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Il centrosinistra di Tolmezzo: «Passo Monte Croce, la Regione non capisce la gravità del problema»

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del centrosinistra di Tolmezzo (Partito Democratico, Sinistra Italiana, Patto per l’Autonomia) in merito alla situazione di Passo Monte Croce Carnico.

Prima l’assessore alla Protezione Civile Riccardo Riccardi che assurdamente annuncia una riapertura della strada in due giorni, impossibile anche per un osservatore distratto; poi il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini che accusa a mero fine elettorale e di parte l’Amministrazione comunale di Paluzza di essere causa degli eventi, mentre si fa inopportuni selfie sul luogo del disastro.
Nel frattempo, a quasi tre settimane dall’accaduto, nessuno della Regione ha trovato ancora il tempo di venire sul posto a effettuare un serio sopralluogo. È assordante il silenzio del presidente Fedriga in primis, salito in Carnia sabato scorso per l’inaugurazione della nuova sala al Museo Carnico: era l’occasione per una tappa a Monte Croce, perlomeno per far sentire la propria vicinanza alla comunità, ma evidentemente ha avuto di meglio da fare. In questo quadro, già di per sé desolante, si aggiunge l’ennesima, ma non sarà purtroppo ultima, beffa: l’annullamento dell’incontro transfrontaliero che si sarebbe dovuto tenere ieri tra i vertici politici e tecnici del Land Carinziano e gli omologhi italiani, in un incontro già confermato e annunciato. Un meeting tecnico fatto saltare all’ultimo momento dal forfait della Regione FVG, la quale ha comunicato, peraltro solo dopo essere stata sollecitata da Paluzza, che nessuno vi avrebbe preso parte. Una riunione da cui i sette sindaci del distretto di Hermagor attendevano informazioni sulle intenzioni italiane e confronto per un agire comune e a cui avrebbe partecipato l’ANAS.
Soprattutto riunione annunciata sulla stampa d’oltralpe e a cui sarebbero stati presenti tutti, tranne uno. È la cifra evidente ed emblematica di quanto i problemi della Carnia stiano in basso nella scala delle priorità dell’Amministrazione Regionale. Come già dimostrato, anche dai lavori per il ponte sul Fella e dal disinteresse su questioni ambientali cruciali come le centrali SIOT e l’elettrodotto Wurmlach Somplago. 

Commenta Marco Craighero per il Partito Democratico di Tolmezzo e membro della Segreteria regionale del Pd: “Di fronte al senso di responsabilità del vicesindaco reggente di Paluzza Luca  Scrignaro e dell’ex sindaco, ora consigliere regionale, Massimo Mentil, che fin dal primo momento hanno evitato contrapposizioni e con profondo spirito di servizio per la propria comunità e sensibilità istituzionale, si sono messi a disposizione per ragionare e studiare in maniera collegiale e trasversale le migliori e più efficaci soluzioni per la drammatica situazione del crollo sulla strada 52bis verso il passo di Monte Croce Carnico, dobbiamo constatare purtroppo l’atteggiamento di segno contrario, disarmante e manchevole, dei vertici regionali. Forsela Regione non ha capito che si tratta di un evento calamitoso con risvolti potenziali sull’indotto turistico, e quindi economico, di tutto il Friuli Venezia Giulia: la deviazione del flusso di persone in arrivo dall’Austria e dalla Baviera verso San Candido o il Brennero rischia di spostare verso ovest l’intero itinerario dei turisti d’oltralpe, tagliando fuori il Friuli Venezia Giulia. Parliamo di un migliaio di passaggi veicolari giornalieri, con picchi di cinquemila nei periodi estivi, quindi centinaia di migliaia di transiti annui. La drammaticità dell’evento di Passo Monte Croce, data la sua portata transfrontaliera, non può dunque essere derubricata a questione di secondario piano e neppure ridotta a fatto di cronaca locale! Il Pd di  Tolmezzo, conscio del ruolo in Carnia, ha a cuore una problematica che riguarda tutto il territorio e sulla quale auspica una convergenza di tutti i Comuni, della Comunità di Montagna e di tutte le  realtà della Carnia, con unità di intenti e di azione, senza fughe in avanti o boutade sui generis, come purtroppo già accaduto”.
Craighero poi ribalta la lettura di quanto dichiarato da Mazzolini: “Sono i fatti a smentire lo stesso Mazzolini, che ha replicato in maniera scomposta alle parole di Scrignaro, rivelando chi è che nasconde davvero meri fini elettorali. Mentre dall’Amministrazione di Paluzza nei  giorni sono arrivati propositi di buon senso, volti a ragionare sulle soluzioni pratiche, da Mazzolini arrivano solamente attacchi ad personam. I vertici della Regione assenti, l’incontro rimandato in quanto per taluni non prioritario, una figura imbarazzante con i partner austriaci e l’unico interesse  del consigliere tarvisiano qual è? Attaccare l’Amministrazione di Paluzza per il peccato imperdonabile d’essere di colore politico opposto al suo, con buona pace del bene della Carnia e della Regione. Diteci se questa è responsabilità, se è senso delle istituzioni, se è amore per la propria terra. La risposta è evidente“. 

Prosegue Alessandro Ajello per Sinistra Italiana FVG: “Qua ci stiamo chiedendo qual è l’indirizzo politico della Regione per la Carnia? Oltre alla propaganda, guidata dal solito Mazzolini, cosa è stato fatto? Cosa si farà? Ogni giorno ci erodono qualcosa: sanità, servizi, infrastrutture… e nel frattempo ci lasciano sempre più soli ad affrontare le nostre sfide. Il problema della frana del Passo Monte Croce è di cruciale importanza per il nostro territorio e, dopo le dichiarazioni di Riccardi, il forfait della Regione all’incontro con gli omologhi della Carinzia è l’ennesimo atto di menefreghismo verso questa parte del FVG. E comunque, se una riunione salta perché si è assenti, ci si scusa. Non si accusa i presenti che giustamente si risentono”. 

Infine il commento di Patto per l’Autonomia – Alto Friuli: “Tre settimane fa abbiamo emesso un comunicato volutamente scarno sull’accaduto. Ci interessava che l’attenzione rimanesse sul tema e non su altro. Ci siamo resi disponibili, per quanto possibile, a collaborare. E abbiamo chiesto, soprattutto, di non perdere tempo a chi ha il potere di intervenire. Dopo nemmeno venti giorni quello che abbiamo raccolto sono: sparate a caso sulla riapertura, tentativi di schermaglie elettorali persino su un disastro naturale, nessuna visita ufficiale, ma una per i selfie…, e amministratori locali di comuni vicini che propongono progetti quantomeno campati per aria, con dovizia di dettagli tecnici che gettano quantomeno sospetti sul mandante. Insomma, un capolavoro, si fa per dire, di distrazione massa,  condito da un tentativo maldestro di spezzettare l’opinione pubblica a riguardo, cercando di fare  nascere fazioni, dei “noi” e dei “loro”, dove il buonsenso richiederebbe coesione. Nel frattempo, mentre le più varie voci si rincorrono, nessuno ha mai parlato di tempistichereali.  Nessuno ha mai parlato di costi ufficiali. Certo, è difficile stimare nel dettaglio prima della fine dell’inverno. Ma è anche altrettanto difficile che un intero comparto tecnico e politico non abbia ancora  presentato delle stime di massima. Che siano troppo brutte da dire ad alta voce? Se già quanto detto sopra ci lasciava amareggiati, quello che non è successo oggi ci lascia basiti. Se il vicesindaco reggente Scrignaro non avesse sollecitato una risposta della Regione, semplicemente nessuno si sarebbe presentato alla riunione? Che credibilità avremo d’ora in poi con la Carinzia? Tutto ciò avrà una  ricaduta sui lavori? Questo non è il tempo di scherzare, né di prendere le situazioni sotto gamba. È  inutile vantarsi di aver fornito milioni al tessuto turistico carnico, come se non fosse la bontà dei progetti dei Comuni a vincere i bandi ma la magnanimità di chi siede a Trieste a concederli, e non  presentarsi alla riunione coi dirimpettai per riaprire l’entrata da Nord. E chi ha disertato non provi a raccontarci che ci sono riunioni di serie A o di serie B chiamando in causa elezioni e partiti. Men che  meno ci sono attori da tagliare fuori, screditando iniziative di dialogo e pianificazione, qualsiasi sia il  livello dell’interlocutore. In soldoni, se può servire, sì fa: è il compito di chi governa. Quindi, per favore, riguardo al Passo, a Trieste smettetela di girarci attorno e cominciate a fare qualsiasi cosa di utile. In Carnia non possiamo permetterci un altro Ponte sul Fella. Lo chiediamo e lo affermiamo attenendoci ai fatti: se già dal giorno uno la Regione ha palesato un vago pressapochismo e stava già oggettivamente perdendo tempo, con la riunione saltata e la risposta di ieri del vicepresidente del Consiglio Regionale si è andati oltre”.

Spesso è chi governa a pretendere unità su temi importanti. Oggi siamo noi a farlo. Chiediamo con forza alla Carnia intera di essere unita, perché è l’unico modo per far sentire il dovere di impegnarsi sull’argomento ai livelli di governo superiori. E pretendiamo dalla Regione che dimostri  nei fatti l’attenzione particolare che questa vicenda merita. Inoltre, esigiamo delle scuse ufficiali rivolte ai sette sindaci della Carinzia, a cittadini della Regione, della Carnia, di Paluzza ed in particolare di Timau! 

Passo Monte Croce non è né di destra né di sinistra, non è un argomento da propaganda elettorale, né un tema da poco o da affrontare a tempo perso. Il Passo è fondamentale per noi carnici, ma anche per chi fa turismo a Lignano, e pure per chi siede a Trieste. Questo aspetto dobbiamo avercelo bene in testa tutti. Pertanto è e resta una questione su cui ci si deve impegnare. Tutti. 

IL CENTROSINISTRA PER TOLMEZZO