteggiare il percorso espositivo della mostra “Allo specchio dell’era Kennedy”, organizzata dal Comune di Gemona del Friuli in collaborazione con la Cineteca del Friuli, e di tutti gli eventi a essi collegati. Spunto iniziale i muri: Gorizia 1947, Berlino 1961. E una frase, pronunciata nel 1963 dal presidente J.F. Kennedy, “Ich bin ein Berliner”. Poche parole iconiche, dette per trasmettere alla città di Berlino e alla Germania stessa la vicinanza e l’amicizia degli Stati Uniti dopo il sostegno dato dall’Unione Sovietica alla Germania Est nella costruzione del muro di Berlino, due anni prima, come barriera per impedire gli spostamenti dal blocco orientale socialista all’Occidente. Un discorso e una figura che hanno segnato un’epoca: la stessa che ha assistito alla divisione di Gorizia e al sorgere di Nova Gorica, passaggi e contesti storici che risulta particolarmente interessante approfondire in vista di GO!2025. Confini e diversità che meritano di essere indagati anche e soprattutto in campo culturale, al fine di prendere coscienza di quegli scambi e di quelle contaminazioni che si sono susseguiti naturalmente nelle diverse epoche e nei vari spostamenti della linea di “confine” con il mondo slavo e con l’Europa dell’est.
“Sono queste le premesse – spiega il vicesindaco e assessore alla cultura di Friuli Flavia Virilli – che mi hanno indotto a chiedere a Laura Canali, cartografa di Limes-Rivista Italiana di geopolitica, di creare una geopoesia per il nostro progetto culturale su Kennedy. Da questo spunto è poi nata una collaborazione più ampia, che ci ha visto includere alcune mappe di Limes all’interno dell’esposizione in castello e ospitare l’evento di sabato 6 aprile, alle ore 17.30 presso il Cinema Teatro Sociale, in occasione del quale Laura Canali racconterà la sua opera Odore di terra romanza e Lucio Caracciolo presenterà il nuovo numero di Limes “Mal d’America”: un’opportunità unica per approfondire la complessa storia della nostra Regione attraverso “uno sguardo esterno” nonché promuovere un dialogo profondo e costruttivo sulle dinamiche geopolitiche tra est e ovest”.
“Una geopoesia non è come una mappa di Limes – precisa Laura Canali – che segue un ragionamento geopolitico, una geopoesia è come un richiamo, una sollecitazione della memoria, uno stimolo a vedere il mondo attraverso i sentimenti. Vorrebbe essere una porta magica da attraversare, una suggestione, un sentiero appena intravisto”.
Canali è stata fin da principio consapevole del fatto che condensare in un’unica opera quel “compendio dell’universo” di nievana memoria che è il Friuli Venezia Giulia non sarebbe stata una sfida facile ma sapeva anche che avrebbe dovuto abbandonare i confini del “suo” mondo per perdersi e ritrovarsi completamente nella terra che si accingeva a esplorare. E così ha fatto. Ha intrapreso un viaggio “avventuroso e intimo” tra i paesaggi montani di Forni di Sopra, per poi scendere verso Gemona, la pianura friulana, raggiungendo Aquileia. In questi territori, densi di storia, il terremoto del 1976 echeggia nella memoria collettiva, mentre le cicatrici delle guerre del passato si fondono con la bellezza selvaggia dei fiumi e delle montagne. Dolore e speranza danno vita a un dialogo tra l’umanità e la natura aspra delle Alpi. Il Tagliamento, con il suo corso irregolare, si è rivelato un simbolo potente di vita e di cambiamento, una guida attraverso le profondità della storia e della geografia.
“C’è come qualcosa che scorre – sottolinea Canali -, proprio come il Tagliamento, ma è dentro le persone. Lo senti, lo percepisci a ogni incontro. Ogni essere umano deve conservare e consegnare la storia agli altri, non solo ai figli di questa terra ma a tutti e anche a me. Questa è la linea che ho scelto per la mia geopoesia, un’anima forte, una colonna vertebrale fatta di ciottoli bianchi. I gesti, le abitudini, il racconto, le persone normali, questo è il messaggio potente che il Friuli Venezia Giulia ci trasmette sobriamente, senza strillare, solo a chi si avvicina, solo a chi vuole vedere oltre, solo a chi vuole ascoltare”.
“Nel cuore di questa regione – conclude il sindaco Roberto Revelant – ogni parola sulle sfumature dei confini, sul nostro passato e sul futuro che ci attende è un tassello prezioso nel mosaico dell’identità regionale, tessuto con storie di resilienza che in incontri culturali come questo hanno davvero l’opportunità di essere valorizzate e trasmesse”.