In FVG una ragazza su 6 non studia, non lavora e non segue percorsi formativi
In Friuli Venezia Giulia una ragazza su 6 non studia, non lavora e non segue nessun percorso formativo. Già prima della crisi solo il 13,6% dei bambini frequenta l’asilo nido e la dispersione scolastica è all’8,6%.
E’ la fotografia scattata da Save the Children che ha diffuso l’XI edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia “Con gli occhi delle bambine”, con il quale denuncia la necessità di intervenire alla radice delle diseguaglianze che colpiscono le ragazze e sottolinea che il Friuli Venezia Giulia è una regione non “a misura di bambino”, ma ancor meno “a misura di bambine”, che si sono trovati ad affrontare l’emergenza Covid-19.
In Italia, circa 1 milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni rischiano, entro la fine dell’anno, di ritrovarsi nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione – spiega Save the Children -, rinunciando così ad aspirazioni e a progetti per il proprio futuro. Un limbo in cui già oggi, in Friuli Venezia Giulia, è intrappolato il 16,3 delle giovani, contro l’11,3% dei coetanei maschi. Percentuali, per quanto riguarda le ragazze, ben lontane dai picchi che si avvicinano al 40% in Sicilia e in Calabria, ma distanti da quelle nei territori più virtuosi, come il Trentino Alto Adige, dove le ragazze Neet sono il 14,6% (comunque quasi il doppio rispetto ai ragazzi, 7,7%).
Secondo i dati forniti a Save the Children dal Miur relativi al 2019, in Italia tra i diplomati nei licei i ragazzi sono più presenti in quelli scientifici (il 26% di tutti i diplomati, rispetto al 19% delle diplomate) mentre le ragazze sono più presenti nei licei umanistici-artistici (il 42% di tutte le diplomate, solo il 13% dei diplomati). Guardando i dati del Friuli Venezia Giulia, ad esempio, solo 1 ragazza su 4 (25,7%) si diploma al liceo classico o scientifico, così come un 27,8% si diploma in un istituto tecnico. In Friuli Venezia Giulia le giovani neet sono invece il 16,3%, contro l’11,3% dei coetanei maschi. Le bambine e le ragazze accumulano lacune nelle materie scientifiche, ma poi crescono: ad esempio a livello nazionale le bambine alla fine della primaria ottengono un punteggio medio ai test Invalsi di matematica di 4,5 punti inferiore rispetto ai coetanei, uno svantaggio che sale a -6 punti al 2° anno delle superiori, fino a -10 punti all’ultimo anno delle scuole superiori. Una differenza, a sfavore delle ragazze, che in media nella provincia di Gorizia durante il percorso scolastico arriva a toccare -10,8 punti, quasi il doppio rispetto al -6,1 a livello nazionale, mentre la provincia più virtuosa in Regione è Udine (-7,6punti) che supera comunque la media del Paese. Anche al di fuori della scuola, le opportunità di crescita culturale, emozionale, creativa, di svago e di movimento sembravano essere molto basse già prima dell’arrivo del virus: nel 2018-2019, in Friuli Venezia Giulia più di 1 minore su 4 tra i 6 e i 17 anni non leggeva neanche un libro extrascolastico all’anno (un dato non troppo lontano dal 48% a livello nazionale), mentre il 13,3% dei bambini o adolescenti tra i 3 e i 17 anni non praticava alcuna attività sportiva, molto meglio, in questo caso, della media nazionale del 22,4%, quasi 1 su 4.