Guardia medica gratuita per tutti i cittadini nell’intero Friuli Venezia Giulia
“La guardia medica per tutti i nostri cittadini sarà gratuita nell’intero Friuli Venezia Giulia”.
Lo annuncia il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, che ha firmato oggi a Udine (nella foto) un accordo con i rappresentanti delle organizzazioni dei medici volto ad assicurare efficacia al servizio della guardia medica sul territorio.
Accordo che, com’è stato evidenziato, era atteso dalla categoria da diciassette anni e permetterà ora ai cittadini di fruire della continuità dell’assistenza, anche al di fuori dell’orario di servizio dei medici di base, e che, ha evidenziato Riccardi, “non comporterà oneri aggiuntivi a carico delle finanze regionali in quanto le Aziende sanitarie hanno la potestà di utilizzare gli strumenti contrattuali disciplinati dall’accordo, avendo riguardo alla garanzia del mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, alla migliore offerta economica rispetto ad altre soluzioni organizzative adottate per garantire le medesime attività e nel rispetto del principio di non variabilità complessiva degli oneri a carico della finanza pubblica”.
“Si tratta di un punto centrale della catena del sistema sanitario – ha precisato il vicegovernatore – e l’accordo, che prevede la gratuità del servizio per i cittadini residenti in regione, rappresenta un elemento cardine per risolvere il problema dell’affollamento del Pronto soccorso e ridurre i tempi di attesa. Nel contempo – ha aggiunto – prosegue il cammino dell’affermazione del sistema della salute sul territorio”.
I medici di continuità assistenziale nella nostra regione sono circa 250. Si tratta di liberi professionisti convenzionati a rapporto orario che operano in 44 sedi del servizio di continuità assistenziale, garantendo a tutta la popolazione residente nell’ambito territoriale di competenza l’assistenza medica negli orari non coperti dal medico di medicina generale, cioè nelle ore notturne e nelle giornate prefestive e festive, per i problemi di salute non di emergenza ma non differibili.
“Con questo accordo quadro – puntualizza Riccardi – la Regione intende colmare la carenza in materia di definizione di modelli organizzativi e di strumenti operativi volti a garantire la continuità dell’assistenza, nonché a regolamentare e sistematizzare le modalità del possibile impiego dei medici nelle attività a rapporto orario diverse da quelle previste istituzionalmente”.
“Inoltre – ha proseguito il vicegovernatore – si vuole armonizzare l’impiego dei medici nelle attività ambulatoriali e domiciliari a rinforzo nella risposta a richieste non di emergenza e non differibili, andando così verso la piena integrazione di questi professionisti nelle forme organizzative dell’assistenza primaria in attuazione della riforma introdotta dalla legge regionale 27 del 2018″.
Il documento regolamenta quegli istituti contrattuali che gli accordi collettivi nazionali di categoria demandano alla Regione, assicurando chiarezza verso i professionisti ma anche nei confronti dei cittadini che fruiscono del servizio.
Questo protocollo, da cui dovranno discendere appositi accordi aziendali, si prefigge di armonizzare i comportamenti delle Aziende sanitarie su alcuni istituti contrattuali quali l’assetto organizzativo del servizio e il rapporto ottimale; la definizione di dotazioni essenziali e idonee a garantire la sicurezza in tutte le sedi e di dotazioni strumentali, di applicativi informatici e di connessioni telematiche; le modalità di sostituzione e di attribuzione, da parte delle Aziende, degli incarichi provvisori; l’organizzazione della reperibilità; la partecipazione alle Aft; la formazione; l’utilizzo delle quote di incentivazione aggiuntiva per obiettivi; la definizione di modalità di risposta ai cittadini non residenti in Regione e non residenti nell’ambito territoriale di competenza della sede; la definizione di ulteriori attività che possono essere disciplinate attraverso Accordi integrativi aziendali; la disciplina della figura di coordinatore; le attività a rapporto orario diverse da quelle istituzionali notturne, prefestive e festive; le iniziative a tutela della salute in caso di maternità o di inabilità temporanea alla mansione.
Rispetto ai cittadini, l’accordo si propone di dare finalmente risposta ad una serie di criticità segnalate e, accanto alla gratuità del servizio per i residenti nella regione, regolamenta le prestazioni non differibili prestate ai cittadini non residenti.
Consente inoltre la possibilità che siano definite a livello aziendale ulteriori attività cliniche a rapporto orario, con compensi di entità commisurata al carico di lavoro e alla responsabilità dell’incarico, da svolgersi in abiti oggi garantiti dalle Aziende con soluzioni economicamente più onerose che sono le seguenti: cure palliative (domiciliari e presso RSA/Hospice); strutture intermedie; residenze per anziani e disabili; sanità penitenziaria; presidi di primo intervento, ambulatori di prime cure, ambulatori codici bianchi o assimilabili; programmi assistenziali per persone appartenenti a determinate categorie a rischio nell’ambito di iniziative strutturate; assistiti fragili, pazienti pluripatologici e/o con malattie di lunga durata o inseriti in programmi assistenziali per i quali sia stato redatto un piano assistenziale individuale; attività diurne ambulatoriali e domiciliari nell’ambito delle forme organizzative dell’assistenza primaria; attività ambulatoriali ad accesso regolamentato nell’ambito specifico del servizio di continuità aziendale notturno prefestivo e festivo, su esclusiva ed obbligatoria valutazione del medico di continuità assistenziale