In fase di ultimazione il primo lotto dei lavori per la ricostruzione del Castello di Colloredo
Il primo lotto dei lavori per la ricostruzione del Castello di Colloredo di Monte Albano è in fase di ultimazione. Oggi il cantiere è stato aperto ai rappresentanti della Regione per un sopralluogo finalizzato a valutare anche il possibile utilizzo del compendio non appena tornerà pienamente funzionale.
Sarà la Giunta regionale, in una delle prossime sedute, a definire le probabili destinazioni d’uso delle parti pubbliche del complesso castellano dopo che gli assessori regionali al Territorio, competente per i lavori, insieme ai colleghi alla Cultura e al Turismo, possibili interessati all’utilizzo, avranno relazionato sullo stato di avanzamento dei lavori e sulle prospettive di sviluppo degli spazi.
Per la Regione il Castello di Colloredo rappresenta, con Gemona del Friuli e Venzone, l’ultimo simbolo della ricostruzione post-terremoto, nonché un felice esempio di collaborazione tra istituzioni e Soprintendenza per un recupero fedele alle origini, ma al tempo stesso rispettoso delle moderne esigenze di fruizione che richiedono l’inserimento non invasivo di impianti e tecnologie nonché il rispetto delle normative di sicurezza, antincendio e antisismiche.
Il castello si presta a diversi usi che dovranno tener conto anche della commistione tra spazi pubblici e privati, dal momento che una parte del complesso tornerà nella disponibilità delle famiglie originariamente proprietarie.
L’intervento di recupero organico del castello è disciplinato dalla legge regionale 66/91 il cui obiettivo era recuperare un bene architettonico e storico di rilevanza regionale.
Il maniero è uno dei più grandi castelli feudali del Friuli e uno dei più importanti dal punto di vista culturale: qui vissero, infatti, Ippolito Nievo e Ermes di Colloredo, dei quali si sono conservate le stanze fino al 1976, quando il terremoto infierì lasciando solo brandelli di muri e pochi tratti di solai.
Tra il 2008 e il 2015 i lavori sono stati affidati ad una struttura commissariale e successivamente è stato istituito il fondo per il recupero del Castello di Colloredo di Monte Albano, attraverso il quale dall’agosto 2015 l’Amministrazione regionale è subentrata nella regìa dell’opera, individuando quale soggetto attuatore il servizio Lavori pubblici della direzione centrale Infrastrutture e Territorio.
La spesa complessiva per il completamento dell’opera ammonta a 28,4 milioni di euro e l’intervento è stato suddiviso in due distinti lotti funzionali. Il progetto esecutivo relativo al primo lotto è stato approvato nel 2011 per 18,4 milioni. L’avvio dei lavori è avvenuto il 9 novembre 2012 e, attualmente, risultano a uno stato avanzato di lavori l’Ala Nievo, l’ala Est e la Casa Rossa, oltre alla nuova centrale tecnologica al servizio dell’intero compendio castellano. I lavori del secondo lotto, quello relativo al Mastio quasi completamente raso al suolo, inizieranno entro la fine dell’anno e verranno completati nel 2023, quando il castello risulterà interamente ricostruito.
Con la Legge di stabilità 2019, la Regione ha stanziato ulteriori 7 milioni di euro, che saranno necessari per il completamento degli impianti, per le finiture interne sull’intero compendio castellano e per la realizzazione delle opere esterne. Tutto ciò anche in considerazione della destinazione d’uso che verrà definita.
Complessivamente, il primo lotto mette a disposizione 7.400 metri quadrati di superficie, di cui oltre la metà di proprietà e uso pubblico, con una capacità di accoglienza di circa 1000 persone nelle varie sale.
Tra queste anche i saloni dell’Ala Nievo in cui soggiornò a lungo l’intellettuale che qui scrisse “Le confessioni di un italiano”. Sulle pareti ritroveranno collocazione i preziosi affreschi rimossi prima dei lavori e custoditi presso un restauratore. Ricostruito anche il Salone della Giustizia della Casa Rossa, a doppia altezza e decorato da un solaio ligneo a cassettoni, con travi in parte recuperate tra quelle originarie.