Grande idroelettrico, Mazzolini: «È finito lo sfruttamento della nostra terra a vantaggio di pochi»
“È finito lo sfruttamento della nostra terra a vantaggio di pochi”.
Sono le parole di soddisfazione del vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini a seguito del voto favorevole del disegno di legge 107 relativo al recupero delle grandi concessioni idroelettriche.
“Questa grande opportunità per la regione nasce nel 2019 con un emendamento della Lega al decreto Semplificazioni con Salvini ministro che dà autonomia gestionale alle regioni per le grandi derivazioni”, inizia Mazzolini
“La nostra Regione a guida Fedriga e con l’assessore all’energia Scoccimarro, ha prontamente colto questa opportunità e dopo due anni di lavoro per redigere una legge completa sul recupero delle grandi derivazioni, oggi in aula abbiamo sancito la nascita dell’ente regionale per l’energia, di cui almeno il 51% a gestione regionale e il resto a comuni o privati. Questa nuova società compartecipata regionale con sede fiscale questa volta in FVG permetterà anche di recuperare Iva e Irpef che prima andavano persi fuori FVG”.
“Sono contento di aver collaborato attivamente a questo grande momento storico per la nostra regione e la nostra montagna – continua Mazzolini -. I proventi di queste grandi derivazioni verranno redistribuiti sul territorio per le famiglie, infrastrutture e sostegno per lo sviluppo anche turistico. I canoni di derivazione che erano di circa 2 milioni, ora con la nuova legge passeranno a più di 6 milioni, portandone 13 complessivi a tutta la montagna, e verranno gestiti direttamente dal territorio fino ad oggi derubato delle sue risorse”.
Mazzolini sottolinea che quando anche le derivazioni di Somplago e del Cellina scadranno, saranno gestite dalla società elettrica FVG, producendo di fatto decine e decine di milioni di euro l’anno per il nostro territorio. “Dopo anni di battaglie, restituiamo dignità alla regione e alla montagna – conclude . E’ un atto di giustizia verso i territori montani che si son visti negli anni depredati delle proprie risorse, ridotti i corsi d’acqua, aumentati i bacini, le prese e gli scarichi”.