A Gemona il Punto di Primo intervento parte con 10 giorni di anticipo
“Serracchiani viene a Gemona a inaugurare la nuova dialisi? Appreso quanto sta accadendo, abbia il coraggio, domani, di chiudere ufficialmente il Pronto Soccorso, visto che, con ben dieci giorni di anticipo rispetto a quanto comunicato, questo è già diventato Punto di Primo Intervento”. Così Barbara Zilli (LN) su quanto sta accadendo all’Ospedale di Gemona, dopo “aver ricevuto la segnalazione da parte di alcuni utenti in merito al fatto che il Punto di Primo intervento è già operativo”.
“Questo colpo di mano da parte dell’AAS 3, che di fatto chiude il PS in anticipo rispetto a quanto previsto – dicono i Comitati a difesa del San Michele – aumenta lo sdegno e la rabbia di tutto il gemonese. Da parte nostra – dicono ancora i comitati – aumenteremo la mobilitazione popolare, invitando tutti i cittadini a ritrovarci domani alle 13.30 in occasione della presenza di Serracchiani e Telesca, per una inaugurazione fasulla di un servizio che avevamo di fatto, già inaugurato noi”.
“Chissà se anche questa volta la politica si nasconderà dietro ‘la scelta tecnica’ – dice ancora Barbara Zilli – come già avvenuto per Latisana, perché questa Giunta non ha il coraggio di prendersi la responsabilità delle proprie azioni”.
“A nulla valgono le spiegazioni datemi dal direttore generale Benetollo – rincara Zilli – i cittadini, da un giorno all’altro e senza preventiva comunicazione, si troveranno davanti un Punto di Primo Intervento che non tratterà più le emergenze urgenze più gravi”.
“Tra l’altro, la condizione di PPI in base alla normativa nazionale, sarà soltanto transitoria il che significa che tra un po’ ci ritroveremo a Gemona una postazione medicalizzata. Vale a dire, di fatto un parcheggio per ambulanze”.
“Io stessa oggi sono stata all’Ospedale e non ho trovato traccia di qualsivoglia comunicazione agli utenti di una scelta aziendale così importante per il futuro del San Michele e per migliaia di persone”.
“Chi spiega tutto questo ai cittadini? Un volantino patinato nel quale si omettono le informazioni fondamentali per gli utenti non è di certo sufficiente: a partire dal fatto che l’Ospedale di Gemona non sarà più tale nonché la data esatta in cui il PS avrebbe cessato di esistere. Solo fumo negli occhi, per mascherare le pericolose lacune di una riforma sanitaria e di un Piano Emergenze che sta facendo a pezzi la sanità dell’alto Friuli”.
“Ci riserveremo di intraprendere altre, eclatanti manifestazioni di protesta – dicono da parte loro i Comitati – i cittadini non possono più subire queste privazioni, devono ribellarsi: non è possibile che proprio nel 40ennale del Terremoto, l’unico ospedale antisismico, nella zona più sismica della Regione, sia ridotto a poliambulatorio/cronicario a servizio degli altri ospedali”.