Gemona, il Fondo Marcello De Stefano donato alla Cineteca del Friuli
Tutto il materiale cinematografico del regista Marcello De Stefano, scomparso a Udine lo scorso ottobre all’età di 94 anni, sarà conservato a Gemona per volontà della figlia Laura, che in conformità ai desideri del padre lo ha donato alla Cineteca del Friuli.
“Alla sua morte – racconta Laura De Stefano – mi sono posta il problema del lascito del suo operato artistico, auspicando nella possibilità di collocarlo in un contesto idoneo con la giusta consapevolezza del significato delle sue opere. Livio Jacob, presidente della Cineteca del Friuli, e mio padre si conoscevano, sono quindi felicissima di poter donare questo materiale all’istituzione gemonese. Mio padre si è sempre tenuto lontano da qualsiasi formula speculativa, si è votato alla divulgazione di ciò in cui credeva con tutto se stesso. Alla luce di questo, la formula della donazione mi sembra la più idonea e in linea con il suo pensiero.”
Oltre venti scatole, dodici di pellicole e una decina contenenti materiali extra-filmici (fotografie, libri, sceneggiature e altri documenti) sono ora all’Archivio Cinema della Cineteca dove, dopo l’inventariazione già in corso, si procederà alla catalogazione e alla digitalizzazione al fine di rendere i materiali disponibili alla visione e alla consultazione.
Autore di numerosi film-saggio, molti dei quali dedicati al Friuli, De Stefano è stato “un innovatore del cinema friulano”, come recita il titolo del saggio che gli ha dedicato Roberto Iacovissi nel volume Il Friuli e il cinema, pubblicato dalla Cineteca nel 1996. Nelle parole della figlia si sente tutta la forza del suo legame con la terra di adozione: “Nonostante le sue origini campane, mio padre, uomo di etica rigorosa e morale quasi intransigente, si è sempre sentito friulano identificandosi profondamente nelle modalità silenziose e discrete, ma pregne di serietà, attaccamento ai valori e senso del dovere, del popolo friulano. La sua è stata una vera operazione maieutica finalizzata a rendere i friulani consapevoli di essere portatori di valori ormai rari. Soprattutto, ha desiderato ispirarli affinché il Friuli potesse essere fautore di espressioni artistiche e culturali innovative e all’avanguardia pur sempre nel rispetto delle tradizioni locali. Il suo operato artistico a livello cinematografico si è votato a questo scopo, e le sue pellicole trasudano dell’amore che ha nutrito per questa terra”.
Della vasta filmografia di De Stefano, maturato come regista grazie agli studi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ai contatti e collaborazioni con registi importanti (lavorò come aiuto-regista e autore di soggetti e sceneggiature con Mario Camerini, Bernard Rolland, Federico Fellini), si ricordano Incontro con un’infanzia rifiutata (1968-71) sul problema dell’emarginazione dei bambini diversamente abili, il primo mediometraggio realizzato in regione, presentato alla Mostra di Venezia nel 1972; Da un pugno d’erba (1973), sull’operosità dei friulani; Controlettura – parte prima (1975-76), uno dei film di maggiore successo nonché vigorosa affermazione di friulanità, cui sono seguite la seconda parte, presentata nel 1982 nella sala Puccini di Udine col titolo La prima pietra, una linfa che scorre, sulla ricostruzione del Friuli dopo il terremoto del 1976, e la terza parte, Uomo-Macchina-Uomo, dedicata all’artigianato friulano. È del 1983 Uno, due… e Udine poi, realizzato in occasione del Millenario della città, mentre il tema dell’emigrazione è al centro del film-saggio del 1987 Il prossimo – Ieri, oggi, domani (emigrazione vecchia e nuova); e ancora, “Par condicio (un spectacul Furlan di vué)” – Controlettura anni Novanta (1996), rivendicazione a favore della lingua friulana e dei dialetti, e La pace: variazioni sul tema – Reportage dal Friuli (2005).
L’amore e l’interesse per questa regione si incrocia con la fede, altro tema che pervade l’opera di De Stefano. Ne sono un esempio fra i tanti Eucaristia e segno (1972), Grafiz ’tun orizon [Graffiti in un orizzonte] (1986), omaggio al proclamato santo Padre Luigi Scrosoppi, e Il mistero Medjugorje in punti quattro, (1990-2006), tetralogia in cui vengono analizzati tutti i fatti accaduti nel paesino della ex Jugoslavia dal momento dell’“apparizione”, reale o presunta, della Madonna nel giugno 1981. Il suo ultimo progetto riguardava la Sacra Sindone.
L’intento comune della Cineteca del Friuli e di Laura De Stefano è che questi lavori non vengano dimenticati e siano visti in particolare dai più giovani. A Gemona ci sarà quindi il Fondo Marcello De Stefano che, una volta catalogato e digitalizzato, consentirà di realizzare omaggi e retrospettive e soprattutto sarà a disposizione di studenti e ricercatori interessati ad approfondire nel loro percorso di studi l’opera del regista.