Grande idroelettrico, ok unanime del Consiglio Regionale al ddl 107
L’Aula del Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge 107 con cui si ridisciplina la procedura di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico, si dà il via alla creazione di una società a capitale misto pubblico privato a cui assegnare le concessioni, si tengono in considerazione gli interventi di risanamento ambientale, si prevedono obblighi per la sicurezza del personale e per la stabilità occupazionale, si pone attenzione alla modalità di rilascio delle portate d’acqua al pari della tutela degli alvei, delle sponde e dell’ecosistema. Non da ultimo, si prevede la fornitura gratuita e annuale alla Regione di una quota della produzione di energia, da destinare al 100% ai servizi pubblici e alle categorie di utenti dei territori interessati dalle derivazioni, oltre a garantire loro il 100% dei canoni concessori.
Di limatura le modifiche apportate al testo base dove, tra le finalità, è stato inserito il raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030 delle Nazioni Unite e del Green Deal europeo (emendamento dell’assessore Scoccimarro); nella valutazione dell’uso idroelettrico è stato previsto il coinvolgimento degli enti montani (Sergo con i colleghi del M5S) e della Commissione consiliare competente, coinvolta anche nell’indizione della procedura di assegnazione (Conficoni-Santoro-Moretti del Pd); è stato previsto l’incremento dei livelli occupazionali e del trattamento economico del personale, nonché delle misure di sicurezza, quali criteri di valutazione dei progetti presentati per l’assegnazione della concessione (Scoccimarro). Infine, è stata inserita una clausola per poter valutare l’efficacia delle politiche poste in essere.
Altri emendamenti hanno fatto registrare la richiesta comune (Scoccimarro e Sergo) affinché pure il riassetto viabilistico e la valorizzazione infrastrutturale, oltre all’ottimizzazione delle funzioni di contenimento e regolazione delle piene svolte dagli invasi (Conficoni), rientrassero tra le misure di compensazione ambientale e territoriale dei progetti presentati; la riscrittura dell’articolo 17 dedicato alle clausole sociali volte alla promozione della stabilità occupazionale del personale impiegato, dove si citano le linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione, il mantenimento dei diritti acquisiti dai lavoratori, l’applicazione dei contratti collettivi nazionali (Scoccimarro), ma anche la specifica che il concessionario subentrante deve assumersi l’obbligo di rispettare le clausole di salvaguardia (Honsell di Open Fvg con Conficoni); l’assegnazione del 100% di canoni di Comuni e alle Comunità montane coinvolte (Scoccimarro).
Accolto anche un ordine del giorno a firma dei Gruppi di Centrodestra, in primis di Mara Piccin (FI), che chiede alla Giunta di impegnarsi a introdurre nello statuto della società a capitale misto pubblico privato un rappresentante degli enti locali che partecipano a tale società indicato dalla Regione.
Altri due emendamenti, entrambi accettati e presentati dal Patto per l’Autonomia, parlano invece, rispettivamente, di impegno della Giunta a porre un freno al mini-idroelettrico sui corsi d’acqua naturali, attraverso un monitoraggio costante, e di individuazione degli strumenti per la partecipazione degli enti locali montani alla futura società elettrica regionale.
Con le dichiarazioni di voto, trasversale è stato il riconoscimento di una legge nata dall’ascolto del territorio e migliorata grazie al contributo di tutti i Gruppi politici, cosa di cui è stato dato atto all’assessore a Difesa dell’Ambiente ed Energia, Fabio Scoccimarro.
Furio Honsell ha citato la tutela dei lavoratori e la possibilità che le comunità montane ricevano il 100% dei canoni, oltre ad aver scongiurato pratiche sconsiderate come quelle del pompaggio.
Cristian Sergo ha detto che si tratta di una norma rivoluzionaria, c’è da chiarire la conduzione delle concessioni, ma non ci sono più alibi per non fare i controlli ora che è posto tutto sotto l’occhio della Regione.
Per Massimo Moretuzzo (Patto) è stato difeso un bene comune come l’acqua, senza fare i profitti dei privati; ora sarà importante fare altri passi avanti con la società a capitale misto.
Claudio Giacomelli (FdI) ha sottolineato l’aspetto del 51% della futura società idroelettrica in mano alla Regione e lo spirito di fare ambiente posto nella legge, che prevede tutela ma concretezza, con benefici occupazionali ed economici.
Nicola Conficoni (Pd) vede affermare un modello di sviluppo sostenibile, attento alla tutela dell’ambiente oltre che dell’economia; è un provvedimento atteso dalla montagna che subisce lo sfruttamento delle grandi derivazioni idroelettriche e chiede che le risorse rimangano sul suo territorio.