Sul tema della Secab riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del socio Giovanni Battista De Stalis, che fra i tanti ruoli politici e sociali che ha ricoperto, vanta anche quello di sindaco di Ravascletto.
Caro Direttore, ho avuto modo di notare, visitando quotidianamente il sito, che Studio Nord News ha aperto una specie di finestra, sulla SECAB – Soc. Elettrica Cooperativa Alto But.
Ho letto i pensieri di Luca Boschetti, di Luca Piacquadio e del Presidente Ennio Pittino e vorrei, se lei me lo consente, dire anch’io la mia.
I nostri Padri seppero creare due belle realtà, quelle che poi, per tanti anni, furono il miglior biglietto da visita della nostra Carnia, la Coop.Ca. e la SECAB. La prima è miseramente naufragata, come tutti sappiamo, ed io ne soffrii molto, non per danni diretti, che seppi evitare in tempo, bensì per lo schiaffo morale che io come carnico, ho dovuto incassare.
In Cjargna a si ûsa dî, “cuant che tu cji sês scotât ta mesta, dopo tu sofles encja ta batuda” (latticello).
La SECAB, di cui sono socio da oltre 60 anni, non dovrebbe correre rischi, in quanto, producendo energia elettrica e vendendola, magari adeguando il prezzo pagato dagli utenti, all’andamento del bilancio, penso che dovrebbe consentirmi di dormire sonni tranquilli (le ho affidato qualche risparmio). La prudenza però non è mai troppa e la mia diffidenza ha fatto capolino da quando la politica ci ha messo lo zampino (come in Coop.Ca.).
Certe scelte, anche in SECAB, mi lasciano perplesso, per cui vorrei provare a “fâ la rosta, prima ch’a rîvi la montana”.
Nell’Assemblea del 20 maggio scorso feci un lungo intervento e non fu un “panegirico” sulla gestione della Cooperativa, come avrei desiderato, bensi un intervento critico. Rimasi in sala dal primo all’ultimo minuto, per cui fui fra gli 80 soci (circa) che hanno espresso il voto sul bilancio e sulla relazione del Presidente. Ad accreditarsi per poi avere la possibiltà di partecipare alla votazione per il parziale rinnovo del Consiglio di Amministrazione, furono, se non vado errato, 321 su quasi 3000 soci. Non è un bel segnale, ma non so quale definizione assegnargli, se disaffezione, disinteresse o qualcos’altro. Forse ero il più anziano in sala ed è per questo che rimasi fino in fondo, poichè potrebbe essere, quella del 20 maggio, l’ultima Assemblea a cui partecipavo. Ricordo le grandi Assemblee del secolo scorso, ho ricordato alcuni del Presidenti che hanno retto la Cooperativa da quando sono entrato come Socio, quali Di Lena, Cescutti, Cortolezzis, presidenti di grande carisma e di grande onestà intellettuale.
Ma veniamo al dunque: SECAB è una Cooperativa con scopo mutualistico, è pertanto un’azienda economica che deve creare le migliori condizioni per favorire i suoi soci. Nella fattispecie, cessione a prezzo concorrenziale dell’energia elettrica, nonchè ridistribuire parte degli utili, sotto forma di sconto luce, dividendo a rivalutazione delle Azioni. Per fare ciò SECAB dev’essere amministrata con i principi delle aziende a scopo di lucro.
Il mondo delle Cooperative sta subendo, e lo sarà ancor più nei prossimi anni, grosse trasformazioni: per non essere travolti dagli eventi, è necessario che il CdA, in primis il Presidente, sia composto da persone preparate, con un grosso bagaglio di esperienze amministrative. Ne consegue che gli amministratori devono essere scelti fra i soci che hanno competenze specifiche.
Purtroppo l’esperienza degli ultimi decenni mi dice che così non avviene: alla competenza viene preferita la sudditanza alle varie fazioni. Mi sta bene la rappresentanza territoriale, a condizione che il prescelto abbia specifiche competenze. Ecco quindi che una speciale commissione che valuti il curriculum dei vari candidati, non sarebbe da scartare. Ci consentirebbe di uscire dalla logica della sterile contrapposizione partitica o di appartenenza, come purtroppo avviene attualmente,
Devo disquisire poi della proposta di Piacquadio di ripristinare lo sconto luce. Se non vado errato, SECAB nel 1° quadrimestre del 2022 dovrebbe aver applicato ai suoi soci le tariffe suggerite dall’ARERA, provocando quel salasso che ci è capitato addosso. Per il successivo periodo, SECAB applicò tariffe assai più convenienti, tali da ridimensionare gli utili del 1° periodo, rinunciando a creare profitti nella seconda parte. Come può, l’Azienda, che già ha restituito i margini dello scorso anno, ripristinare lo sconto luce, in sede di approvazione del Bilancio? Sarebbe stato poco saggio se l’Azienda avesse creato margini di guadagno durante il periodo problematico per ogni famiglia o Azienda, come quello appena trascorso. Ricordo che gran parte dei guadagni provengono dalle bollette pagate proprio dai Soci.
La lunga requisitoria del Presidente Pittino mi ha invece sorpreso, non sono riuscito a cogliere la raffinatezza del suo incipit. Sarà forse perché io non sono persona di elevata cultura quanto lui ed ho quindi poca confidenza con il Dizionario Treccani. Sta di fatto che il Presidente Pittino, che non vorrei nella mia azienda, nella prima parte della sua lettera parla del rispetto dello Statuto SECAB, dei principi della Costituzione Italiana e che il voto espresso in SECAB rispetta questi sani principi. Ma Signor Pittino, di cosa sta parlando, ci mancherebbe che non fosse così! Solo per non apparire del tutto ingenuo, che mi dice degli incontri carbonari, a cui nessuno mi ha invitato, per la mia nota avversione alla distribuzione dei “santini”, come da prassi ormai consolidata, tant’è che proprio lei Presidente, se non mi hanno male informato, si è fatto parte diligente nella distribuzione? Non è un reato, sia ben chiaro, ma io, al suo posto, avrei scelto la neutralità.
Dopo il tempo trascorso in SECAB, ed allo scadere dei tre anni da presidente, io mi sarei aspettato da lei, sia in Assemblea che dal suo comunicato a RSN, un accenno alle strategie che avrebbe in serbo per SECAB, al fine di superare anni difficili e proporsi come punto di riferimento nel settore energetico, non solo per la Carnia ma per l’intero Friuli. So che le mie aspirazioni sono di difficile compimento ma, questo devo dirglielo con estrema franchezza, ha fatto si che se ne andasse, sbattendo la porta, il suo più prezioso collaboratore. Io mi auguro che ritorni, ma in veste di Presidente, per il bene di SECAB e dei suoi Soci.
SECAB dispone di un grosso potenziale umano, a mio avviso poco valorizzato proprio per carenza di indirizzi e strategie. Lei, Signor Pittino, mi dà l’impressione di voler autoincensarsi, mentre lo lo trovo carente anche nei rapporti con i media.
Termino queste mie considerazioni ad alta voce come ho iniziato: ascolti il suggerimento di Luca Boschetti, indica un’Assemblea Straordinaria per cambiare lo Statuto, recependo le modalità ed i principi indicati nella prima parte di questa mia lettera riguardo le modalità di costituzione e caratteristiche dei candidati alla guida della Cooperativa, dopodichè rassegni le dimissioni. Le assicuro che la stragrande maggioranza dei Soci SECAB, le sarà grata. Sarebbe il modo migliore per evitare un altro anno di immobilismo ed assenza di una visione strategica.
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