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Gemona, digitalizzato il patrimonio documentale dell’Archivio Storico comunale

L’importante patrimonio documentale che l’Archivio storico del Comune di Gemona del Friuli ha la fortuna di custodire sarà sottoposto dall’amministrazione comunale a un’attenta valorizzazione attraverso modalità che sappiano tener conto delle esigenze, dei linguaggi e delle tecnologie attuali: in questi giorni è, infatti, stata avviata un’importante opera di digitalizzazione dei documenti antichi che si inserisce nel più ampio progetto denominato “Polo culturale digitale Glemonense”, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, in virtù del quale archivio storico, biblioteca, museo civico, castello e museo del terremoto – in dialogo con l’intero patrimonio culturale di Gemona – costituiranno un rinnovato cuore pulsante all’interno del centro cittadino.

“L’Amministrazione comunale – rileva il sindaco Roberto Revelant – in questi 5 anni, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alle crisi energetiche e del reperimento e costo dei materiali affrontate, ha posto le basi per l’ulteriore sviluppo e crescita della città, che passa anche attraverso la valorizzazione delle ricchezze culturali e del patrimonio artistico di cui dispone, tra questi l’archivio storico che verrà digitalizzato per una sua migliore fruizione e una sua più ampia diffusione e apprezzamento. Recupereremo e renderemo disponibili le nostre bellezze per spalancare sotto ogni forma le porte di musei e archivi a cittadini, studiosi e turisti, perché Gemona continuerà a stupire anche negli anni a venire.”

Quaderno dell’amministrazione del Comune (1596)

“Si tratta di una scelta fondamentale – prosegue l’assessore alla cultura Flavia Virilli, che ha fortemente voluto questo progetto -, perché permetterà agli studiosi e al pubblico in generale di avere accesso alla scansione digitale ad alta risoluzione dei documenti antichi che il Comune ha conservato per oltre 800 anni, tra i quali un migliaio di pergamene che vanno dal XIII al XVIII secolo, inclusa una dettagliata descrizione (misura, regesto, stato di conservazione etc) che percorrono secoli di storia Gemonese e che permetteranno di “toccare” con mano atti emblematici del nostro passato. Tra questi si annoverano gli statuta fondativi del 1348, molti documenti sia privati (per lo più atti notarili) che pubblici, quali lettere patriarcali prima e dei Dogi poi, ma non mancano anche le bolle papali, che si ritrovano anche nel corpus pergamenaceo legato al convento di Sant’Antonio oggetto di un recente studio. Il tutto, grazie anche al fondamentale lavoro dei tecnici, del personale della biblioteca e degli uffici, che ringrazio, sarà quindi accessibile dal web attraverso una teca digitale che ci accingiamo ad approntare”.

Inoltre, l’amministrazione intende attrezzare alcuni spazi di palazzo Elti con delle dotazioni tecnologiche in grado di mettere a disposizione di tutti il patrimonio culturale digitalizzato, creando una sala dove tenere degli incontri formativi e informativi per diffondere la conoscenza a una platea quanto più ampia di studiosi e curiosi “nell’auspicio – afferma Virilli – che la già brulicante attività della biblioteca (il cui accesso, in futuro, avverrà da via Bini), con i suoi oltre 20.000 prestiti l’anno, registri numeri sempre più importanti anche tra coloro che vorranno scoprire il nostro patrimonio antico, finora molto noto agli studiosi e agli addetti ai lavori ma non altrettanto al grande pubblico”

Il Soprintendente archivistico per il Friuli Venezia GiuliaLuca Caburlotto, a proposito dell’iniziativa ha rinnovato “l’apprezzamento prima di tutto per l’avvenuto riordinamento dell’archivio, condizione necessaria per la digitalizzazione” e ha espresso “compiacimento per l’attenzione che attraverso i documenti il Comune presta alla propria storia”.

(in copertina la lettera patriarcale dalla serie Carteggio datata 1372)