EconomiaFVG

Il Nordest torna a essere la locomotiva economica del paese

Ancorché gli scostamenti tra le previsioni di crescita delle singole regioni siano minimi, il Nordest, comunque, torna a trainare l’economia del Paese.  Nel 2022, infatti, il Pil del Veneto è destinato ad aumentare del 3,4 per cento. Nessuna altra regione d’Italia è destinata a fare meglio. Subito dopo scorgiamo la Lombardia con il 3,3 e l’Emilia Romagna con il 3,2. Friuli Venezia Giulia (FVG) e Trentino Alto Adige registrano entrambe una variazione importante del +2,7 per cento. In coda, invece, scorgiamo le Marche con un aumento del 2,4, la Basilicata con il 2,3 e, infine, la Calabria con il 2,1. I dati emergono da un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della CGIA sugli scenari territoriali presentati nelle settimane scorse da Prometeia. Entro quest’anno, inoltre, solo 7 regioni su 20 recuperano il livello di Pil che avevano prima dell’avvento della pandemia (2019). Esse sono: Trentino Alto Adige (+0,1 per cento), Puglia e Abruzzo (+0,2), Emilia Romagna (+0,3), Valle d’Aosta (+0,8), Lombardia (+1,2 per cento). Il Friuli Venezia Giulia è la regione d’Italia dove si è recuperato di più (+1,6). Le altre 13, invece, ancora no. Le realtà territoriali che faticano più delle altre a risalire la china sono la Toscana (-1,4 per cento), la Calabria (-1,8)  e, infine, la Sardegna (-2,1).

Le incognite del prossimo autunno: la crisi tedesca potrebbe rallentare il Nordest

Rispetto alle previsioni presentate in queste ultime settimane dai principali istituti economico–statistici nazionali, quelle richiamate in questa analisi sono, invece, più prudenti. Nel 2022, infatti, la crescita media del Pil italiano  è stimata al 2,9 per cento. Un livello inferiore a quello ipotizzato, ad esempio, nelle settimane scorse dalla Banca d’Italia (+3,2 per cento) o al dato sulla crescita acquisita dall’Istat (+3,4).  L’Ufficio studi della CGIA ritiene, infatti, che il prossimo autunno sarà caratterizzato da uno scenario economico-sociale particolarmente difficile. Il caro energia, l’inflazione galoppante, gli sviluppi della guerra in Ucraina e una possibile recrudescenza del Covid potrebbero “frenare” con più forza di quanto previsto lo slancio economico maturato in Italia nella prima parte di quest’anno. Anche i forti segnali di crisi che stanno investendo l’economia tedesca non lasciano presagire nulla di buono. Tutti sanno quanto la nostra economia sia legata  ai Länder tedeschi. I nostri prodotti del tessile, abbigliamento, calzature, mobilio, macchinari e della componentistica dell’auto sono molto richiesti in Germania. Se, come sostengono molti economisti, Berlino nel prossimo inverno dovesse scivolare verso la recessione a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e della carenza di gas, le conseguenze negative sarebbero avvertite anche a Nordest.

La ripresa è arrivata da aiuti, turismo, investimenti ed export 

Gli aiuti pubblici erogati dal Governo Draghi per contrastare la crisi, il buon andamento delle presenze turistiche,  gli investimenti (in particolar modo nelle costruzioni) e l’export sono le voci più significative che stanno puntellando la ripresa economica in atto. Per quanto concerne i consumi delle famiglie che, ricordiamo, costituiscono il 60 per cento circa del Pil nazionale, dovrebbero salire, rispetto al 2021, del 2,8 per cento, anche se rispetto al 2019 sono ancora inferiori del 4,1.   A livello regionale, le variazioni 2022 su 2021 più importanti si segnalano in Lombardia, e Veneto (ambedue +3,4 per cento) e in Valle d’Aosta (+3,3). In FVG l’aumento sarà del 2,5 per cento, dato al di sotto di 0,3 punti rispetto alla media nazionale. Per quanto concerne gli investimenti, in Italia quest’anno aumentano del 9,9 per cento, con punte del 10,4 in Lombardia, del 10,3 per cento in Emilia Romagna e del 10,2 per cento in Sicilia, Piemonte, Campania e Puglia. In FVG gli investimenti si “fermano” al +8,4 per cento. Rispetto alla situazione pre-Covid, il dato medio nazionale è aumentato addirittura del 16,9 per cento (in FVG del 18). In merito all’export, infine,  quest’anno il dato nazionale dovrebbe aumentare del 6,3 per cento, con picchi particolarmente positivi in Sicilia (+15,5 per cento), Liguria (+12,3), Valle d’Aosta (+12,2) e Calabria (+11,8). Nella regione più a est del Paese l’incremento sarà dell’11,1 per cento. Rispetto a 3 anni fa, le vendite italiane all’estero sono incrementate del 9 per cento, in FVG del +24,6.

A livello nazionale svettano Gorizia e Trieste

In merito alla crescita economica, misurata a livello provinciale dal valore aggiunto, svetta la Venezia Giulia: Gorizia con il +4,4 per cento e Trieste con il +4,3 guidano la classifica nazionale. Turismo, edilizia, cantieristica e attività portuali sono i settori che hanno contribuito in maniera determinante a questo incremento record nel 2022 della ricchezza prodotta. Le province friulane, invece, a livello nazionale sono relegate nella parte bassa di questa particolare graduatoria. Se Udine registra una crescita del 2,4 per cento (93esimo posto a livello nazionale), a Pordenone il Pil è destinato a crescere dell’1,9 ( 103esimo posto). Rispetto al 2019, tutte le province del FVG hanno superato abbondantemente i livelli di Pil pre-Covid: Udine +1,8 per cento, Pordenone +2,2, Gorizia +2,5 e Trieste addirittura +2,9.