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Il mondo dello spettacolo Fvg necessita di tutela e aiuti

“Organizzare eventi con presenze fino a 1.000 persone nei mesi estivi è un primo segnale di ripartenza del mondo dello spettacolo, settore travolto dall’emergenza Covid-19, che in Regione coinvolge circa 70 realtà e occupa 1.500 persone con un fatturato di 50 milioni di euro annui”.

Lo affermano in una nota il capogruppo della Lega Mauro Bordin e il consigliere dello stesso partito Simone Polesello dopo aver incontrato i rappresentanti del mondo dello spettacolo del Fvg: dagli organizzatori di eventi ai rappresentanti del mondo dei lavoratori, dalle aziende impegnate a garantire la sicurezza a quelle specializzate nel fornire attrezzature.

“Nel 2019 uno studio dell’Università di Udine ha quantificato la ricaduta economica intorno ai 170-180 euro a spettatore con totale di 250mila spettatori annui. Le prime proiezioni per il 2020 – spiegano Bordin e Polesello – mostrano una perdita di fatturato che si aggira intorno a 80-95 per cento. In questo momento molti dipendenti sono in cassa integrazione, le attività non sono ancora ripartite e purtroppo non mancheranno le difficoltà per chi opera nel settore”.

“C’è chiaramente una grande preoccupazione per le sorti del comparto che reputiamo fondamentale per l’economia della Regione e a cui dobbiamo dare una prospettiva nella consapevolezza della complessità di organizzare eventi con un’importante partecipazione di persone. Molte delle iniziative di sostegno al reddito e all’occupazione – continuano gli esponenti della Lega – sono di competenza nazionale. Ci siamo impegnati ad approfondire con il Governatore Fedriga e l’assessore Bini la possibilità di inserire ulteriori misure che possano andare incontro al settore cercando di garantirne la sopravvivenza nel 2020, per una ripresa nel 2021 con la garanzia dello slittamento degli spettacoli in calendario di un anno”.

Bordin e Polesello ricordano tra le criticità l’allestimento dei luoghi dove svolgere gli spettacoli, come i teatri con capienza ridotta, ma la necessità di maggiore personale per garantire la sicurezza.

“Dobbiamo vigilare e controllare affinché l’aumento dei costi e la diminuzione delle entrate non incidano sulla sicurezza sul lavoro, sul costo della manodopera e, in generale, sui diritti dei lavoratori”, concludono i due consiglieri leghisti.