I tagli ai Patronati penalizzeranno ulteriormente la Montagna
Ancora una volta un servizio, tra l’altro gratuito, a favore dei cittadini di montagna rischia di venire compromesso dai tagli del governo. Stiamo parlando dei Patronati, i quali, secondo il testo della legge di Stabilità 2016 presentato al Parlamento, torneranno a vedersi ridotti in modo pesante, e per il secondo anno consecutivo, le risorse a disposizione. Si parla di 48 milioni di euro che si sommano ai 35 milioni dello scorso anno: contributi versati da lavoratori e imprese che, per la loro natura, non possono essere destinati ad altra finalità.
Nel concreto dunque questi enti, da sempre punto di riferimento per lavoratori, pensionati e cittadini in genere in cerca di consulenza, orientamento, pratiche previdenziali, ecc., non avranno la liquidità sufficiente per garantire non solo il corretto pagamento delle retribuzioni e della relativa contribuzione, ma la funzionalità degli uffici già dal prossimo gennaio.
Allo stesso tempo però si continua a richiedere attività aggiuntive, soprattutto in una fase storica in cui il flusso di persone che si rivolgono ai Patronati è aumentato di quasi 2/3, per effetto dell’introduzione dell’esclusività del canale telematico per la presentazione delle istanze, la sostanziale chiusura degli sportelli degli enti al pubblico e il “digital divide” di cui soffrono mediamente gli italiani, soprattutto coloro i quali risiedono per esempio nei territori montani dell’Alto Friuli.
Nel solo comprensorio di riferimento della Cisl dell’Alto Friuli sono presenti 26 punti tra sedi e recapiti fissi del Patronato INAS che mediamente servono decine di migliaia di persone. “Proprio per evitare che anche questi servizi vengano via via smembrati – attacca il segretario generale del sindacato altofriulano Franco Colautti – chiediamo al Governo, come hanno fatto le segreterie nazionali, un immediato stralcio delle normative in discussione”.
(nella foto Franco Colautti)