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Il 70% degli studenti tolmezzini parla il friulano, la percentuale più alta in provincia

Quante e quali lingue parlano i nostri studenti nei diversi contesti comunicativi della quotidianità, in famiglia, con gli amici, nel tempo libero, o a scuola? E a che età le hanno apprese? Qual è il livello di competenza e familiarità che gli stessi ritengono di possedere?

A queste e ad altre domande hanno risposto nei mesi precedenti oltre 1800 studenti delle classi prime di alcuni istituti friulani di secondo grado che aderiscono al progetto della “Fotografia linguistica”. Il questionario online, giunto alla sua settima edizione e curato dalla rete di istituzioni culturali e scolastiche “La lavagne plurilengâl”, di cui la Società Filologica Friulana è capofila, si propone l’obiettivo di favorire il plurilinguismo e valorizzare la diversità linguistica sul territorio regionale. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Università di Udine, grazie al prezioso apporto di Fabiana Fusco, docente di linguistica educativa, e Gabriele Zanello, Docente di Letteratura friulana e di Lingua e linguistica italiana, e in collaborazione con ARLeF.

Gli istituti che hanno partecipato all’indagine per l’anno scolastico 2023/2024 coprono diverse aree della regione: si va da Udine, con le scuole secondarie “Bearzi”, “Copernico”, “Marinelli”, “Marinoni” e “Zanon”, a Tolmezzo, con “Paschini-Linussio” e “Solari”. Presenti anche Gemona del Friuli, con il “Magrini-Marchetti”, San Daniele, con il “Manzini”, Codroipo, con il “Linussio” e Latisana con il “Mattei”.

Il questionario proposto, che lasciava agli studenti ampia libertà di esprimersi in merito agli idiomi utilizzati nei diversi contesti, fossero essi lingue, dialetti o varianti linguistiche locali, è stato strutturato in due parti. Con tale impostazione si è cercato di ottenere un quadro il più possibile completo sia delle lingue parlate in relazione ai diversi contesti comunicativi (prima sezione), sia delle competenze linguistiche autovalutate (seconda sezione).

Dando uno sguardo ai dati finali, elaborati in concomitanza alla settimana in cui si celebra la Giornata internazionale della Lingua Madre, il 21 febbraio, gli studenti che hanno partecipato all’indagine sono stati 1825, ben 312 in più dell’anno precedente, con un incremento contestuale delle classi, che da 82 sono passate alle attuali 97.

In linea con le scorse edizioni, le lingue più parlate in famiglia sono l’italiano (92%) e il friulano, che con il 44% registra un lieve calo se rapportato all’anno scolastico 2022/2023. Seguono inglese (6%), rumeno, spagnolo, albanese e arabo con il 3%, tedesco e veneto al 2% che si sommano a un totale di oltre 60 idiomi segnalati dagli studenti, tra lingue, dialetti e varianti dell’italiano. Una ricchezza evidenziata dal fatto che il monolinguismo è presente nel 42% delle famiglie, mentre il 49% è bilingue e l’8% afferma di utilizzare addirittura tre o più idiomi all’interno del proprio nucleo familiare.

Concentrando le attenzioni sul friulano, dai dati si evince che lo si parla maggiormente a Tolmezzo, con le scuole del capoluogo carnico che sfiorano il 70%, mentre scendendo a Udine la percentuale si avvicina al 40%. Gemona, San Daniele e Codroipo registrano rispettivamente il 57, il 48 e il 45%. Chiude Latisana, dove la lingua friulana viene parlata nel 32% dei nuclei familiari. Le località in cui la marilenghe è in crescita rispetto all’anno precedente sono Codroipo e Latisana, mentre Gemona e San Daniele, con un -5%, evidenziano un saldo negativo. Stessa sorte per Udine, dove le ragioni di un -9% sono da ricercarsi anche in un contesto socio-culturale più variegato.

La lingua friulana, inoltre, confermando le tendenze già rilevate in passato, viene maggiormente utilizzata nella comunicazione tra i genitori (30%), con i padri (31%) più propensi delle madri (25%) a rivolgersi in friulano ai propri figli, mentre questi ultimi tendono a parlarlo di più con i primi (24%) che con le seconde (21%). In armonia con i risultati generali, anche questa dinamica denota una certa eterogeneità geografica: se a Tolmezzo infatti il 59% dei padri e il 51% delle madri utilizza il friulano con i figli, a Latisana gli stessi valori scendono rispettivamente al 20 e al 15%.

Per quanto riguarda i nonni, custodi della trasmissione intergenerazionale, in media il 38% degli studenti afferma di parlare loro in friulano. Quando sono i primi invece a rivolgersi  ai nipoti, la percentuale sale al 53%.

Continuando a sfogliare l’indagine e analizzando la comunicazione in contesti sociali esterni alla famiglia, si assiste a un netto cambio di rotta. Cala infatti in maniera brusca il numero di adulti che si rivolge ai ragazzi in friulano (44%), e peraltro solo il 23% di questi replica in tale lingua. Allo stesso modo, il 14% dei negozianti parla loro in friulano, ma solo il 6% dei giovani decide di utilizzarlo in quell’ambito. La forbice si restringe fra coetanei: il 20% degli amici usa il friulano mentre il 18% lo adotta per rispondere. Nella stessa situazione, l’italiano registra percentuali pari rispettivamente al 97 e al 96%.

Ancora diverso il contesto scolastico, quello più orientato verso il monolinguismo: con i propri compagni il 98% degli studenti dichiara di utilizzare l’italiano, l’11% anche il friulano e il 2% l’inglese. Quando invece la comunicazione avviene sulla direttrice insegnanti-studenti (non prendendo in considerazione i professori di lingue straniere), si perviene ad un approccio pressoché monolingue, dove il 99% dei docenti opta per l’italiano mentre friulano e inglese si fermano al 4 e al 3%. Dati praticamente identici invertendo i ruoli: il 99% dei ragazzi utilizza l’italiano con gli insegnanti e solo il 2% di questi si avvale del friulano o dell’inglese per comunicare con loro.

Per quanto concerne il tempo libero, continua l’ascesa dell’inglese, segnando un trend che già da anni registra un segno positivo. Il 48% dei ragazzi dichiara di seguire programmi TV in inglese, contro il 4% del friulano, mentre il 28% lo utilizza nelle mail, sui social e nelle chat, ambito in cui il friulano totalizza il 7%. Numeri indiscutibili anche per la fruizione dei siti internet, con l’inglese al 57% e il friulano al 2%, e per la lettura di libri e fumetti (24% contro 3%).

I dati che riguardano l’età di acquisizione e apprendimento delle lingue permettono di osservare come l’assimilazione del friulano sia senza dubbio prolungata nel tempo, risultando distribuita con percentuali simili (tra il 14 e il 18%) nelle fasce 0-3, 3-6 e 6-9; tra i 9 e i 12 anni il valore scende all’8% mentre dai 12 ai 15 si attesta al 4%.

Dal raffronto con gli anni precedenti ne esce dunque un quadro che restituisce una sostanziale tenuta del friulano, seppur insidiata da un lieve ma generalizzato arretramento. Alla luce di ciò, la “Fotografie linguistiche” continua a porsi quale mezzo di riflessione e di sensibilizzazione per un cambio di prospettiva che valorizzi, partendo dalla scuola, i benefici di un’educazione plurilingue. Non solo in friulano, sloveno o tedesco, le tre lingue minoritarie regionali che vantano particolari diritti sanciti dalla Costituzione, ma in tutti gli idiomi che formano il patrimonio identitario e culturale della comunità. Un’azione educativa cosciente, che esalti la pluralità idiomatica delle classi in un territorio dove i flussi migratori contribuiscono sempre più all’incremento delle lingue presenti, avrà senz’altro ricadute positive sugli alunni e sull’intero sistema.

IN MARILENGHE

Tropis, e cualis, sono lis lenghis che i nestris students a fevelin intai diviers contescj comunicatîfs de vite di ogni dì, in famee, cui amîs, tal timp libar o a scuele? Trops agns vevino cuant che lis àn imparadis? E cuâl isal il nivel di competence e di familiaritât che a disin di vê? 

A chestis e a altris domandis a àn rispuindût vie pai mês passâts plui di 1800 students des classis primis di un grup di istitûts furlans di secont grât che a fasin part dal progjet “Fotografie linguistiche”. Il cuistionari online, rivât ae edizion numar 7 e curât de rêt di istituzions culturâls e scolastichis “La lavagne plurilengâl”, vuidade de Societât Filologjiche Furlane, al à chê di favorî il plurilinguisim e valorizâ la diversitât linguistiche dal teritori regjonâl. Il progjet al è stât metût in vore cu la colaborazion de Universitât dal Friûl, graciis al preziôs supuart di Fabiana Fusco, docente di linguistiche educative, e di Gabriele Zanello, docent di Leterature furlane e di Lenghe e linguistiche taliane, e cu la poie de ARLeF.

I istitûts che a àn partecipat al scandai pal an scolastic 2023/2024 a cuvierzin areis diviersis de regjon: si va di Udin, cu lis scuelis secondariis “Bearzi”, “Copernico”, “Marinelli”, “Marinoni” e “Zanon”, a Tumieç cul “Paschini-Linussio” e il “Solari”. Presintis ancje Glemone, cul “Magrini-Marchetti”, San Denêl, cul “Manzini”, Codroip, cul “Linussio” e Tisane cul “Mattei”.

Il cuistionari che al è stât dât fûr al lassave ai students la massime libertât di indicâ lis lenghis, i dialets o lis variantis linguistichis locâls fevelâts in ogni contest. Cun di plui, il scandai al è stât dividût in dôs sezions par rivâ a vê une panoramiche il plui pussibil complete sedi par chel che al tocje lis lenghis feveladis intai diferents contescj comunicatîfs (prime sezion), sedi pes competencis linguistichis vignudis fûr de autovalutazion (seconde sezion).

Analizant i dâts definitîfs, elaborâts juste in ocasion de Zornade Internazionâl de Lenghe Mari, che si celebre ai 21 di Fevrâr, si viôt che i students che a àn partecipât al scandai a son stâts 1825, ven a stâi 312 in plui dal an prin, cuntune aument ancje des classis, che di 82 a son passadis a 97.

Compagn che intes edizions precedentis, lis lenghis plui feveladis in famee a son il talian (92%) e il furlan, che cul 44% al piert cualchi pont a pet dal an scolastic 2022/2023. Tal tierç puest al è l’inglês, cul 6%, po rumen, spagnûl, albanês e arap cul 3%, prin dal todesc e dal venit, cul 2%. Cheste liste, za di par se impuartante, e je dome une fete dal patrimoni totâl di lenghis, dialets e variantis dal talian che i students a àn segnalât tal cuistionari e che a son plui di 60. Une ricjece marcade dal fat che dome il 42% des fameis a son monolengâls, là che il 49% a son bilengâls e tal 8% dai câs in cjase si doprin fintremai trê o plui lenghis. 

Se si cjalin i dâts peâts al furlan, si viôt che si lu fevele une vore a Tumieç, dulà che si rive dongje dal 70%. A Udin, invezit, la percentuâl si svicine al 40%. Glemone, San Denêl e Codroip a regjistrin tal ordin il 57, il 48 e il 45%. A Tisane, che e siere cheste liste, la lenghe furlane e ven fevelade tal 32% des fameis. Cjapant l’an prin, si note che il furlan al cres a Codroip e a Tisane, ma che al piert cualchi pont a Glemone e a San Denêl (-5%). Compagn par Udin, che al segne un -9%, ma in chest câs i motîfs a son leâts ancje a un contest socioculturâl plui svariât e vivarôs.

Lant indenant, si confermin ancje tancj andaments che a jerin za stâts rilevâts intai agns passâts. I paris, par esempli, a fevelin par furlan cui fîs plui che lis maris (31% cuintri dal 25%) e i zovins lu doprin plui dispès cui prins (24%) che cu lis secondis (21%). Ancje cheste dinamiche, che e va daûr dal cuadri gjenerâl, e pant une composizion gjeografiche pôc omogjenie: se a Tumieç di fat il 59% dai paris e il 51% des maris a doprin il furlan cui lôr fîs, a Tisane i numars a van jù al 20 e al 15%.

Par chel che al inten i nonos, che a son i vuardians de trasmission de lenghe di une gjenerazion a chê altre, in medie il 38% dai students al declare di fevelâ cun lôr par furlan. Cuant che invezit a son i prins a indreçâsi ai nevôts, la percentuâl e cres fin al 53%.

La situazion e mude se si scomencin a analizâ i numars de comunicazion intai contescj sociâi fûr de famee. I adults che si indrecin ai fantats par furlan, di fat, a calin une vore (44%) e i zovins che in chê situazion a decidin di rispuindi doprant la stesse lenghe a son il 23%. Compagn tes buteghis, dulà che il 14% dai negoziants al dopre il furlan cui zovins, ma dome il 6% di lôr lu sielç par lâ indenant a cjacarâ. L’interval si ridûs cun chei de stesse etât: il 20% dai amîs al fevele par furlan e il 18% lu dopre par rispuindi. Intune situazion compagne, il talian al rive a percentuâls dal 97 e dal 96%. 

La panoramiche e mude inmò se o lin a fâ i conts cul ambient scolastic, che al è chel plui monolengâl di ducj. Il 98% dai zovins che a àn fat il cuistionari a declarin di fevelâ par talian cui compagns, l’11% lu fasin par furlan e il 2% par inglês. Cuant che invezit la comunicazion e cjape dentri insegnants e students (cence tignî cont dai professôrs di lenghis forestis), si rive a une relazion che in sostance e je dome monolengâl: il 99% dai docents a sielzin il talian là che il furlan e l’inglês si fermin tant prin, al 4% e al 3%. Se si ribaltin lis parts, il risultât nol cambie, stant che il 99% dai zovins a doprin il talian cui insegnants e dome il 2% dai professôrs a comunichin par furlan o par inglês cui students.

Tra lis lenghis plui feveladis tal timp libar, infin, al va dilunc a cressi l’ûs dal inglês. Il 48% dai fantats, di fat, a cjalin programs televisîfs in cheste lenghe, cuintri il 4% di chei che a àn miôr il furlan. Il 28% po lu doprin ancje par mandâ emails, scrivi intes chats o sui social, une sielte che tal câs dal furlan si ferme al 7%. I numars a son inmò plui nets se si fevele di internet, cul inglês al 57% e il furlan al 2%, par ridusisi al 24% e al 3% cuant che i zovins a decidin di lei un libri o un fumet.

I dâts su la etât di acuisizion e di aprendiment des lenghis a confermin a clâr che la assimilazion dal furlan e je sprolungjade tal timp. Di fat, la sô distribuzion e à percentuâls similis (tra il 14 e il 18%) intes fassis 0-3, 3-6 e 6-9; tra i 9 e i 12 agns il valôr si sbasse al 8% e dai 12 ai 15 si ferme al 4%.

Fasint un confront cui scandais dai agns passâts, si cjatisi denant di une situazion là che la lenghe furlane, in sostance, e ten bot, ancje se la pierdite di teren, lizere, e je gjeneralizade. Su la fonde di cheste considerazion, la “Fotografie linguistiche” e va indenant cu la sô mission, ven a stâi chê di sensibilizâ e di judâ a rifleti par creâ une prospetive gnove che e dedi valôr, tacant de scuele, ai vantaçs di une educazion plurilengâl. No dome par furlan, sloven o todesc, che a son lis trê lenghis minoritariis de regjon, cun dirits particolârs fissâts de Costituzion, ma in dutis lis lenghis e i dialets che a rapresentin il patrimoni identitari e culturâl de comunitât. Une azion educative cussiente, che e meti in evidence la pluralitât idiomatiche des classis intun teritori là che i moviments migratoris a contribuissin simpri di plui a fâ incressi lis lenghis presintis, e varà dal sigûr consecuencis positivis sui arlêfs e su dut il sisteme.