Il Gruppo Kipre di San Daniele alza bandiera bianca, sconcerto dei sindacati
Una delle aziende simbolo del comparto agroalimentare del Friuli Venezia Giulia, il Gruppo Kipre, che molti conoscono per i marchi del prosciutto crudo di San Daniele, Principe e King’s, attraverso un avviso a pagamento diffuso ieri dal Sole 24 Ore, ha annunciato la rinuncia al progetto del piano industriale per un rilancio dei rispettivi stabilimenti, a causa del mancato sostegno economico da parte di un istituto di credito all’interno del gruppo di banche che invece erano pronte ad investire.
“Nell’ultimo periodo abbiamo sostenuto un piano industriale che, finalmente, prevedeva la crescita – hanno scritto gli imprenditori Mario e Sonia Dukcevich – un progetto di ampio respiro, oculato, minuziosamente pianificato e duramente collaudato, che ha ricevuto da subito il consenso del ceto creditizio. Per tutti questi motivi abbiamo deciso di investire nel nostro Gruppo affidando il piano di sviluppo al mondo bancario e, per il lavoro svolto, vogliamo ringraziare in particolare Banco BPM, Friuladria, Prima Cassa e Anthilia che hanno approvato di sostenere finanziariamente il nostro progetto, e tutte le altre banche che ci hanno sempre sostenuto. Al contrario – aggiungono i Dukcevich – chi per prima aveva assicurato consenso e sostegno, senza nemmeno una spiegazione né alcuna comunicazione, ha reso vano ogni nostro sforzo. Per questo io e mia moglie, compagna di una vita, abbiamo deciso di non dare esecuzione a nessun progetto e abbiamo consigliato ai nostri figli, Paola e Vladimir, di andarsene all’estero”.
Oggi il gruppo KIPRE, dopo l’acquisizione della King’s nel 1999, ha sedi a Trieste, San Daniele del Friuli, Vicenza e nella provincia di Parma, dove vengono prodotti i preaffettati dop in vaschetta. Esporta in Austria, Germania, Regno Unito e nei mercati scandinavi ma anche Giappone e Stati Uniti. Circa 500 i dipendenti, di cui 130 a San Daniele e una settantina a Trieste, per un fatturato di circa 170 milioni di euro. I titolari dei prosciuttifici hanno voluto ringraziare maestranze e collaboratori ma “dalla settimana prossima il Gruppo sarà gestito da professionisti da noi incaricati a tutelare i diritti di chiunque e per valutare tutte le opzioni finanche quella della cessione delle aziende, nel solo interesse della continuità aziendale”.
Si dichiarano “attoniti” i sindacati, in quanto una simile ipotesi “non era mai stata neppure lontanamente palesata in questi ultimi mesi, in cui i sindacati si sono più volte confrontati con la proprietà. Questa totale mancanza di comunicazione – hanno aggiunto – è di per sé un atto irrispettoso nei confronti delle maestranze, che in questi mesi si sono rese disponibili a lavorare in un regime di flessibilità, dimostrando forte responsabilità per andare incontro alle esigenze dell’azienda”. La Flai-Cgil di Udine tutto il suo disappunto per le modalità con cui l’azienda ha ritenuto di rendere note le sue scelte e i sindacati, da parte loro, si sono immediatamente attivati chiedendo un incontro urgente alla proprietà. “Chiederemo inoltre l’intervento della Regione Fvg. Resta inteso che se l’azienda non rispondesse in tempi brevi, attiveremo da subito ogni azione utile finalizzata alla salvaguardia occupazionale e al mantenimento sul territorio di una realtà di grande importanza per il distretto di San Daniele e per tutta l’industria agroalimentare regionale” hanno concluso.
“Grande preoccupazione per la situazione del gruppo e soprattutto dei molti lavoratori che vi sono impiegati. Seguiamo con attenzione gli sviluppi, in contatto con le rappresentanze sindacali”. Così il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli a proposito dell’annuncio dei coniugi Dukcevich, i quali hanno resa nota l’insostenibilita’ delle condizioni finanziarie del gruppo cui fanno capo, tra le altre, le società Principe e King’s, famose per la produzione di prosciutti.
“Si tratta di aziende di rango nazionale che hanno fatto la storia – spiega Shaurli – di un ramo alimentare e il cui marchio è affermato ed in questo caso anche molto legato ed identificato con il nostro territorio Auspichiamo l’immediato intervento di Regione, a chiarire la gravità della situazione e ad approntare piani di intervento, se necessario col supporto del Governo. È chiaro che la cessazione dell’attività non può essere nemmeno ipotizzata: sarebbe – conclude – l’ennesimo duro colpo per il manifatturiero triestino”.