Appuntamento a venerdì 20 maggio 2016, il Giro d’Italia tornerà in Friuli dopo un anno sabbatico. Svelata oggi presso la Sala operativa della Protezione civile regionale di Palmanova la 13^ Tappa dell’edizione n. 99 della competizione ciclistica, la Palmanova-Cividale del Friuli da 161 km, quattro Gran Premi della Montagna (Montemaggiore, Drenchia, Porzus e Valle), 3.400 metri di dislivello.
Una tappa – come hanno messo in luce i responsabili della Rcs Sport, il direttore del Giro Mauro Vegni, il promoter Enzo Cainero ed i vertici della Regione FVG – che rappresenterà una carta fondamentale per il rilancio delle Valli del Torre e del Natisone, un tributo alle città Unesco del presente (Cividale) e del futuro (Palmanova), un omaggio al Friuli che celebrerà il 40^ anniversario del Terremoto del 1976.
Ma non ci sarà solo la tappa del venerdì a caratterizzare l’appuntamento: per la prima volta infatti il Giro lancerà proprio dal Friuli una competizione di Gran Fondo (domenica 22 maggio), pensata per far “battagliare” sui pedali anche i ciclisti non professionisti, mettendoli in competizione sulle stesse strade percorse dai campioni della carovana rosa.
IL DETTAGLIO DEL PERCORSO
La mappa della Tappa
Partenza dalla città stellata di Palmanova con tributo al km 0 alla Protezione civile del FVG dinnanzi alla loro sede operativa, spostamento poi verso Cividale del Friuli per il primo passaggio in paese e risalita del Natisone. Si affronta la prima dura salita di Montemaggiore (Monte Matajur) da Savogna, per scendere su Clodig e scalare il passo del Monte San Martino e in rapida successione la salita di Drenchia/Crai che presenta tra Trusgne e Oznebrida pendenza costantemente a doppia cifra per poi addolcirsi verso la vetta. Discesa nuovamente verso il Natisone e passaggio in Cividale sia in centro che sulla linea del traguardo. Si risale quindi verso Tarcento e raggiunta Attimis si scala l’altra tosta salita di Porzùs per rapidamente scendere a immediatamente scalare la salita di Valle sempre con tratti di pendenza notevole. Discesa impegnativa su Campeglio e dalla fine della discesa solo 6 km separeranno i ciclisti dalla linea di arrivo.
La planimetria delle salite
IL VIDEO MIX CON LA PRESENTAZIONE
Serracchiani, Vegni e Cainero con il Trofeo “infinito” del Giro
Il Giro d’Italia non si dimenticherà certo della Carnia e dello Zoncolan, da tempo infatti si sta lavorando per riportare la corsa rosa in cima al Kaiser. Nel 2017 (quando il Giro tra l’altro compirà 100 anni) sarà la volta del pordenonese che tornerà ad essere protagonista dopo le emozioni del Vajont del 2013 mentre per il 2018 ci sono già i ferri in acqua per un nuovo Zoncolan, chissà forse finalmente sperimentando stavolta l’inedita salita da Priola di Sutrio, il terzo versante sino ad oggi inesplorato: “è ancora presto per dirlo – ci ha spiegato Cainero – so comunque che ai vertici della Rcs piacerebbe riproporre gli ultimi ostici tornanti del versante sutriese del Kaiser (quelli del 2003 con la prima vittoria di Simoni ed il quinto posto di Marco Pantani)”. Per quanto riguarda invece la scalata del Crostis, è stato il vice-presidente della Regione Sergio Bolzonello a ricordare al direttore del Giro Vegni che “il sogno aspetta ancora di essere esaudito” dopo la rinuncia del 2011.
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